| 14 novembre 2017, 08:58

Martedì verde vs venerdì nero

Martedì verde vs venerdì nero

Sul finire di novembre si celebrano due ricorrenze, molto vicine sul calendario, alquanto distanti nell'ideologia. Una omaggia il delirio consumistico, l'altra il patrimonio arboreo. Tutti conoscono il black friday ma in pochi sanno che il martedì precedente, 21 novembre, è la Giornata Nazionale degli Alberi, giusto per rammentare che non solo di consumo si vive.

di Carlo Battistella per Adiconsum Verona

È MERITO DELLA Legge n. 10 del 2013 - "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani" - se ad autunno inoltrato si celebra questa ricorrenza silvana. In realtà l'origine di questa festa risiede in tradizioni molto antiche che a partire dalla Lucaria dall'epoca romana, in cui si onoravano le particelle di bosco impiantate nei mesi precedenti, sono arrivate fino agli inizi del secolo scorso. Infatti nel 1898, l'allora Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli, istituì la Festa degli Alberi con lo scopo di "infondere nei giovani il rispetto e l'amore per la natura e per la difesa degli alberi".

OGGI, INVECE, questa “infusione” di rispetto sembra più necessaria per altre fasce di età. È un dato condiviso che le nuove generazioni siano attente alla tematica ambientale e che vivano un riavvicinamento ai valori legati alla terra, ma è anche vero che, nelle cosiddette stanze del potere, siedono ancora le generazioni precedenti, maggiormente legate ai valori degli interessi economici. E questo vale a livello globale così come a livello strettamente locale. Basti osservare, sui territori comunali, le centinaia di alberi mutilati da potature insensate, oscene ed esiziali. Perché poco importa se il giovane arboricoltore, professionista certificato, propone al giusto prezzo una potatura a regola d'arte che salvaguardi la pianta, quando qualcun altro è disposto a risolvere il problema per pochi euro con una funesta capitozzatura.

QUEST’ULTIMA pratica, consistente nell'indiscriminato taglio di cime o di branche laterali a monconi, è probabilmente la cattiva abitudine più diffusa nel trattamento del patrimonio arboreo e, secondo l'International Society of Arboriculture, anche la più pericolosa. Volta a ridurre le dimensioni della pianta ottiene l'effetto di minarne irrimediabilmente oltre che l'aspetto, la salute e la stabilità. Il 21 novembre, quindi, dimentichiamoci almeno un attimo dell'economia e prendiamoci un momento per alzare lo sguardo dalle vetrine tappezzate di percentuali, osservare gli alberi che ci circondano e farci un'opinione sullo stato di questi esseri viventi che, a conti fatti, semplicemente producono l'ossigeno che respiriamo.

In Breve