| 09 giugno 2020, 13:54

Ci si salva da soli (di nuovo)

Ci si salva da soli (di nuovo)

Di Alberto Fezzi, scrittore

Ci si salva da soli. L’ho sempre pensato, in tante situazioni della vita: nel lavoro, in amore, durante i periodi complicati in generale. Quando si soffre, bisogna arrangiarsi. Si salva solo chi sa ritirarsi dentro di sé, senza trovarsi di fronte a una voragine. Nessun altro ti può dare quella forza, neanche le persone più vicine, ci sei tu e tu. È così, per tutta la vita.

Ebbene, durante questa pandemia, ne ho avuto la conferma. Quando ci siamo accorti che Roberto Burioni non sarebbe arrivato nel nostro salotto di casa ad auscultarci con uno stetoscopio e a prescriverci una ricetta miracolosa; quando ci siamo accorti che la classe politica avrebbe tendenzialmente scaricato su di noi la responsabilità di uscirne (NON ABBASSARE LA GUARDIA!); quando ci siamo accorti che la Protezione Civile, alla conferenza stampa delle 18, avrebbe estratto i numeri del Lotto; quando ci siamo accorti che alcuni giornalisti, a prescindere da qualsiasi forma di analisi lucida e ragionata, avrebbero goduto nel terrorizzarci; quando ci siamo accorti che il grande amore non sarebbe arrivato né ritornato durante la quarantena (e sappiate che io non ci credo a quei due che si sono innamorati dai balconi e al loro rapporto fondato sulle tabelle millesimali e l’astinenza); quando ci siamo accorti che dalla Cina ci avrebbero rifilato una sòla che definire mondiale non è un’iperbole, maledetti zozzoni che si mangiano gli armadilli crudi; quando ci siamo accorti che pure il lievito per fare il pane in casa sarebbe finito; e insomma, quando ci siamo accorti che sarebbe stata lunga, incerta e faticosa, siamo rimasti da soli con noi stessi e solo quelli che già lo sapevano fare hanno retto bene. Gli inquieti, invece, sono stati quelli che hanno più violato la quarantena, persi, nelle città deserte, alla ricerca di qualcosa che non avrebbero mai trovato fuori da sé stessi, figuriamoci durante una pandemia.

P.s. Io comunque, a dispetto di tutto quello che ho appena scritto, il grande amore l’ho trovato: si chiama Netflix.

In Breve