Storie di persone | 09 maggio 2019, 12:26

Di vestiti usati e di possibilità così nuove

Di vestiti usati e di possibilità così nuove

Inaugurato a inizio aprile, è negli spazi dell’Opificio dei Sensi che ha trovato casa Vestificio, il nuovo progetto che rimette in circolo abiti usati e dà nuove possibilità a ragazze e ragazzi con sindrome di Down.

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In poche parole, questo vestificio si potrebbe definire un circolo virtuoso: perché dà nuova vita a quegli abiti che non indossiamo più, ma soprattutto riconosce nuove possibilità a persone affette da sindrome di Down. A pochi giorni dall’inaugurazione di sabato 6 aprile abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Claudio Manzati, responsabile della cooperativa Opificio dei Sensi di San Martino Buon Albergo, in via Brolo Musella, e tra i promotori di questo ambizioso progetto.

Claudio, partiamo dalle presentazioni: che cos’è Vestificio?

Vestificio non è altro che un mercatino di abiti usati, differente però da tutti gli altri perché ha come protagonisti ragazzi con sindrome di Down. Questa nuova iniziativa si inserisce nell’ambito di Palestra Lavoro, un progetto che da tempo portiamo avanti assieme all’associazione AGBD di Quinto, per permettere a ragazze e ragazzi con sindrome di Down di sperimentare le proprie competenze attraverso il fare. Tra i vari incarichi, c’è la cura del verde con varie mansioni di giardinaggio, la gestione della nostra biblioteca, l’aiuto in cucina e in sala. Ed ora, c’è anche Vestificio.

Come tutte le buone idee, anche questa è nata da una sinergia: chi sono i protagonisti di Vestificio?

Prima di tutto, i ragazzi  di AGBD, l’Associazione Sindrome di Down Onlus: è per loro che è nato questo nuovo progetto. Al momento, Arianna, Davide e Francesco hanno aderito con entusiasmo a questa nuova iniziativa, che ci auguriamo possa coinvolgere ancora più ragazzi, grazie al prezioso sostegno delle loro famiglie e all'importante lavoro degli educatori.

E poi Arianna Cosentino e Sofia Pigozzo, due giovani ragazze con la passione per la moda sostenibile. Grazie ai loro swap party (eventi di scambio d’abiti, ndr), poi cresciuti fino a diventare un marchio riconosciuto come Giroabito, ci aiutano nella gestione del mercatino.

Di che cosa si occupano Arianna, Davide e Francesco?

Di tutto quello che ruota attorno alla gestione di un vero e proprio negozio di abbigliamento. Si inizia con la raccolta e la selezione dei capi che riceviamo, al momento prevalentemente capi donna e bambino, per passare poi alla catalogazione per stagione ed età, all’etichettatura, all’allestimento degli spazi, fino al rapporto con il pubblico e alla vendita nei giorni di apertura. Con i ricavi delle vendite puntiamo poi ad acquistare altri strumenti utili, come ferri da stiro, macchine da cucire, e magari un’asciugatrice, per ampliare ancora l’ambito di azione. Tutto il resto, andrà ai ragazzi.

Al momento il mercatino rimarrà aperto solo in determinati giorni e in occasioni di eventi speciali, ma visto l’interesse suscitato ci auguriamo davvero che possa diventare un punto vendita fisso, coinvolgendo ancora più persone.

E infine, qual è la speranza che ha generato tutto questo? E magari, sottovoce, anche la speranza per la nostra città?

Prima di tutto, Vestificio nasce dalla volontà di coinvolgere ancora di più i ragazzi nelle attività e nella vita della cooperativa, riconoscendo loro un ruolo, non marginale, ma centrale. Visto il nostro campo d’azione, c’è poi anche l’aspetto del riuso: una filosofia oggi necessaria, che diventa scambio, e quindi relazione, confronto, dialogo tra persone. Ma desideriamo soprattutto che i nostri ragazzi trovino un luogo di accoglienza. E non solo tra queste mura, ma anche tra quelle, più ampie, della nostra città. Perché siamo tutti diversi, e proprio per questo tutti con pari diritti e dignità.