Storie di persone | 16 agosto 2022, 09:09

"G" di Governance

"G" di Governance

A livello internazionale si sono diffuse pratiche, linee guida e normative che indicano alle imprese una serie di adempimenti da ottemperare sotto forma di report, rating e azioni concrete. Questo permette alle imprese di offrire prodotti e servizi ecologici, rispettosi dei diritti umani, che permettono di remunerare adeguatamente i lavoratori e i fornitori e di investire in formazione sui lavoratori.  Questo genera l’effetto indiretto sul consumatore finale, il quale, acquistando da imprese sostenibili, potrà contribuire allo sviluppo sostenibile scegliendo prodotti selezionati, adottando un approccio al consumo più oculato ed informato e uno stile di vita più attento sotto ogni aspetto.

Quando si parla di sostenibilità sul piano economico-finanziario, stiamo considerando la lettera G dell’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance). Talvolta la governance viene considerata secondaria rispetto agli aspetti ambientali e sociali, in realtà essa è fondamentale affinché le buone pratiche di sostenibilità si implementino e si migliorino nel tempo, così da rendere le organizzazioni e i territori davvero efficienti, ecologici e rispettosi della persona, senza rinunciare alla qualità dei prodotti e servizi. Per “governance” si intende il governo dell’impresa, ovvero le persone che prendono decisioni su come gestire le organizzazioni pubbliche e private e di cui ne hanno la responsabilità. Da ormai una decina di anni anche le norme italiane ed europee spingono molto per la trasparenza di chi detiene il potere in azienda, come ad esempio i componenti dei CdA, i soci e i manager. In sostanza si obbliga l’imprenditore a garantire la sostenibilità economica dell’impresa, oltre che a intraprendere un cammino di reale miglioramento sugli aspetti ambientali e sociali.

Riguardo alla governance, quindi, la sostenibilità approfondisce le azioni di chi ricopre i ruoli di potere, chi ha potere di voto, il business model, i processi partecipativi, scandali o sanzioni in essere verso l’organizzazione, se sussistono la mission, la vision, i valori, i documenti formali quali politiche sull’ambiente e sulla gestione e sicurezza dei lavoratori, il codice di condotta dei fornitori che danno indicazioni su come operare lungo la filiera. La governance è un aspetto fondamentale, poiché le modalità e le scelte di governo aziendali, siano esse strategiche oppure ordinarie, influenzano ed impattano sulle persone, sulla società e sull’ambiente.

Un esempio eccellente di imprese con una governance improntata verso la sostenibilità, in particolare verso la creazione di un valore condiviso (shared value) sono le società benefit previste dalla legge italiana dal 2016:  imprese a cui è chiesto di generare sia profitto sia beneficio comune per tutti gli stakeholder (portatori di interesse) in ambito sociale ed ambientale. Nelle società benefit, come anche in altre imprese “sensibili”, si incarica personale interno o esterno per la governance della sostenibilità in azienda, al fine di gestire e migliorare le pratiche aziendali  per ottenere impatti positivi e ridurre le esternalità negative; tali figure spesso si chiamano responsabile di impatto, shared value manager, CSR manager o sustainability manager.

Tutto ciò contribuisce allo sviluppo sostenibile che nel 1987 si è definito come “sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”. A tale sviluppo l’ONU, attraverso l’Agenda 2030, sta chiamando tutte le persone e le organizzazioni del mondo a contribuirvi.