Storie di persone | 05 marzo 2020, 10:28

I custodi dei treni che furono

I custodi dei treni che furono

Forse è vero che il treno, una volta che gli hai dedicato anni di lavoro e di vita, ti entra dentro e non riesci più a farne a meno. Questa è la sensazione che si ha varcando la soglia dell’Associazione Veneta Treni Storici, qualche locale ricavato all’interno dell’immenso Deposito Locomotive di Santa Lucia. Il gruppo conta 103 iscritti, ma solo 34 di questi sono ferrovieri in servizio o in pensione. Intorno a quello che viene chiamato il gruppo dei “musi neri”, a richiamare i visi sporchi di carbone dei macchinisti di un tempo, riunisce appassionati, esperti tecnici e nostalgici del trasporto ferroviario d’antan. La storia dell’Associazione inizia nel 1997, quando alcuni colleghi oramai in vista della pensione iniziano a trovarsi in via non ufficiale ipotizzando di proseguire nel tempo libero la loro attività nella cura, manutenzione e restauro di locomotive e carrozze d’epoca. Nel 1999, sulla scia di quanto avvenuto a Pistoia da parte di un medesimo gruppo, nasce l’Associazione vera e propria, riorganizzata come si deve con tanto di utilizzo di un binario che permette ancora oggi di “parcheggiare” i mezzi per le attività di restauro e conservazione.

SALVAGUARDARE IL PASSATO (E IL FUTURO)
Da allora sono passati più di vent’anni e l’Associazione Veneta Treni Storici, oggi presieduta da Lionello Signori, continua nel suo duplice operato: da una parte organizza e gestisce dei piccoli viaggi di una giornata con vecchi convogli, dall’altra fornisce le competenze tecniche del gruppo a supporto di iniziative analoghe che vengono messe in piedi da altri gruppi associativi. «Abbiamo tutti una grande passione per i treni storici» afferma Signori, «e come noi abbiamo scoperto che ci sono tante persone, che spesso ne sanno anche di più di noi ferrovieri. La nostra attività cerca in qualche modo di salvaguardare il passato per usarlo come messaggio futuro». L’Associazione ha firmato negli anni scorsi una convenzione con Fondazione FS, la realtà istituita nel 2013 da Ferrovie dello Stato Italiane, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana allo scopo di valorizzare e preservare il patrimonio storico, tecnico, ingegneristico e industriale del gruppo. Grazie a questo accordo, i “musi neri” di Verona possono richiedere l’utilizzo delle vecchie locomotive e carrozze per organizzare dei brevi viaggi dal sapore tutto particolare. L’ultimo in ordine di tempo quello ai Mercatini di Natale di Bolzano dello scorso dicembre, con un convoglio di vetture anni Cinquanta e Sessanta trainato da un locomotore E656 001.

IL TRENO, IL MEZZO DI TUTTI
Bella anche l’iniziativa che a ridosso di Natale ha coinvolto circa 100 bambini della Scuola Primaria Salvo D'Acquisto di Illasi. Dopo aver realizzato una raccolta fondi in collaborazione anche con l’Associazione Ferrovieri, i giovanissimi studenti hanno “fatto scalo” al Deposito di Santa Lucia dove sono potuti salire su una locomotiva a vapore 740 293 giunta per l’occasione a Verona grazie all’interessamento della Direzione Regionale Veneto di Trenitalia, rappresentata nel corso della giornata da Tiziano Baggio. Un primo passo di quello che sarà un evento annuale. «Noi ce la mettiamo tutta» ha proseguito Signori, «ci piacerebbe che il treno, soprattutto in un momento ambientalmente complesso come quello che stiamo vivendo, diventi o torni ad essere il mezzo di trasporto che era una volta. Il mezzo di tutti. Provate per esempio ad immaginare di utilizzare il treno per salire a Trento o Bolzano per una manifestazione cittadina. Solitamente si usa l’auto, ma l’impatto ambientale sarebbe decisamente minore su rotaia. Se poi il convoglio fosse anche d’epoca, si unirebbe l’utile al dilettevole, regalando esperienze di viaggio uniche ed indimenticabili».