Verona da venerdì ha il "Giardino del coraggio", dove ogni albero è intitolato a una vittima della mafia. Si trova al Chievo, in via Berardi, all’interno della scuola professionale Engim. E a curarlo saranno proprio i ragazzi che frequentano l’istituto. Venerdì mattina si è tenuto l’evento conclusivo del progetto "Lotta alle mafie" realizzato con l’associazione Avviso Pubblico. Un percorso di educazione alla cittadinanza e alla legalità che ha visto coinvolti gli studenti delle classi terze. Erano presenti il sindaco Federico Sboarina e il consigliere delegato all’Anticorruzione Roberto Simeoni, oltre a Orazio Zenorini direttore di Engim Veneto e a Roberto Fasoli di Avviso Pubblico che ha portato avanti l’iniziativa insieme alla scuola.
«Sono felice di partecipare alla conclusione del vostro grande lavoro - ha detto il sindaco Sboarina - perché l'educazione alla legalità è fondamentale. E vi dico che a Verona ormai non possiamo più dire che ci siano infiltrazioni mafiose, ma che la mafia si è insediata. Una minaccia che non ha più le sembianze della persona losca, ma che arriva in giacca e cravatta a offrire aiuto a chi è in difficoltà economica e poi, come un cancro, si insinua e uccide. Un processo che è favorito da chi accetta di stare nella "zona grigia", che è l'indecisione di non distinguere esattamente il bene dal male, il bianco dal nero. Voi qui state formando il vostro futuro professionale, vi auguro di diventare imprenditori, e questo insegnamento alla legalità sarà importante come le competenze tecniche. I soldi facili nella vita non arrivano, avete imparato a tenere fuori dalla porta le lusinghe pericolose, come faccio io con il municipio dove non c'è spazio per l'illegalità. Verona deve essere mafia free».