Storie di persone | 15 aprile 2020, 11:27

Il lavoro dei rider in mezzo all'epidemia

Il lavoro dei rider in mezzo all'epidemia

Già agli albori dell’emergenza, il 24 febbraio scorso, Riders Union Cisl Verona avvertiva del problema: «Il calo degli ordinativi dell’80-100 per cento da ieri sera sta producendo una “messa a risposo” della gran parte dei rider veronesi». Circa un migliaio, secondo il sindacato, le persone impiegate come fattorini, fra chi lo considera un lavoro a tempo pieno e chi un modo per arrotondare ogni tanto.

Serena Simocelli, rider per Deliveroo

«Nei primi giorni dell’emergenza gli ordini si erano fermati completamente, e anche molti ristoranti avevano chiuso. Io stessa ho deciso di fermarmi alcuni giorni per tutelare la mia salute, ma se non si fanno consegne il guadagno è zero. Alcuni ristoranti hanno riaperto per le consegne a domicilio e un po’ di lavoro adesso ci sarebbe, ma resta il problema di tutelare la salute. Le mascherine me le sono comprate io: la piattaforma ha fatto sapere che ci verranno inviate quando riusciranno a recuperarle e di aver aperto un fondo per chi dovesse essere contagiato, con una quota di trenta euro al giorno. Mentre lavoriamo, o non lavoriamo, non ci sono altre tutele. Inoltre davanti ai pochi ristoranti aperti si aggregano i fattorini e non tutti hanno chiare le misure di sicurezza. Sulla nostra app ci sono alcune indicazioni, le consegne devono avvenire senza contatto, ma molti rider non parlano italiano e credo facciano fatica a seguire le notizie sui vari decreti».

Francesco Zenere della cooperativa veronese Food4Me

«Gli ordini attraverso le piattaforme sono calati dell’80 per cento. Qualcosa in più nel weekend, ma la situazione è precipitata. Alcune delle grandi aziende si sono spostate sulle consegne di spesa e farmaci: loro riescono comunque a stare a galla, perché in questa fase hanno raccolto nuovi clienti fra le attività commerciali che devono lavorare a distanza. Noi dovevamo partire con la nostra cooperativa, ma in questa situazione siamo un po’ a rilento. Abbiamo iniziato con spese a domicilio e consegna di prodotti alimentari, vino e latte, di altre cooperative. Continuiamo anche con la consegna dei giornali».