Storie di persone | 08 aprile 2021, 15:30

La cura delle due ruote

La cura delle due ruote

Si apre un nuovo mondo a Francesca Gasperi quando conosce Vanni Oddera, campione italiano e internazionale di motocross freestyle, partecipando come fotografa ad alcune iniziative di mototerapia negli ospedali di Genova e Torino.

«Sapevo che esisteva la mototerapia, ma prima di conoscere Vanni non l’avevo mai sperimentata. Lui era, ed è tutt’ora, promotore di questa terapia per i bambini oncologici, in particolare all’ospedale Gaslini di Genova, dove porta nei reparti le moto elettriche e fa viaggiare i giovani pazienti nei corridoi».

 

Un incontro che segna Franscesca Gasperi in maniera indelebile e in lei si fa forte la convinzione di voler far provare a più persone possibili l’emozione del vento in faccia. Ai bambini, certo, ma anche ai ragazzi e agli adulti. «La moto ti da libertà - racconta Gasperi -, ti emoziona, l’adrenalina del motore che romba piace e rende libero chi solitamente vede limitate le proprie libertà».

Un’esperienza che non coinvolge solo il malato, ma anche tutta la sua famiglia, perché anche solo un po’ di insolito caos e spontanea allegria nei reparti stravolge le giornate spesso tutte uguali della vita in ospedale. «Anche in questi mesi di emergenza sanitaria siamo riusciti a portare avanti una bellissima iniziativa in un maneggio a Imperia: semplici giri in moto, in piena sicurezza. Una gioia incredibile sia per i bambini che per i loro genitori, che per mezza giornata hanno diviso il loro peso con qualcun altro. È una vita dura anche la loro: sempre le solite facce, la solita routine. Vedere i figli meravigliarsi e fare qualcosa di pazzo è terapeutico».

Sempre la fotografia, galeotta, fa conoscere a Francesca Gasperi un altro motociclista campione di solidarietà, Simone Zignoli, che insieme al cast de Le Iene la coinvolgerà in un’avventura incredibile. Forse sarà capitato a qualcuno di voi, lo scorso dicembre, di vedere in televisione lo speciale viaggio di Marika, una giovane ragazza affetta dalla nascita da una tetraparesi spastica distonica, tra le più gravi forme di paralisi cerebrali infantili, con il grande sogno di salire in sella ad una motocicletta. «Simone mi ha chiesto di accompagnarlo in quest’avventura, e ho accettato immediatamente - rivela Gasperi -. Un viaggio di due settimane in Sardegna, un’esperienza meravigliosa, estremamente complessa e difficile, ma incredibile, durante la quale Marika ha fatto progressi notevoli».

Due declinazioni diverse ma preziose di quello che può rappresentare la mototerapia, e di come consenta uno sviluppo e uno stimolo di capacità fisiche, cognitive, sociali e affettive. Due esperienze che hanno instillato in Francesca la volontà di fare qualcosa di grande anche per la sua città. «Vorrei portare la mototerapia anche a Verona, ma serve trovare qualcuno che ci creda, qualcuno a cui fare riferimento per un progetto del genere. Portare le moto all’interno dell’ospedale purtroppo non è facile, nonostante studi scientifici stiano iniziando a dimostrare i benefici di questa iniziativa».