Abbiamo dovuto attendere un po’ per riuscire a parlare con Umberto Guidoni. Prima di noi, con vivace entusiasmo, tantissimi bambini hanno trattenuto l’astronauta cercando una risposta ai mille perché di chi spera, un giorno, di salire su una navicella spaziale, di chi si chiede, con genuina curiosità, cosa c’è oltre l’azzurro del cielo.
Guidoni
lei è qui a Verona per inaugurare un festival che mette al centro l’allunaggio.
L’uomo quando tornerà sulla Luna?
In realtà abbastanza presto. La NASA ha lanciato il programma Artemide che riporterà l’uomo sulla Luna e lo sbarco è previsto nel 2024.
Perché
è passato così tanto tempo dall’ultima missione?
Le prime imprese lunari servivano soprattutto per dimostrare
che l’America era capace di contrastare il predominio dei russi. Raggiunto
l’obiettivo non aveva molto senso continuare: l’impresa, che era costata
moltissimo, aveva dei margini di rischio estremamente elevati. Adesso c’è un
interesse specifico per tornare sulla Luna: il nostro satellite si presta ad
essere il banco di prova per le tecnologie spaziali che ci porteranno oltre
l’orbita della Terra.
Dove
guarda la scienza “Oltre la Luna”?
Sicuramente l’obiettivo è portare l’uomo su Marte, anche se
arrivarci sarà un’impresa complessa. Se per andare sulla Luna basta qualche
giorno, per andare su Marte servono sei mesi. Richiederà tecnologie ancora da
sviluppare, ci vorranno almeno altri venti o trent’anni. Ma certamente quello è
l’obiettivo.
Ha
da poco pubblicato il libro Guida per piccoli astronauti, cosa deve
sapere un bambino che sogna lo spazio?
Questa generazione, quella che adesso è nelle scuole, sarà
la protagonista delle imprese future. Saranno quelli che metteranno piede su
Marte, quelli che vivranno e probabilmente lavoreranno nello spazio. Ho pensato
di raccontare loro quali sono le bellezze e le meraviglie ma anche i pericoli
dello spazio perché un giorno saranno loro quelli che veramente le metteranno
in pratica. La mia generazione ha sognato lo spazio ma soltanto 500 persone
sono riuscite ad andarci. Nei prossimi 50 anni saranno milioni quelli che
viaggeranno in orbita.
E
lei? Ha sempre sognato lo spazio?
Sono stato da sempre appassionato, da piccolo amavo la
fantascienza e leggevo tantissimi libri e fumetti di avventura. Quando c’è
stato lo sbarco sulla luna, avevo circa 15 anni, vedere che alcune delle cose
che facevano parte dei racconti di fantascienza si stavano realizzando con
uomini in carne e ossa mi ha dato la spinta per pensare seriamente che potesse
diventare un lavoro. Per molti anni ho messo quel sogno nel cassetto,
rendendomi conto che a quel tempo erano i russi e gli americani ad andare nello
spazio, non altri. L’ho ripreso quando per una serie di circostanze l’Italia ha
partecipato ad un progetto insieme alla NASA e in quell’occasione fu deciso che
la NASA avrebbe addestrato per la prima volta degli astronauti italiani.
Gliel’avranno
chiesto in moltissimi, ma com’è vedere la Terra da lontano?
È un’immagine molto bella, una di quelle che davvero ti
rimane impressa nella mente e nel cuore. In orbita giriamo intorno al pianeta in
90 minuti, abbiamo modo davvero di vederne ogni angolo, tutte le terre emerse,
i colori, le bellezze. Purtroppo dallo spazio si vedono anche le grandi
cicatrici che l’uomo provoca al nostro pianeta e questo davvero ci fa stringere
il cuore.