Storie di persone | 04 dicembre 2019, 10:45

L’uomo tornerà sulla luna (prima di andare su Marte)

L’uomo tornerà sulla luna (prima di andare su Marte)

Abbiamo dovuto attendere un po’ per riuscire a parlare con Umberto Guidoni. Prima di noi, con vivace entusiasmo, tantissimi bambini hanno trattenuto l’astronauta cercando una risposta ai mille perché di chi spera, un giorno, di salire su una navicella spaziale, di chi si chiede, con genuina curiosità, cosa c’è oltre l’azzurro del cielo.

Guidoni

lei è qui a Verona per inaugurare un festival che mette al centro l’allunaggio.

L’uomo quando tornerà sulla Luna?

In realtà abbastanza presto. La NASA ha lanciato il programma Artemide che riporterà l’uomo sulla Luna e lo sbarco è previsto nel 2024.

Perché

è passato così tanto tempo dall’ultima missione?

Le prime imprese lunari servivano soprattutto per dimostrare

che l’America era capace di contrastare il predominio dei russi. Raggiunto

l’obiettivo non aveva molto senso continuare: l’impresa, che era costata

moltissimo, aveva dei margini di rischio estremamente elevati. Adesso c’è un

interesse specifico per tornare sulla Luna: il nostro satellite si presta ad

essere il banco di prova per le tecnologie spaziali che ci porteranno oltre

l’orbita della Terra.

Dove

guarda la scienza “Oltre la Luna”?

Sicuramente l’obiettivo è portare l’uomo su Marte, anche se

arrivarci sarà un’impresa complessa. Se per andare sulla Luna basta qualche

giorno, per andare su Marte servono sei mesi. Richiederà tecnologie ancora da

sviluppare, ci vorranno almeno altri venti o trent’anni. Ma certamente quello è

l’obiettivo.

Ha

da poco pubblicato il libro Guida per piccoli astronauti, cosa deve

sapere un bambino che sogna lo spazio?

Questa generazione, quella che adesso è nelle scuole, sarà

la protagonista delle imprese future. Saranno quelli che metteranno piede su

Marte, quelli che vivranno e probabilmente lavoreranno nello spazio. Ho pensato

di raccontare loro quali sono le bellezze e le meraviglie ma anche i pericoli

dello spazio perché un giorno saranno loro quelli che veramente le metteranno

in pratica. La mia generazione ha sognato lo spazio ma soltanto 500 persone

sono riuscite ad andarci. Nei prossimi 50 anni saranno milioni quelli che

viaggeranno in orbita.

E

lei? Ha sempre sognato lo spazio?

Sono stato da sempre appassionato, da piccolo amavo la

fantascienza e leggevo tantissimi libri e fumetti di avventura. Quando c’è

stato lo sbarco sulla luna, avevo circa 15 anni, vedere che alcune delle cose

che facevano parte dei racconti di fantascienza si stavano realizzando con

uomini in carne e ossa mi ha dato la spinta per pensare seriamente che potesse

diventare un lavoro. Per molti anni ho messo quel sogno nel cassetto,

rendendomi conto che a quel tempo erano i russi e gli americani ad andare nello

spazio, non altri. L’ho ripreso quando per una serie di circostanze l’Italia ha

partecipato ad un progetto insieme alla NASA e in quell’occasione fu deciso che

la NASA avrebbe addestrato per la prima volta degli astronauti italiani.

Gliel’avranno

chiesto in moltissimi, ma com’è vedere la Terra da lontano?

È un’immagine molto bella, una di quelle che davvero ti

rimane impressa nella mente e nel cuore. In orbita giriamo intorno al pianeta in

90 minuti, abbiamo modo davvero di vederne ogni angolo, tutte le terre emerse,

i colori, le bellezze. Purtroppo dallo spazio si vedono anche le grandi

cicatrici che l’uomo provoca al nostro pianeta e questo davvero ci fa stringere

il cuore.