Storie di persone | 13 agosto 2013, 17:01

Quel QUID in più...

Esistono progetti, tra le start up giovanili, che hanno un

qualcosa in più, un “quid” legato sì alla capacità di creare proposte

alternative in un mercato lavorativo ormai stantio, ma anche di mantenere viva

l'attenzione verso il prossimo e l'ambiente. Sono questi gli aspetti che

rendono unico il Progetto Quid, secondo premiato al primo Start Up Day indetto

da Innoval.

Quid nasce meno di un anno fa dall'idea di una

venticinquenne veronese, Anna Fiscale, che da adolescente, per dare spazio alla

propria creatività, elaborava modifiche sui propri abiti, rendendoli unici.

Impegnata da sempre nel sociale e fresca di una laurea in cooperazione

internazionale, Anna ha deciso di dedicare il proprio tempo allo sviluppo di

un'idea che le girava in testa da molto: recuperare gli scarti della produzione

tessile (tessuti, capi difettati, vecchie produzioni invendute) per creare

nuovi modelli attraverso il lavoro di cooperative sociali dedite

all'inserimento professionale di donne in difficoltà.

Con la collaborazione di alcuni amici, Lucia Dal Negro,

Ludovico Mantoan, Elisabetta Stizzoli e Umberto Brambilla, a cui si sono

aggiunti poi Valeria Biasi, Marta Bortoletti, Fabio Lotti e Marco Andrioli,

tutti con competenze diverse, come accade in ogni team lavorativo che si rispetti,

nasce, nel settembre 2012, inizialmente solo sulla carta, Progetto Quid. Tre

mesi dopo, grazie all'apporto di un’importante azienda del settore tessile

veronese, che dona i primi capi, e alla fondazione San Zeno, che fornisce il

capitale, ma soprattutto grazie al lavoro delle donne delle cooperative Santa

Maddalena di Canossa, Vita e Comunità dei Giovani, vengono realizzate le prime

T-shirt.

Marchio del progetto è una molletta, «che unisce gli aspetti

dell'inclusione sociale e della tutela ambientale tipici del non profit con i

canali commerciali classici» spiega Lucia Dal Negro, responsabile della

comunicazione. Già, perché tutto ciò che viene prodotto da Quid (T-shirt da

uomo da donna, borse, sciarpe e accessori) in maniera artigianale, viene venduto

in veri e propri negozi (a Verona, Bolzano, Firenze e Vicenza) in un corner

dedicato, e on-line su Etsy.com

L'obiettivo è rendere Quid autonomo nel mercato, facendo sì

che non debba dipendere da donazioni, in uno «strano connubio tra sociale e

profit» prosegue Lucia.

A sorprendere questi ragazzi, oltre agli splendidi risultati

in termini di produzione e vendita ottenuti finora, è stata la naturale

capacità di questo progetto di creare attorno a sé interesse e sinergie. «Siamo

entrati in contatto con realtà inimmaginabili» raccontano. Tra i progetti più

particolari, la creazione di una linea di T-shirt con applicazioni in vela, in

onore della squadra di giovani italiani in partenza per i mondiali di

catamarano, che ha scelto di ospitare il marchio QUID sulla propria barca, e la

collaborazione con la fondazione AIDA per la realizzazione dei costumi, sotto

la guida di Alice Pezzo, dello spettacolo teatrale dedicato al Piccolo

Principe, che è andato in scena lo scorso 3 luglio in Cortile Mercato Vecchio.

L'obiettivo, ora, è di puntare alla collaborazione con

grosse realtà del settore tessile, ottenendo un ingresso costante di capi da

modificare. Questo permetterebbe di stabilizzare la struttura, dando sicurezza

sia alle cooperative, sia ai fondatori stessi, che oggi si dedicano a questo

progetto a titolo volontario, portando avanti parallelamente altri impieghi.

«Quello che ci spinge a impegnarci così tanto» concludono «è l'idea che non lo

stiamo facendo solo per noi stessi, ma soprattutto per queste ragazze, che oggi

hanno finalmente, anche grazie a Quid, una concreta possibilità di riscatto».