Esistono progetti, tra le start up giovanili, che hanno un
qualcosa in più, un “quid” legato sì alla capacità di creare proposte
alternative in un mercato lavorativo ormai stantio, ma anche di mantenere viva
l'attenzione verso il prossimo e l'ambiente. Sono questi gli aspetti che
rendono unico il Progetto Quid, secondo premiato al primo Start Up Day indetto
da Innoval.
Quid nasce meno di un anno fa dall'idea di una
venticinquenne veronese, Anna Fiscale, che da adolescente, per dare spazio alla
propria creatività, elaborava modifiche sui propri abiti, rendendoli unici.
Impegnata da sempre nel sociale e fresca di una laurea in cooperazione
internazionale, Anna ha deciso di dedicare il proprio tempo allo sviluppo di
un'idea che le girava in testa da molto: recuperare gli scarti della produzione
tessile (tessuti, capi difettati, vecchie produzioni invendute) per creare
nuovi modelli attraverso il lavoro di cooperative sociali dedite
all'inserimento professionale di donne in difficoltà.
Con la collaborazione di alcuni amici, Lucia Dal Negro,
Ludovico Mantoan, Elisabetta Stizzoli e Umberto Brambilla, a cui si sono
aggiunti poi Valeria Biasi, Marta Bortoletti, Fabio Lotti e Marco Andrioli,
tutti con competenze diverse, come accade in ogni team lavorativo che si rispetti,
nasce, nel settembre 2012, inizialmente solo sulla carta, Progetto Quid. Tre
mesi dopo, grazie all'apporto di un’importante azienda del settore tessile
veronese, che dona i primi capi, e alla fondazione San Zeno, che fornisce il
capitale, ma soprattutto grazie al lavoro delle donne delle cooperative Santa
Maddalena di Canossa, Vita e Comunità dei Giovani, vengono realizzate le prime
T-shirt.
Marchio del progetto è una molletta, «che unisce gli aspetti
dell'inclusione sociale e della tutela ambientale tipici del non profit con i
canali commerciali classici» spiega Lucia Dal Negro, responsabile della
comunicazione. Già, perché tutto ciò che viene prodotto da Quid (T-shirt da
uomo da donna, borse, sciarpe e accessori) in maniera artigianale, viene venduto
in veri e propri negozi (a Verona, Bolzano, Firenze e Vicenza) in un corner
dedicato, e on-line su Etsy.com
L'obiettivo è rendere Quid autonomo nel mercato, facendo sì
che non debba dipendere da donazioni, in uno «strano connubio tra sociale e
profit» prosegue Lucia.
A sorprendere questi ragazzi, oltre agli splendidi risultati
in termini di produzione e vendita ottenuti finora, è stata la naturale
capacità di questo progetto di creare attorno a sé interesse e sinergie. «Siamo
entrati in contatto con realtà inimmaginabili» raccontano. Tra i progetti più
particolari, la creazione di una linea di T-shirt con applicazioni in vela, in
onore della squadra di giovani italiani in partenza per i mondiali di
catamarano, che ha scelto di ospitare il marchio QUID sulla propria barca, e la
collaborazione con la fondazione AIDA per la realizzazione dei costumi, sotto
la guida di Alice Pezzo, dello spettacolo teatrale dedicato al Piccolo
Principe, che è andato in scena lo scorso 3 luglio in Cortile Mercato Vecchio.
L'obiettivo, ora, è di puntare alla collaborazione con
grosse realtà del settore tessile, ottenendo un ingresso costante di capi da
modificare. Questo permetterebbe di stabilizzare la struttura, dando sicurezza
sia alle cooperative, sia ai fondatori stessi, che oggi si dedicano a questo
progetto a titolo volontario, portando avanti parallelamente altri impieghi.
«Quello che ci spinge a impegnarci così tanto» concludono «è l'idea che non lo
stiamo facendo solo per noi stessi, ma soprattutto per queste ragazze, che oggi
hanno finalmente, anche grazie a Quid, una concreta possibilità di riscatto».