Storie di persone | 09 agosto 2020, 19:36

Tocatì 2020, che Festival sarà

Tocatì 2020, che Festival sarà

Esserci perché

La grande incertezza di tutti, le tante difficoltà nell’inseguire norme di sicurezza ancora e sempre in divenire, un budget ridotto in maniera drastica e la sostenibilità economica dell’evento tutta da ripensare. «Ma non potevamo rinunciare a dare questo segnale di ripresa» spiega Paolo Avigo, presidente della Associazione Giochi Antichi che ha fatto nascere il Festival Tocatì ormai 18 anni fa. Gli fa eco il vicepresidente Giuseppe Giacon «in questi mesi di socialità modificata, tornare a giocare insieme ha un contenuto nuovo, è il ritorno al benessere dell’incontro».

Esserci come

Certo «sarà un’edizione diversa, ridotta ovviamente, pensata rigidamente nel rispetto delle norme» chiarisce Avigo. L’imponenza delle scorse 17 edizioni non è nemmeno pensabile in questo anno così particolare. I 250 mila visitatori che erano soliti affollare le piazze di Verona non ci saranno.

I giochi in presenza osserveranno in maniera attenta tutte le prescrizioni, le piazze diventeranno i luoghi del deflusso e non più l’epicentro di balli e giochi collettivi, con alcune eccezioni come Piazza Erbe, i giardini del Palazzo delle Poste, il Cortile Mercato Vecchio che, per ampiezza o possibilità di perimetrazione, permettono lo svolgimento delle pratiche ludiche in sicurezza. Si giocherà ma sempre in spazi all’aperto «controllati» dove è possibile assicurare un sistema di entrate e uscite, garantendo accessi contingentati e distanziamento sociale.

Per la prima volta nuove aree apriranno le loro porte al festival nel segno di una valorizzazione nuova anche del sistema museale veronese: il Museo degli Affreschi Cavalcaselle, il cortile di Castelvecchio e dell’Arsenale, la Villa romana di Valdonega, l’ex Macello e via così.

Esserci ovunque

Dal 17 al 20 settembre, oltre ai luoghi veronesi saranno tante altre le vie e le piazze italiane che si animeranno con i giochi tradizionali. Tredici le comunità ludiche sparse per l’Italia che si collegheranno online mentre lanceranno l’uovo o andranno sui trampoli, intente a rotolare sugli alpeggi il formaggio o impegnati a remare sulle imbarcazioni della laguna.

«Ci sarà il privilegio del proprio contesto» precisa Giacon. Per la prima volta si giocherà a casa propria, nei borghi del Nord come nel Centro e nel Sud. Un’attenzione all’Italia minore che sa trattenere gestualità antiche, «perché i giochi li custodiscono i paesi non le grandi città che faticano ad esprimere queste tradizioni impalpabili» spiega Avigo. Nell’anno in cui si parla tanto e a ragione del turismo di prossimità, la riflessione sui borghi è puntuale ma sempre sottesa, anche in passato, alle scelte e all’incedere del Festival.

«Sono patrimoni viventi», piccoli paesi dove ancora resiste il significato radicale di essere comunità. Condividere il dolore e le risa di chi ci vive accanto.

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Nota

Il programma è soggetto a possibili cambiamenti legati agli sviluppi dell'emergenza sanitaria in corso, per aggiornamenti vi invitiamo a seguire il sito www.tocati.it.

Sfoglia Pantheon 113 – Speciale Tocatì