Cultura e spettacoli | 09 dicembre 2020, 11:21

Di social media e altri mali terribili

Di social media e altri mali terribili

Prima ancora di lavarsi i denti e fare colazione, molti adolescenti iniziano la loro giornata con in mano il proprio telefono. Sul tragitto verso la scuola, potrebbero scorrere i post di Instagram dei compagni di classe, condividere i loro TikTok preferiti o rispondere a messaggi arrivati a tarda notte da una chat di gruppo con i loro migliori amici. Si tratta, ovviamente, di interazioni banali (di cui gli adulti sono altrettanto colpevoli), ma per molte ragazze e ragazzi le piattaforme social possono incidere significativamente sulla loro salute mentale ed emotiva. Negli ultimi anni, una miriade di esperti, a cui ha fatto seguito il pubblico generalista, non ha perso tempo a puntare il dito contro i social media come causa di malesseri vari, tra cui ansia e depressione, tra le fasce di popolazione più giovani. Ma la ricerca scientifica non è ancora arrivata a una risposta definitiva al riguardo, mentre moltissimi studi cercano di scattare una fotografia più nitida del fenomeno.

Secondo uno studio pubblicato su Lancet Child & Adolescent Health, i social media sono sì associati a problemi di salute mentale, ma solo in determinate circostanze e solo per determinate persone. Per entrare nello specifico, è per le ragazze che l'uso frequente dei social media sembra nuocere alla salute, quando porta a cyberbullismo e/o mancanza di sonno ed esercizio fisico adeguati. Gli stessi fattori sembravano però non avere lo stesso effetto sui ragazzi, e lo studio non prende in considerazione i modi specifici in cui i social network potrebbero essere dannosi per gli adolescenti. Per quanto questo risultato possa sembrare una conseguenza diretta di una generazione cresciuta a pane e smartphone, la soluzione è decisamente più complessa di premere sul tasto log off. Il consiglio per genitori, insegnanti, educatori resta quello di incoraggiare le ragazze più giovani a sviluppare resilienza e abitudini sane mentre navigano online, sfruttando l’uso dei social media per contribuire positivamente alla loro salute mentale e fisica.

Se gli adolescenti e le loro ossessioni digitali erano fonte di preoccupazione già nell’era pre-Covid, gli ultimi mesi hanno stabilito quanto bisogno ci sia di linee guida e indicazioni per navigare queste acque. Parenting Teens in the Age of Social Media, un nuovo studio pubblicato da Ann & Robert H. Lurie Children's Hospital of Chicago, ha rivelato che, secondo i quasi 3.000 genitori intervistati, il 63% degli adolescenti utilizza i social media più di quanto non facesse prima della pandemia.

Ma forse non tutto il male viene per nuocere: un quinto dei giovani tra i 18 e i 24 anni, infatti, ha disattivato i propri account sui social network durante i mesi della pandemia, mentre un terzo sta limitando l’utilizzo dello smartphone durante la giornata. L’ultimo sondaggio della Digital Society Index condotta a livello globale da Dentsu Aegis Network rivela come la Generazione Z abbia già ridotto la quantità delle proprie attività online. I dati  raccolti dallo studio rivelano che, nonostante il lockdown abbia portato ad un aumento dell’attività online, il 17% dei GenZers ha disattivato i propri account sui social media negli ultimi 12 mesi, una cifra che in Italia arriva al 25%. Misure che indicano una forte consapevolezza da parte dei GenZers di come e quanto i loro dati possono essere utilizzati, e di alcuni degli impatti negativi percepiti della tecnologia sulla società.