Cultura e spettacoli | 20 settembre 2018, 16:44

Ecco come sarà il futuro Museo Diocesano di Verona

Ecco come sarà il futuro Museo Diocesano di Verona

Oggi, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2018, sarà presentato il progetto del Museo Diocesano che avrà sede nel complesso della chiesa di San Fermo Maggiore. Inoltre, sarà celebrata la conclusione del restauro del soffitto ligneo a carena di nave rovesciata.

L’iniziativa ha ottenuto il marchio di riconoscimento europeo MIBACT/UE ed è promossa dalla Diocesi di Verona in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Comune di Verona. Una giornata simile era già stata organizzata ma a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, il 19 giugno.

Il programma inizia alle 16 con i saluti del vescovo, monsignor Giuseppe Zenti, a cui seguono quelli dell’europarlamentare Giancarlo Scottà, dell’assessore regionale Elisa De Berti, e del sindaco di Verona Federico Sboarina. Dopo il primo intermezzo musicale condotto da Roberto Bonetto, all’organo, e da Roberto Rigo, alla tromba, ci sarà il primo intervento di Tiziana Franco, docente di storia dell’arte medievale all’Università di Verona, dal titolo “I francescani in San Fermo”. Seguirà il soprintendente per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio delle province di Verona, Rovigo e Vicenza, Fabrizio Magani, con “Il complesso di San Fermo: nuove forme di fruizione”. L’ingegnere Alberto Maria Sartori, progettista statico del Museo, parlerà invece di “Il restauro del soffitto della chiesa superiore: aspetti salienti, criticità e curiosità”. Si entra poi nel vivo dell’argomento con l’architetto Fabio Zecchin, direttore del progetto museale, che affronterà il tema de “La progettazione del Museo Diocesano e il marchio di riconoscimento europeo” a cui seguirà don Maurizio Viviani, parroco e direttore del Museo, che terminerà la giornata con “Un Museo per raccontare la diocesi, la città e la loro vocazione all’arte”.

Al termine dell’evento, e fino alle 20, sarà possibile anche visitare il chiostro sede della soprintendenza attraverso il cancello che divide la parrocchia dal suo ex complesso di origine francescana.

IL PROGETTO. Nel dettaglio, il progetto prevede che il Museo Diocesano sia collocato nella chiesa superiore e nei locali attigui al chiostro adiacente. «L’idea – fa sapere don Viviani - è di creare un luogo non solo per esposizioni d’arte ma anche per renderlo una realtà culturale che possa mettersi in rete con gli altri musei cittadini e i musei ecclesiastici dell’AMEI. Il Museo, quindi, intende esporre e catalogare opere d’arte stabili, ma anche temporanee provenienti dalla diocesi e dalle parrocchie coinvolgendo, oltre il Comune, Fondazione Cariverona, Fondazione Cattolica Assicurazioni e Banca Popolare di Verona per l’esposizione di opere d’arte sacra a esse appartenenti. Inoltre, promuoverà manifestazioni, convegni, concerti e altre attività culturali con spazi didattici e moderne tecnologie multimediali».

Il Museo potrebbe essere articolato in cinque sezioni: Scoprire la Chiesa, Scoprire i personaggi illustri, Scoprire i tesori della diocesi, Esposizioni temporanee e Didattica e catechesi. Attraverso queste sezioni si seguirà un percorso cronologico che tocca l’epoca paleocristiana, romanica, scaligera, rinascimentale-veneziana, l’Ottocento, il Novecento e il contemporaneo.

Il progetto nasce nel 1978 per volere dell’allora vescovo monsignor Giuseppe Carraro. Solo nel 2011, però, viene ufficialmente costituito su decreto dell’attuale vescovo, monsignor Giuseppe Zenti. Direttore diviene don Tiziano Brusco, all’epoca parroco di San Fermo, a cui subentra nel 2015 don Maurizio Viviani.

Nonostante l’idea progettuale ci sono ancora alcune criticità da affrontare. Come spiega don Viviani, «la prima è legata alle proprietà divise tra il Demanio e la Soprintendenza, la seconda alle azioni necessarie per creare un progetto espositivo e la terza all’accessibilità ai diversamente abili». Insomma, il progetto c’è, ma per la sua realizzazione bisognerà attendere ancora. Forse sabato si saprà qualcosa in più.