Cultura e spettacoli | 03 gennaio 2018, 11:26

Fotografo la natura perché è un’emozione senza prezzo

Fotografo la natura perché è un’emozione senza prezzo

Di Enea Dal Forno tutto si può dire tranne che sia alla ricerca della notorietà: nato a Grezzana 34 anni fa, lavora come operaio e vive a Verona con la sua famiglia. Da ormai dieci anni pratica, per hobby, la fotografia. Negli ultimi sei anni, ha rivolto la sua attenzione ad un genere preciso: la fotografia naturalistica.

di Federica Lavarini

Quando lo contattiamo, Enea si meraviglia che qualcuno sia interessato alla sua produzione fotografica, a quella che per lui è una passione senza ambizioni, documentata da un sito internet in continuo aggiornamento.

Enea, come si è avvicinato alla fotografia?

Ho acquistato la mia prima macchina fotografica nel 2009 senza alcuna intenzione di volermi dedicare in maniera approfondita a questa attività. L’ho fatto come tante altre persone, per avere una macchina fotografica con cui andare in giro e fare “clic” ogni volta che vedevo qualcosa che mi incuriosiva. Con la Bridge avevo tante soddisfazioni perché è una macchina facile da usare e, per un principiante come ero io, è stata davvero una grande sorpresa. Visto l’entusiasmo dei primi risultati, mi sono avvicinato all’uso della più popolare Reflex, che dà ancora maggiori prestazioni in fatto di effetti, controllo della luce e dei movimenti.

Quali sono i suoi soggetti preferiti?

All’inizio scattavo foto di vario genere, sempre seguendo con un occhio di attenzione la foto naturalistica. Mi piace molto la Lessinia ed è stato proprio qui che la fotografia della natura ha iniziato ad appassionarmi sino a diventare il mio primo soggetto, il resto quasi non mi sembrava più fotografia.

Qual è la parte più bella e quella meno di questo genere di foto?

Le mie prime foto di animali le ho scattate in riserve naturali come la bellissima Bayerischer Wald in Germania. Qui le specie vengono tutelate, favorendo la loro riproduzione. Si potrebbe pensare che cercare lo scatto perfetto in un ambiente protetto possa essere più semplice, ma non è proprio così. Di solito parto da casa con l’idea di fotografare un preciso animale: ad esempio l’aquila reale in Lessinia piuttosto che l’avvoltoio gipeto sulle Alpi. Per intercettare con l’obiettivo fotografico un animale che vive in natura sono necessarie ore, talvolta giornate intere, di appostamento in travestimento mimetico senza, magari, riuscire a portare a casa nemmeno uno scatto. Una frustrazione che viene però ripagata quando la specie per cui hai deciso di partire da casa con tutto il tuo armamentario – affrontando chilometri di auto e ore di paziente attesa – passa davanti a te del tutto ignara del tuo obiettivo fotografico e tu, finalmente, puoi catturarla in tutto il suo fascino.

Qual è l’animale che predilige per le sue foto?

Al primo posto c’è la lince e i felini in generale, poi l’avifauna, soprattutto i grandi rapaci: avvoltoi, aquile, gipeti. Amo moltissimo gli orsi e per fotografarli sono andato in Finlandia. Ho poi fatto dei viaggi in Africa per immortalare la vasta biodiversità del luogo e in Spagna e Polonia per avvicinarmi ai grandi rapaci.

Quali sono gli aspetti più belli di questo suo hobby?

A monte c’è sempre un lavoro di documentazione sulle specie che intendo fotografare: devo conoscere dove vivono, le abitudini, i periodi di riproduzione, l’attitudine nei confronti dell’uomo. Quando sono sul campo, l’attesa dell’animale che devo fotografare mi porta quasi ad una simbiosi con l’ambiente perché devo essere mimetizzato al punto da non poter essere distinguibile da un cespuglio o da un cumulo di foglie o erba. Diventare così simile all’habitat nel quale l’animale vive mi fa capire molti aspetti del suo comportamento quando lui, finalmente, si avvicina a me. E questa vicinanza da brivido con gli animali che poi andranno a finire nelle migliaia di scatti che porterò a casa, rappresenta l’emozione più forte di questa mia grande passione.

Per seguire Enea Dal Forno: www.enea-fotonatura.it