Costruito tra il 1883 e il 1888 dal Genio Militare italiano,
il Forte di San Briccio si trova sulla sommità dell’omonimo colle, e da più di
cent’anni sovrasta il piccolo paese. Nel corso degli anni ha visto svariate
modalità di utilizzo: da baluardo difensivo in realtà mai utilizzato, a
deposito munizioni durante il periodo bellico, fino all’occupazione da parte
delle truppe tedesche, successivamente ritiratesi nel 1945. Subito dopo la
ritirata, la popolazione locale e qualche volontario, portarono via ed
eliminarono il materiale esplosivo lì presente, al fine di scongiurare il
pericolo di un’esplosione che avrebbe avuto conseguenze disastrose (come
accaduto invece al Forte Castelletto, vedi Pantheon 41, ndr). Continuò ad
essere deposito-munizioni per volere dell’esercito italiano fino al 1978, e al
principio degli anni Ottanta la natura delle sue funzioni cambiò completamente.
È a partire da quel periodo infatti, che il Forte di San Briccio divenne teatro
di attività culturali, concerti e spettacoli curati dal Centro Culturale di
Lavagno, in seguito a un duro lavoro di risistemazione e pulizia ad opera dei
volontari del Centro. Per volere degli abitanti del paese, stimolati dalla
voglia di raccontare la cultura contadina e spinti dal desiderio di offrire
alla collettività uno spazio pubblico da poter sfruttare al meglio, nel giugno
del 1981 si allestì al suo interno la prima (e unica nel Veneto, ndr) mostra di
oggetti della vita contadina. Tutti si impegnarono per una buona riuscita,
raccogliendo attrezzi e strumenti di una volta, restaurati e sistemati con
estrema accuratezza. Data la vastità del numero di sale, 150 per la precisione,
il forte risultava un ottimo luogo in cui poter ricreare la civiltà agricola di
un tempo: dalla sala dedicata agli attrezzi per l’aratura a quella per la
raccolta del fieno, dalla cantina con gli oggetti per la lavorazione del vino
alla bottega del fabbro. Un tuffo nel passato, una ricerca e riscoperta delle
proprie radici: questo era il forte. Alla mostra seguirono molte altre
attività, tra cui esposizioni fotografiche sul paese di San Briccio,
sull’apicoltura, sulle fortificazioni austriache nel veronese, e altre
manifestazioni e spettacoli di carattere artistico e sportivo.
Gli ampi e numerosi spazi ospitarono anche la sede del coro
paesano “La Fonte”, attivo sostenitore delle manifestazioni all’interno del
forte, e parte attiva nell’organizzazione della rassegna dei cori, che ogni
anno non mancava di emozionare il pubblico. Il forte rimase così attivo per una
ventina di anni, fino ai primi del 2000, quando venne abbandonato a sé stesso
in seguito ad una dichiarazione di inagibilità. Da quel momento il degrado e
l’incuria si fecero sentire, e la cultura, gli spettacoli e i musei avevano
perduto il loro principale punto di riferimento.
Oggi il Forte di San Briccio è chiuso al pubblico e non è
visitabile, ma grazie a Lino Pasetto, presidente di quel Centro Culturale che
per molti anni si era occupato di mantenere attiva la struttura, direttore del
coro La Fonte nonché «direttore artistico» dell’associazione di volontariato
“All’ombra del forte” attualmente attiva per il suo recupero definitivo, ci
siamo addentrati tra quei cunicoli, respirando l’atmosfera misteriosa e
purtroppo oggi, silenziosa. L’associazione “All’ombra del forte”, a cui il
Comune di Lavagno ha assegnato la gestione del forte recentemente passato di
proprietà dal Demanio al comune stesso, è nata con lo scopo di recuperare la
struttura e realizzare attività ricreative e culturali, per far sì che lo
splendore del passato torni ad essere presente.
«Abbiamo completato la terza campagna di lavoro, e
solitamente ci troviamo il sabato mattina insieme con tutti coloro che armati
di voglia e pazienza, ci danno una mano per il raggiungimento dell’obiettivo»,
confida Lino. «Abbiamo sistemato il ponte levatoio, che prima era dissestato e
pericoloso, e ripulito l’interno dalle erbacce e dagli arbusti incolti». Il
lavoro sarà lungo, ma ai componenti dell’associazione non mancano di certo le
idee. Il lavoro sarà lungo, ma Lino assieme ai volontari, auspica di completarlo
in breve tempo. «Anche se è difficile preventivarne il completamento, un primo
obiettivo si sta già materializzando. Il “parco del forte” è ormai una nostra
prima conquista». La speranza è di terminare i lavori di risistemazione entro
fine anno, in modo da poter aprire al pubblico il portone del forte. In un
secondo momento, come ci confida Lino, «una volta completati i lavori di
sistemazione e pulizia, abbiamo pensato di riprendere le attività che un tempo
si svolgevano, ricreando tra queste mura quell’interesse didattico e culturale
che permeava il forte di San Briccio, che merita di tornare ad essere
valorizzato».