Cultura e spettacoli | 15 settembre 2013, 12:28

Mai più soli

La notizia è rimbalzata prima sul web, proprio perché il

premier, Enrico Letta, ha comunicato l'approvazione del decreto tramite

Twitter. All'inizio di agosto, in uno degli ultimi Consigli dei Ministri prima

delle ferie estive, il Governo ha approvato un decreto molto importante per la

tutela dalle violenze domestiche e virtuali. La tematica principale affrontata

dal testo di legge, è quella che contrasta il femminicidio, fenomeno dilagante

che negli ultimi mesi ha toccato da vicino anche la città di Verona, coinvolta,

a sua insaputa, nello scandalo Ciccolini.

Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha sottolineato

l'importanza di questo intervento normativo: «Abbiamo approvato una serie di

norme con tre obiettivi: prevenire la violenza di genere, punire in modo certo

e proteggere le vittime». Il testo è snello, solo 12 articoli, ma rappresenta

un chiaro segnale di tutela per quelle categorie più vulnerabili dalle nuove

forme di violenza domestica e virtuale. «Lo scopo» ha continuato Alfano, «è quello

di proteggere la vittima, punire il colpevole e agire perché la catena non

arrivi all'omicidio».

Lo scorso 25 agosto, anche la Corte di Cassazione ha

completato una relazione illustrativa sulla legge, esprimendo soddisfazione per

l'emanazione, ma indicando anche alcuni passaggi che andrebbero ulteriormente

inaspriti, come quello della “violenza assistita”. Il decreto prevede infatti

che, qualora alla violenza assista un minore, la pena dovrà essere aumentata di

un terzo. La Cassazione ha specificato che tale tutela andrebbe aggiunta anche

per «atti persecutori commessi in presenza di minori», e quindi non solo di

violenza (includendo quindi anche lo stalking, ndr).

Ai processi per femminicidio verrà inoltre data una

priorità, e alle vittime di violenza sarà garantito il gratuito patrocinio

indipendentemente dal reddito. Le vittime saranno tenute aggiornate

continuamente sull'esito e lo stato del processo a carico della vittima, cosa

che ad oggi spesso non succedeva. Ancora, se al processo dovrà intervenire un

minore o un maggiorenne vulnerabile, sarà protetto, così come viene ribadito

che chi telefonerà alle Forze dell'Ordine per denunciare una violenza e lascerà

il proprio nome non sarà divulgato: lo Stato tutela infatti l'assoluto

anonimato delle vittime di violenza.