La notizia è rimbalzata prima sul web, proprio perché il
premier, Enrico Letta, ha comunicato l'approvazione del decreto tramite
Twitter. All'inizio di agosto, in uno degli ultimi Consigli dei Ministri prima
delle ferie estive, il Governo ha approvato un decreto molto importante per la
tutela dalle violenze domestiche e virtuali. La tematica principale affrontata
dal testo di legge, è quella che contrasta il femminicidio, fenomeno dilagante
che negli ultimi mesi ha toccato da vicino anche la città di Verona, coinvolta,
a sua insaputa, nello scandalo Ciccolini.
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha sottolineato
l'importanza di questo intervento normativo: «Abbiamo approvato una serie di
norme con tre obiettivi: prevenire la violenza di genere, punire in modo certo
e proteggere le vittime». Il testo è snello, solo 12 articoli, ma rappresenta
un chiaro segnale di tutela per quelle categorie più vulnerabili dalle nuove
forme di violenza domestica e virtuale. «Lo scopo» ha continuato Alfano, «è quello
di proteggere la vittima, punire il colpevole e agire perché la catena non
arrivi all'omicidio».
Lo scorso 25 agosto, anche la Corte di Cassazione ha
completato una relazione illustrativa sulla legge, esprimendo soddisfazione per
l'emanazione, ma indicando anche alcuni passaggi che andrebbero ulteriormente
inaspriti, come quello della “violenza assistita”. Il decreto prevede infatti
che, qualora alla violenza assista un minore, la pena dovrà essere aumentata di
un terzo. La Cassazione ha specificato che tale tutela andrebbe aggiunta anche
per «atti persecutori commessi in presenza di minori», e quindi non solo di
violenza (includendo quindi anche lo stalking, ndr).
Ai processi per femminicidio verrà inoltre data una
priorità, e alle vittime di violenza sarà garantito il gratuito patrocinio
indipendentemente dal reddito. Le vittime saranno tenute aggiornate
continuamente sull'esito e lo stato del processo a carico della vittima, cosa
che ad oggi spesso non succedeva. Ancora, se al processo dovrà intervenire un
minore o un maggiorenne vulnerabile, sarà protetto, così come viene ribadito
che chi telefonerà alle Forze dell'Ordine per denunciare una violenza e lascerà
il proprio nome non sarà divulgato: lo Stato tutela infatti l'assoluto
anonimato delle vittime di violenza.