Cultura e spettacoli | 29 settembre 2015, 12:31

Solidarietà su tre ruote

Solidarietà su tre ruote

 Abbattere le barriere attraverso un risciò? È possibile, se a guidarlo sono detenuti in cerca di una nuova possibilità e a usufruirne sono anziani e disabili.

 

Può un servizio di volontariato valorizzare contemporaneamente sia i volontari che vi partecipano che le persone che ne usufruiscono? Sì, se sia i soggetti che gli oggetti del progetto che porta avanti sono persone appartenenti a categorie svantaggiate. Su questa base nasce “Risciò solidale”, voluto da CLV impresa sociale, realtà nata in seno a CISL per fare impresa offrendo opportunità nel sociale, FNP Pensionati CISL Verona, Anteas – coordinamento di Verona, con il supporto economico di Fondazione Cattolica e la collaborazione della Casa Circondariale di Verona, del Garante ai diritti dei detenuti del Comune di Verona, delle sezioni locali di FAND - Federazione Associazioni Nazionali Disabili, UICI - Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ENS - Ente Nazionale Sordi, degli Amici della bicicletta e di AMEntelibera. Si tratta di un nuovo servizio, attivo nel Comune di Verona da luglio, di trasporto di persone anziane o con disabilità lieve. Mezzi di trasporto sono due simpatici risciò a tre posti, a pedalata assistita, con tettuccio, per riparare sia dalla calura che dalle piogge estive, e perfino dei pannelli solari per la ricarica parziale della batteria; guidatori di queste “bici a tre ruote” sono dei volontari provenienti dalla Casa Circondariale di Montorio e inseriti all’interno di percorsi per il reinserimento sociale.

«“Risciò soldale” si inserisce nella scia di una realtà nata lo scorso, “Verona in tandem” (www.veronaintandem.it), ideata da CLV insieme ad altre associazioni, tra cui l’Unione Ciechi, con il finanziamento di Fondazione Cattolica, per offrire l'opportunità di un cicloturismo accessibile sul territorio veronese attraverso il noleggio di tandem. Questo servizio, tuttora attivo, è gestito da un volontario della Casa Circondariale di Verona, nell’ambito di un progetto di reinserimento sociale. Si è pensato di allargare questo tipo di proposta anche ad altre esperienze, mantenendo sempre l'attenzione sul concetto di “mobilità sostenibile”, intesa come un nuovo modo di spostarsi, più “dolce”, e insieme della creazione di opportunità nel sociale» spiega Anna Corradini di AMEntelibera, realtà che si occupa di sviluppo locale, turismo accessibile, educazione ambientale e accompagnamento turistico. «Questo secondo progetto, ispirato a un modello consolidato in alcuni Paesi del Nord Europa, vuole offrire un servizio di “sollievo”, occupando in modo piacevole il tempo libero di persone svantaggiate, in primis anziani e persone con disabilità lievi che appartengono a case di riposo, associazioni, circoli all'interno del Comune di Verona, che durante la giornata vengono condotte, in risciò, all’interno di circuiti cittadini prestabiliti, per passare del tempo all’aria aperta, in un modo diverso dal solito. Contemporaneamente si vuole dare a persone detenute, inserite in un percorso di reinserimento in società, la possibilità di effettuare un servizio di volontariato, dopo un periodo di formazione specifica sia pratica, inerente la guida del mezzo, che teorica, legata alle relazioni con il pubblico e alla conoscenza della città».

Il servizio, attivo da luglio fino al prossimo autunno, e coordinato dall'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Verona, che ha il compito di individuare le realtà locali legate alle Terza Età e alla disabilità che possono usufruirne, è gratuito. I risciò attivi al momento sono due e i volontari addetti al trasporto sono otto, impegnati su turni. Lontani dall’essere meri “pedalatori”, ai volontari è richiesto di “intrattenere” le persone che accompagnano in giro per la città, raccontando aneddoti e curiosità sulla città. «Gli otto volontari hanno dimostrato da subito un grande entusiasmo – racconta Anna Corradini – e si sono posti in modo attivo in tutte le fasi del progetto, dando suggerimenti e consigli. L'idea – conclude - è di renderlo, nel prossimo futuro, un servizio turistico a tutti gli effetti, incrementando il numero di risciò a disposizione – che saranno sempre guidati da persone provenienti da percorsi di reinserimento in società - e offrendo quindi a chi viene a visitare Verona un modo diverso per percorrere la nostra città».