Cultura e spettacoli | 08 agosto 2017, 07:27

Sulla via dei Balcani

Sulla via dei Balcani

Ha viaggiato attraverso la musica underground balcanica con una macchina fotografica. Avanti e indietro per il territorio dell'ex Jugoslavia, per anni. Recentemente Ana Blagojevic, fotografa veronese, ha accompagnato l'atleta triestino Giacomo Goina nella sua avventura lunga 42 km per 42 giorni, documentandone il viaggio.

 

1764 km percorsi tutti d'un fiato, una maratona al giorno. Un team di tre persone: Alessandro, alla guida di un'auto, Ana spesso in bicicletta, e Giacomo di corsa.

Una sfida al limite delle possibilità, quasi un controsenso per un ballerino che mette in gioco le ginocchia per una corsa contro se stesso. Ana lo conosce durante uno spettacolo a Milano alla Paolo Grassi. Fotografa da una vita, lei, ma quando parte da Trieste comincia anche a fare video.

Il viaggio che documenta comincia a Trieste il 17 aprile e arriva fino ad Atene il 28 maggio. Una volata benefica attraverso Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Albania e Grecia che prende il nome di “42X42 Born To Run”, che oltre ad essere una sfida è anche un crowdfunding per l'associazione MiTi. Un'associazione di volontariato sport e cultura in memoria del giovane sportivo Mitja Gasparo, morto a 24 anni a causa di un incidente stradale.

«Devi trovare l'equilibrio tra ricerca artistica e vita». Sono giorni di entusiasmo e fatica quelli che accompagnano Ana nei 42 giorni durante i quali deve mantener fede alla parola data: documentare il viaggio di Giacomo e chiudere il cerchio del progetto personale “Recovery”, cominciato nel 2012. Recovery ovvero “recupero”. Perché durante i suoi viaggi nei Balcani alcune schede di memoria si rompono, e, nell'operazione di ripristino, le immagini presentano dei glitch, degli errori. Il caos di quest'enorme mole di materiale raccolto in quei cinque anni viene sviluppato nel 2016 durante una residenza artistica alla Fondazione Bevilacqua la Masa, a Venezia.

Il risultato è un'indagine fotografica sulla scena musicale underground nei Balcani, qualche anno dopo la guerra dell'ex Jugoslavia. Un libro che viene esposto anche a Venezia nelle Gallerie San Marco nel febbraio del 2017. Attualmente, una parte del progetto “Recovery”, arricchito da questo viaggio, è esposta alla mostra collettiva “Origo”, presso la Galleria Fotografica Fonderia 20.09 in via Venti Settembre 67, ed è visitabile fino al 31 luglio 2017.

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«Avrei voluto documentare la scena come da esterna, ma poi ho capito che ero anche io parte del gruppo e dovevo fare i conti con gli equilibri interni.» Il trio corre veloce per il Montenegro, Albania e Grecia. Quelli che incontrano sono i «Paesi cuscinetto dell'Occidente». Paesi diversi, uno dall'altro: da una parte quelli dell'ex Jugoslavia, territori frammentati per la presenza di tre diverse religioni e identità nazionali in conflitto. Dall'altra, l'Albania e la Grecia.

Individuare tratti e lineamenti comuni delle società e delle persone è l'obiettivo della ricerca fotografica di Ana. È durante questo attraversamento che qualcosa tocca i sentimenti della fotografa, originaria di Belgrado: l'identità balcanica.

«Quasi una malinconia, un pieno di colori», la descrive. E sulle difficoltà incontrate, spiega che in un viaggio come questo, c'è sempre qualcosa o qualcuno che le mitiga. «Essere al fianco di una persona che ogni giorno vuole superare il limite, ti dà la determinazione di andare avanti e la consapevolezza che si può realizzare solo se si resiste tutti insieme.»