Cultura e spettacoli | 15 febbraio 2018, 14:09

Un polo museale unico non per forza un'utopia

Un polo museale unico non per forza un'utopia

Un polo museale unico per tutta la città di Verona. È con questo auspicio che è iniziato l’anno nuovo, sotto l’insegna di una super dirigente, Francesca Rossi, nominata dalla giunta a dicembre.

Di Erika Prandi

Con lei si vedranno accorpati il Museo di Castelvecchio, il Museo archeologico al Teatro Romano, il Museo degli affreschi, la Casa di Giulietta, il Museo Maffeiano e il Centro Internazionale Scavi Scaligeri con il Museo di Storia naturale e la Galleria d’Arte Moderna. Una scelta importante che va nella direzione di una visione unitaria e completa dell’intero patrimonio culturale della città che spazia dall’epoca romana a quella contemporanea. Sul Museo di Storia naturale si sta ancora aspettando una decisione in merito ad un suo futuro trasferimento: Castel San Pietro o Arsenale?

Nel frattempo sono molte le mostre offerte ai turisti in questi anni, a partire da quella su Girolamo dai Libri che nel 2008 ha accolto 36mila visitatori. Il 2011 si è chiuso con l’esposizione Il Settecento a Verona che, ad aprile 2012, ha contato 40.160 ingressi. Nel 2013 è stata la volta della mostra di Goldin Da Botticelli a Matisse. Volti e figure che ha catalizzato ben 94.160 visitatori. Sempre nel 2013 c’è stata l’altra importante esposizione di Linea d’Ombra Verso Monet che ha chiuso a febbraio 2014 con 211.315 ingressi. Un record assoluto. In quell’anno è da menzionare anche l’introduzione della Verona Card che ha semplificato il modo di accedere ai musei civici e l’importante e ultima mostra del Comune su Paolo Veronese che ha accolto 87mila visitatori.