Editoriali | 27 novembre 2019, 08:57

I giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche

I giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche

Ancora minorenne, alla prima esperienza lavorativa, entrare in un reparto di produzione con carrelli in movimento, sostanze altamente infiammabili, solventi e liquidi pericolosi, prodotti pesanti da accatastare sui pallets significava espormi a rischi maggiori rispetto a una persona adulta, a un operaio già formato.
Dopo un iniziale tentennamento decise di approvare il mio inserimento, non prima di avermi fatto le dovute e ripetute raccomandazioni. Fu un’esperienza dura, intensa, formativa. Conobbi persone deliziose, dedite al lavoro; affaticate, a volte proprio stanche, ma consapevoli e orgogliose dell’importanza di avere un impiego, un ruolo sociale, un reddito per mantenere le proprie famiglie. Imparai molto da loro, da quell’esperienza, sia dal punto di vista pratico che umano. Negli anni successivi tornai ancora in quella fabbrica, e poi in altre, e in altre ancora, d’estate o anche durante l’anno nel periodo dell’università.

Un’alternanza-scuola lavoro “ante litteram”, la mia, come fu per tanti miei amici e coetanei, di cui sottolineo sempre il valore. Lo scorso 24 ottobre con l’Associazione Verona Network siamo tornati in Camera di Commercio per parlare di giovani e lavoro. L’alternanza, così come l’abbiamo conosciuta nell’ultimo triennio, oggi ha cambiato nome e forma, si chiama PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento). Non è cambiata però la sostanza. Quello che è emerso dall’incontro, a cui hanno partecipato i principali referenti del mondo scuola, a partire dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico di Verona Albino Barresi, è che nonostante una significativa riduzione del monte ore per gli istituti tecnici, professionali e per i licei, per i quali il Ministero ha indicato con il decreto numero 774 del 4 settembre 2019 un tetto minimo obbligatorio piuttosto esiguo, c’è la volontà di proseguire con convinzione sulla strada tracciata.
L'esperienza degli studenti nelle aziende, infatti, nella stragrande maggioranza dei casi ha prodotto risultati molto positivi. Al di là di quello che sarà l'iter ministeriale, l’impressione avuta è che ci sia ancora un forte desiderio da parte di dirigenti scolastici, scuole, imprenditori e aziende, di impegnarsi per garantire agli studenti la possibilità di uscire dalle aule e toccare con mano, in giovane età, gli ambienti lavorativi.
Claudio Cioetto, imprenditore e vice presidente di Apindustria Confimi, presente alla serata in Camera di Commercio, ha annunciato addirittura che a breve alcune decine di aziende veronesi associate apriranno le loro porte per una settimana intera in una sorta di “Open Day” dedicato non solo agli studenti, ma anche alle famiglie, ai professori, ai dirigenti.

Si è creato un forte rapporto di fiducia e collaborazione tra le parti, in un periodo difficile dal punto di vista occupazionale. Un carico di responsabilità condiviso nei confronti delle nuove e spesso disorientate generazioni che va preservato, comunicato, sostenuto.
Io posso ritenermi fortunato: quel pomeriggio d’estate del 1997 avevo di fronte una persona che questa responsabilità l’aveva già sentita.
Grazie Gabriella.

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