Cultura e spettacoli | 16 settembre 2013, 14:25

A scuola con i campioni

A scuola con i campioni

A volte le misure non contano. Quando, ad esempio, 2.10 metri di muscoli incontrano il metro e quaranta di un bambino dal sorriso felice, non ci sono altezze che reggono. Soprattutto quando ci si diverte, insieme.

Lo sanno bene Christian Di Giuliomaria cestista di serie A

prima con la Tezenis di Verona e ora con il Roseto, Matteo De Cecco, allenatore

della Marmi Lanza Volley A1 e Roberto Della Vecchia, ex capitano scaligera Basket

Verona. Sono professionisti che si divertono ancora a giocare e che vogliono,

con dolce insistenza, far appassionare anche i più piccoli. Per dimostrare che

ai giovani ci tengono davvero, ogni estate tutti e tre organizzano e

partecipano con entusiasmo a Magic Camp 3D, due settimane di travolgente

divertimento all'insegna della pallavolo e del basket.

Abbiamo fatto qualche domanda a due di loro per capire

meglio quanto sia importante oggi per i bambini scoprire lo sport e viverlo in

modo spensierato, per crescere.

Ora che hai firmato con il Roseto, sono 17 anni che lavori nell'ambito della pallacanestro. Come e quando è partita questa passione?

Io non nasco come giocatore di basket. Fino a dodici anni e

mezzo sono stato nuotatore, anche con discreti risultati a livello agonistico,

poi a 17 anni ho scoperto la pallacanestro e mi sono innamorato. Prima con il

Cantù, con cui ho esordito in A nel 1996, poi con il Varese fino al 2003,  in seguito un paio di anni con il Sassari e

con la Snaidero Udine fino al 2005. Nel 2011 mi sono tesserato con la Tezenis

di Verona in Legadue e dopo un annetto con i Lugano Tigers in serie A, da

gennaio sono stato accolto nella scuderia del Roseto. 

Dalla tua storia si capisce  l'importanza che lo sport ha avuto nella tua giovinezza. Ritieni, data la tua esperienza, che l'attività sportiva possa avere un ruolo educativo per i bambini?

Certo! Lo sport mi è stato utilissimo per diventare grande.

Il gioco di squadra mi ha permesso di maturare e di capire che le mie scelte

dovevano sempre essere ponderate anche in relazione agli altri. Questo poi ho

imparato ad applicarlo anche nella vita e in famiglia. Mi piace giocare con i

miei figli, in primis, ma anche con tutti gli altri bambini, perché ho

cognizione di quanto il gioco, la pallacanestro in particolare, sia stato (e

sia) determinante nella mia vita.

È questa la ragione che ti ha portato a partecipare e a divenire poi socio dell'esperienza estiva di Magic Summer Camp 3D, che quest'anno per la prima volta si è tenuto in Lessinia?

Rispondo semplicemente che mi piacciono i bambini da sempre,

e mi piace vederli divertirsi insieme con uno scopo, che non necessariamente

deve essere quello di vincere. Per questo dal 2011 partecipo con entusiasmo a

queste due settimane, pensate per chi ama stare con un pallone da basket in

mano o che adora i bagher e la pallavolo, ma che vuole anche divertirsi ora con

un tuffo in piscina, ora con le sfide serali organizzate dall'animazione, ora

con le originali escursioni. Di recente per confermare la mia passione per

quest'avventura, ho voluto diventarne anche socio.

Fino a 40 anni sei stato in campo con la maglia da gioco, in giro per l'Italia. In A2 con Udine, Brescia, Crema, Grottazolina, Corigliano e Latina con cui hai smesso i panni del giocatore e sei diventato secondo allenatore e preparatore atletico, prima a Latina e ora da tre anni con la Marmi Lanza. Insomma, una vita per la pallavolo.

Sì, una vita dedicata alle schiacciate e ai palleggi. Lo

ammetto, ho preso il pallone in mano fin da piccolo, ma invece del calcio che

appassionava tutti i miei coetanei, io ero affascinato dalla pallavolo. E così

dai quattordici anni ho iniziato a farla diventare una delle priorità della mia

vita. Mi allenavo e studiavo durante il liceo. Poi quando è venuto il momento

dell'università, la pallavolo si è presa spazio e io l'ho assecondata,

abbandonando gli studi dopo soli tre esami. E così è iniziata l'avventura che è

culminata nella conquista della Coppa Italia di categoria nel 2008-2009.

Anche tu hai organizzato e partecipato al campo estivo Magic Camp 3D  e nella vita alleni  i ragazzi della Marmi Lanza. Sembra che tu creda davvero molto nei giovani.

Sì sono convinto che lo sport debba essere dei giovani e per

i giovani. Quando vedo ragazzi grandi e grossi spiaggiati davanti al telefonino

per ore, mi arrabbio. Mi verrebbe voglia di portarli in campo con me per farli

appassionare,  dar loro degli obiettivi,

anche solo provvisori e immediati come la vittoria in una partita tra amici. I

ragazzi di oggi hanno, più che mai, bisogno di spegnere il cellulare e di

accendere l'entusiasmo.