Cultura e spettacoli | 12 agosto 2009, 17:00

ANDERLONI PRESENTA IL XV° FILMFESTIVAL DELLA LESSINIA

<italic>La quindicesima edizione del Film Festival della Lessinia – concorso internazionale dedicato alla vita, la storia e le tradizioni in montagna – è in programma a Bosco Chiesanuova (Verona) da venerdì 22 a domenica 30 agosto 2009.</italic>

<link='http://www.giornalepantheon.it/download/Fim festival Program 2009.pdf' class='_blank'><underline>PROGRAMMA COMPLETO</underline></link>

Quindici anni. Non amiamo le ricorrenze. Niente cerimonie, dunque. Festeggiamo il traguardo raggiunto proponendo la selezione di documentari, lungometraggi e cortometraggi a cui abbiamo lavorato per un anno intero. Sono 54 le opere in programma alla quindicesima Film Festival della Lessinia, 18 i paesi rappresentanti, da tutti i continenti. Percorriamo allora i film di questi 10 giorni di Film Festival, tralasciando quello che ai film farà da arricchimento, la Libreria della Montagna, le escursioni, le iniziative per i bambini, i convegni e le presentazioni editoriali. Ognuno saprà trovare, nel Teatro Vittoria, nella Piazza del Festival, tra le contrade, i boschi e i pascoli di Bosco Chiesanuova, il proprio angolo di montagna.

Il Festival si apre con la sperimentazione sonora. Saranno i giovani musicisti del gruppo Ancher a raccontarci una loro personale storia di immagini e di suoni composti in un anno di indagini visive e sonore. Dal mondo rumoroso e caotico della città si sale alla pace della montagna. È un tema ricorrente quest’anno quello del rapporto montagna città. Ne è l’indiscussa campionessa la bambina dei nostri sogni, Heidi. L’evento che il Film Festival della Lessinia organizza, grazie al Museo della Montagna “Duca degli Abruzzi” di Torino, se, sulla carta, è dedicato ai bambini, coinvolge i ricordi di tanti adulti. Un’occasione unica, quella di Heidi in Lessinia, per vedere il raro spezzone del primo lungometraggio dedicato a Heidi (era il 1920), per ripercorrere l’indimenticabile capolavoro della Heidi di Allan Dwan (interpretata da una indimenticabile Shirly Temple), per rivivere la poesia del film di Luigi Comencini e farsi venire il groppo in gola, per chi li ha visti da bambino, con i più celebri cartoni animati di tutti i tempi, le storie di Heidi di Isao Takahata.

Il concorso. Abbiamo selezionato 23 film per la categoria in cui presentiamo il meglio di quanto il Film Festival sia riuscito a scovare sulla vita, la storia e le tradizioni in montagna. Perché è questa la missione a cui teniamo fede, convinti che nel microcosmo di un tema così piccolo si possano trovare storie universali e grandi film. C’è la soddisfazione, quest’anno, di proporre in concorso, oltre ai tanti bei documentari, un numero maggiore di lungometraggi a soggetto e di cortometraggi. Lo sforzo è di cercare, nelle opere presentate, l’onestà. Per i documentaristi dovrebbe essere quella di non diventare gli autori, o gli sceneggiatori, delle storie, più o meno inventate, che raccontano, ma di trasformarsi nel mezzo, umano e tecnico, perché queste storie possano essere condivise. L’onestà dell’autore e del regista che vogliano girare una storia che parli della vita in montagna, dovrebbe essere quella di rifuggire dai luoghi comuni che hanno trasformato il così detto “cinema di montagna” di volta in volta o nell’esaltazione dell’impresa, o nel ritratto patetico del vecchio dell’alpe, o nella cartolina illustrata e ben condita. Lo sguardo qui è invece variegato, poetico, provocatorio, scanzonato. I punti di vista sono i più differenti, per provenienza geografica degli autori e per diversità delle storie raccontate. E sono sempre più sguardi giovani e sguardi al femminile. Non è forse la Montagna femmina?

Le sezioni parallele al concorso permettono al Film Festival di ampliare la proposta di buoni film e al pubblico di costruirsi il proprio personale programma nelle due sale di proiezione. Le “Altre Montagne” della quindicesima edizione spaziano dal raffinato documentario naturalistico, alla docu-fiction di ambientazione storica, all’ironia del cortometraggio. La sezione dedicata alla Lessinia dà modo ai registi locali, anima del legame tra il Festival e il territorio, di farsi conoscere e di porre le proprie opere all’attenzione di un pubblico e di addetti ai lavori internazionali.

Il maestro del cinema italiano, Ermanno Olmi, e il poeta del cinema italiano, Franco Piavoli, sono i registi ai quali il XV Film Festival della Lessinia dedica un omaggio carico di riconoscenza. Per i l’indimenticabile lezione di cinema e di poesia della carriera di entrambi e per il film che insieme hanno realizzato e presenteranno a Bosco Chiesanuova: Terra Madre. Siamo davanti a una documentata riflessione poetica che ci provoca e ci interroga. Merito di Slow Food e della Cineteca di Bologna se Olmi ha documentato prima il meeting internazionale di Terra Madre a Torino, con la preziosa collaborazione di Mario Brenta, e ha poi regalato altri delicati ritratti, come quello dell’”uomo” di San Cipriano. È sorprendente il racconto che Olmi, con materiale tanto diverso, ha saputo costruire con la saggezza di un montaggio che merita di essere goduto e perfino studiato. Nei 30 minuti che chiudono il film non c’è una sola parola. È il ritratto de L’orto di Flora che Olmi ha affidato a Franco Piavoli, con il quale ha lavorato il figlio Mario. Qui la luce si fa narrazione, il suono tutto avvolge, lo sguardo poetico abbraccia ogni inquadratura, ogni sequenza. I gesti del contadino Primo Gaburri ammoniscono, ammaestrano, assicurano. Sono 30 minuti di grande, grandissimo cinema.

Ogni evento speciale di questo XV Film Festival ha altre storie da raccontare. Sono i bambini, nei mini-telegiornali di Millennium News, a ricordarci, grazie a AMREF, che sugli altopiani dell’Africa si muore di fame, di malattia, di discriminazione, della nostra indifferenza, della nostra ingordigia. Saranno tre film scelti da Marco Rossitti, all’interno dell’evento intitolato “Omaggio all’Abruzzo” e organizzato dal Veneto Film Festival, a ricordarci di queste montagne, cuore dell’Appennino, ferite dal terremoto. Altre storia è quella della Télévision Suisse Romande, la prima in Europa ad aver realizzato una trasmissine televisiva interamente sulla montagna. A essa è dedicata la seconda retrospettiva che il Festival dedica alle televisioni europee che hanno parlato di montagna. Altre storie sono quelle dei Littoriali Fascisti degli anni Trenta, in un raro filmato, scovato da Alessandro Faccioli e accompagnato dalla fisarmonica di Igino Maggiotto, dove gli sport invernali in montagna diventano un modo per capire quell’epoca e le sue esagerazioni.

L’omaggio che il Film Festival dedica ai propri amici, è l’omaggio di tutti: di chi lavora e di chi ne è spettatore. È l’omaggio dei registi, dei tecnici, del pubblico, degli appassionati. È l’omaggio di Bosco Chiesanuova e della Lessinia. A Piero Piazzola, l’indimenticabile “maestro della Lessinia” a cui si deve, insieme con Mario Pigozzi, l’idea iniziale di fondare questa manifestazione. E a Marcello Baldi, il sorriso della montagna, che ci ha lasciato un’ultima storia, quella di Narciso, come una dichiarazione d’amore per la terra che lo ha cresciuto, il Trentino, e un sommesso ammonimento ad aprirli, gli sguardi, in montagna, e non a chiuderli, soffocati da paure inesistenti.

Quindici anni. Sarà banale, retorico, scontato ma… evviva il Festival.

Alessandro Anderloni