Cultura e spettacoli | 07 maggio 2019, 12:46

Piegare la corrente: il rafting veronese in breve

Piegare la corrente: il rafting veronese in breve

Da poco più di un anno a Verona è nata l'Asd Rafting Team, squadra di uno sport relativamente giovane e che spera di entrare nel programma olimpico. Abbiamo incontrato Alessandro Marcolini, vicepresidente e responsabile tecnico del club.

Quando, da piccoli, a scuola ci hanno insegnato che l'Adige è il secondo fiume più lungo d'Italia, probabilmente più di un veronese ha avuto un piccolo quanto inspiegabile moto d'orgoglio. C'è chi, però, con il fiume che taglia in due tutta la provincia ha un rapporto stretto. Da più di un anno in città è nata una nuova squadra, che già dal nome tradisce la disciplina praticata: si tratta dell'Asd Rafting Team Verona.

«Il nostro è uno sport che ha avuto un'evoluzione al contrario – le parole del vicepresidente, Alessandro Marcolini, ex canoista per diletto – perché negli anni Novanta è nato come sport commerciale e solo molto dopo ne è derivata la disciplina agonistica».

In quattro sul raft, il gommone difficilmente affondabile, con muta in neoprene, casco, pagaie e qualche altro accessorio, l'obiettivo di una squadra è di bloccare il cronometro su un percorso breve o lungo, oppure vincere un testa a testa con un avversario e, ancora, battere il tempo in un tracciato a slalom. Queste sono le specialità principali di una disciplina riconosciuta da un decennio scarso da parte del Coni e che culla il sogno di diventare olimpica, magari in scia ai "fratelli maggiori" canoa e kayak.

Continua Marcolini: «Per noi tutto è partito nel 2004, quando è nata Adige Rafting, attività commerciale che offre svariate attività di tipo turistico. Portando i nostri ragazzi a qualche gara non ufficiale è venuta la voglia di creare una vera squadra sportiva». Il Rafting Team ha schierato nel 2018 alcune squadre ad eventi nazionali ed internazionali, cogliendo subito risultati sorprendenti.

«Il nostro equipaggio Allievi, formato da atleti di 8 e 9 anni, ha vinto il campionato italiano perché unico della propria categoria. Ma al medesimo evento ci hanno sorpreso i Cadetti, giovanissimi rispetto alla categoria, che hanno portato a casa un gran terzo posto. E tengo solo per ultimo l'orgoglio per avere quattro ragazzi che hanno vinto l'oro mondiale Wrf Under 23 nel luglio dello scorso anno nella rassegna di Villeneuve/Ivrea». Risultati che non sono mai stati l'obiettivo principale del club, ma che sono diventati una corrente impetuosa che accentua la passione per sobbalzi e spruzzi d'acqua sul viso.

Conoscere la corrente e sperare nei cinque cerchi

«Nel rafting – spiega Marcolini, che è anche responsabile tecnico della squadra – c'è un terzo elemento che è la natura viva. Noi insegniamo principalmente a non farsi male: per questo passiamo molto tempo in acqua anche con i più giovani, facendo i bagni in corrente per imparare a conoscerla». Oltre al conoscere il fiume per capire come può affusolarsi attorno ad un ostacolo, nel rafting è fondamentale la sintonia fra gli elementi dell'equipaggio: «Il nostro è uno sport di squadra in cui, se uno sbaglia, gli altri devono correggere. Si crea così una sinergia talmente particolare che in gara i ragazzi sprigionano un'ineguagliabile "vibra" (vibrazione, ndr)». Chiude Marcolini: «Ora ci piacerebbe formare una squadra di pararaft, perché questo sport si adatta incredibilmente alla disabilità. Poi vorremmo continuare a far crescere i nostri atleti, sperando di vederli un giorno ai giochi olimpici».