Cultura e spettacoli | 13 maggio 2020, 12:47

Il podestà di Verona che ne eresse le bellezze

Il podestà di Verona che ne eresse le bellezze

Probabilmente senza di lui la chiesa di San Fermo Maggiore non avrebbe lo splendido soffitto ligneo pentalobato e le decorazioni ad affresco, e pure la chiesa di Santa Anastasia non avrebbe l’aspetto attuale se Guglielmo non fosse intervenuto con ingenti donazioni. Visitando le due chiese sono aspetti che non emergono in confronto a ciò che conservano, ma guardando bene si notano particolari che rivelano informazioni ben precise. Di Guglielmo sappiamo che era imparentato con gli Scaligeri e che negli anni Ottanta fu podestà di Verona. Aveva possedimenti nella Vallagarina, nell’attuale Trentino, di cui rimane il castello di Avio, ora gestito dal Fai. 

IL SUO, UNO DEI PRIMI RITRATTI DELLA STORIA VERONESE

Di lui possiamo anche avere un’idea del suo aspetto fisico dall’affresco che lo rappresenta, conservato nella chiesa superiore di San Fermo Maggiore. Proprio sull’arco trionfale è raffigurato inginocchiato con indosso un abito purpureo sfoderato di pelliccia e dai bordi dorati, mentre un vistoso copricapo è posto sotto una tipica cuffietta medievale. Dal ritratto che ne ha fatto il Maestro del Redentore, probabile allievo di Giotto, sappiamo che aveva un naso importante, il labbro inferiore pronunciato, delle folte sopracciglia e un evidente neo sulla guancia sinistra. È questo uno dei primi ritratti della storia dell’arte veronese. Guardando meglio si nota che sorregge il modellino della chiesa, segno che fu proprio lui a favorirne la costruzione.

Alle sue spalle lo stemma: il leone d’argento in maestà su sfondo rosso. È un simbolo che ricorre spesso a San Fermo e che troviamo pure sul suo monumento funebre, accanto alla chiesa di Santa Anastasia. Un modello per le future arche scaligere, tra cui quella di Cangrande che morì nove anni dopo, nel 1329. Con uno sforzo di immaginazione si può credere che il suo ritratto sia presente nel catino absidale di San Fermo dando così le sembianze alla figura di uno dei due santi martiri a cui è intitolata la chiesa. Particolari suggestivi che aiutano a comprendere la storia del luogo.