Cultura e spettacoli | 24 maggio 2021, 18:50

Pelacani, il medico e filosofo che sfidò Dante

Pelacani, il medico e filosofo che sfidò Dante

Al tempo di Dante un’altra figura importante si impose sulla scena veronese. Si tratta del medico e filosofo Antonio Pelacani che intervenne, come il poeta fiorentino, nella disputa quaestio de aqua et terra.

Era il 20 gennaio 1320 quando Dante tenne la famosa disputa nella chiesa di Sant’Elena. Davanti all’assemblea di prelati e laici espose la sua teoria sulla presenza dei due elementi, terra e acqua, all’interno di due sfere che ruotano attorno al centro della terra, inteso come centro dell’universo. Secondo lui, l’acqua doveva coprire uniformemente la terra, ma poiché questo non avviene per la presenza di terra abitabile, ne dedusse che questa fosse più alta dell’acqua.

Fu di parere contrario, invece, Antonio Pelacani, che affermò l’esistenza di un’unica sfera per i due elementi. Il medico e filosofo era originario di Parma, filo ghibellino e molto amico dei Visconti e di Cangrande della Scala, da cui si rifugiò nel 1322 dopo la morte del primo. Fu docente per molti anni a Bologna e scrisse numerosi testi che ebbero notevole successo fino al secolo successivo.

A Verona vi rimase insieme alla moglie Mabilia Pallavicino fino alla morte sopraggiunta nel 1327. Non è un caso che il suo monumento sepolcrale sia situato nel chiostro di San Fermo. Infatti, nel 1319 fu il primo testimone del testamento di Guglielmo da Castelbarco, il finanziatore della rinnovata chiesa francescana. Si parla di monumento poiché è composto da una lastra tombale, sui cui sono incise le figure dei due coniugi elegantemente vestiti e riprodotti con meticolosa cura, e da un rilievo che raffigura il medico in veste di docente mentre insegna davanti a quattro allievi.

Più in alto, un affresco della Madonna con Bambino tra due sante, eseguito precedentemente, chiude visivamente l’area funeraria. Sui quattro libri aperti degli studenti ha voluto riprodurre un aforisma di Ippocrate: «la vita è breve, l’arte è lunga, il tempo è sottile, gli esperimenti sono ingannevoli e il giudizio è difficile». Un insegnamento che ha voluto lasciare anche agli allievi del domani.