| 11 gennaio 2022, 12:14

Veronesi Protagonisti 2022: Alberto De Togni

Veronesi Protagonisti 2022: Alberto De Togni

RICERCA, SPERIMENTAZIONE E FORMAZIONE LE COORDINATE PER IL 2022

Confagricoltura Verona riunisce circa 1.600 imprese con una superficie associata di 25 mila ettari. I servizi che eroga agli associati vanno dalla tenuta della contabilità, ai libri paga, fino alla gestione della manodopera. Dal 28 maggio scorso è guidata da Alberto De Togni, nome che è garanzia nel mondo del primo settore: laureato in Scienze Agrarie a Padova nel 1980, è imprenditore e proprietario di un’azienda agricola nella pianura veronese, vicino a Legnago. Nel curriculum si alternano poi esperienze molto diversificate, come l’impegno  politico e importanti esperienze nel mondo associativo e delle Banche di Credito Cooperativo. 

L'esperienza politica di De Togni inizia nell'85 nel Comune di Angiari come consigliere, assessore ai Lavori pubblici e infine come vicesindaco. Nel ‘95 viene eletto con Forza Italia in Consiglio Regionale: «Sono stato uno dei fondatori di Forza Italia nel Veneto insieme a Giancarlo Galan; in consiglio regionale sono stato presidente della commissione Agricoltura. Successivamente sono stato al Senato della Repubblica come consulente di una commissione bicamerale per gli infortuni sul lavoro. Da lì sono passato alla Camera dei Deputati come consulente della Commissione sulla contraffazione dei prodotti». Durante quel periodo è stato anche dirigente esterno per tre anni del Ministero degli Affari Esteri e ha presieduto in Olanda il padiglione italiano all'Expo internazionale orticola e floreale del 2012.

 

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https://youtu.be/Qv2bqi1pRQQ

 

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Conclusa un’ultima esperienza alla Camera nel gruppo Scelta Civica di Mario Monti, De Togni è stato accolto a braccia aperte in Confagricoltura Verona fino a diventarne, nella primavera del 2021, il presidente. «Gli ultimi due anni caratterizzati dalla crisi pandemica per noi agricoltori non hanno significato un blocco totale, perché la natura non conosce stop e continua il suo ciclo. Abbiamo riscontrato principalmente problemi di gestione del lavoro, a causa del blocco degli spostamenti di manodopera dall'Est Europa verso le nostre campagne». Paradossalmente, nell’anno del Covid-19, i disagi maggiori sono stati causati dai fenomeni naturali: una primavera fredda con gelate che hanno messo in ginocchio settori come l'olivicoltura e la produzione di frutta. Pere, pesche, albicocche e ciliegie hanno avuto una grossa diminuzione, anche a causa di fitopati e insetti che ne hanno quasi azzerato la produzione. In estate, inoltre, si è ripresentato il problema della grandine, delle siccità e delle piogge che sono arrivate tardi e in maniera rovinosa. 

A rendere ancora più complessa la situazione, l’incremento di prezzo delle materie prime sta mettendo in difficoltà il mondo dell'allevamento, con aumenti anche del  50% per materie prime quali soia, grano e mais. È sicuramente un beneficio per i produttori, ma un’ulteriore difficoltà per gli allevatori che usano questi prodotti per nutrire gli animali. «La speranza è l’ultima a morire: per il 2022 ci auguriamo che l’aumento dei prezzi ritorni in un alveo accettabile. Anche in vista delle grandi sfide lanciate dall'Unione Europea che dovremmo affrontare il prossimo anno, prima fra tutte l'applicazione della nuova Pac».

Perché il futuro sia roseo, De Togni individua due linee direttive su cui investire fortemente: «La prima soluzione è incrementare la ricerca e la sperimentazione su grano, mais e tutto quello che coltiviamo, per rendere queste colture meno bisognose di interventi chimici e più resistenti dal punto di vista genetico. Oggi si parla di tecniche di evoluzione assistita: non c'è nessun rischio, si va esclusivamente ad accelerare quello che la natura fa normalmente durante gli anni. L'altro piano su cui bisogna investire molto è la formazione professionale di qualità, perché nei prossimi anni avremo a che fare con tecnologie sempre più sofisticate. Occorre una preparazione che sia all'altezza, occorre che gli operatori siano in grado di sfruttare al meglio tutto quello che la scienza, la ricerca e la tecnologia ci metteranno a disposizione nei prossimi anni».