| 17 febbraio 2011, 11:34

Gli scempi in Valle Gesso, l'infinita storia delle infrastrutture cuneesi ed il Cavaliere senza macchia

Lo sfogo del lettore Mario Fantino sulle carenze che da decenni affliggono la Granda con uno sguardo a quanto succede nel Bel Paese

A distanza di tanti anni, oggi del "celeberrimo" traforo del Mercantour resta un cancello sbarrato (©targatocn.it)

A distanza di tanti anni, oggi del "celeberrimo" traforo del Mercantour resta un cancello sbarrato (©targatocn.it)

Egregio Direttore

volla ella gentilmente pubblicare questo mio sfogo da uomo che ha oltrepassato la soglia delle settanta primavere. Sono nato nell’umiltà: ho vissuto oltre vent’anni transumanze dal monte al piano, mi sono costruito un decalogo di vita. Ho seguito, nel tempo, l’evolversi della trasformazione, voluta dall’uomo, dei palazzi della mia Valle Gesso. La mia valle è un enorme gruviera bucato a manca e dritta. Hanno scavato monti, perforato un tunnel che dovevano collegare Italia e Francia negli anni sessanta, sperperato miliardi di lire e ora tappato.

Tutto si perde nel progresso della piana, noi valligiani (pochi ormai) non ci resta che seguire quelli che son partiti prima o chiudere gli occhi e rimanere in loco. La provincia di Cuneo, a mio ricordo, è sempre stata la prima nel donare, ma pur vero ultima nel ricevere: le infrastrutture varie fanno acqua da tutte le parti: abbiamo due valichi, il Maddalana e il Tenda, sovente chiusi per mancanza di volontà dei nostri parlamentari. Son decenni che sento parlar del raddoppio del tunnel del Tenda, fanno riunioni, lasciano interviste, il tempo passa e resta l’amarezza di chi sperava d’aver deputato una persona ad onorare le promesse.

Cuneo,  le sue valli,  la gente laboriosa, schietta e sincera, meriterebbe un maggior ascolto. Son cambiate (nei tempi) le amministrazioni (vari colori) ma la musica è sempre la solita: rimangono promesse non mantenute. Prendiamo la Asti-Cuneo, se ne parla da decenni e ora solo a tratti la si può percorrere. Il raddoppio del Tenda idem. Non so se è possibile che, nel terzo millenio, non si riesca con buona volontà (di entrambi) tracciare una circolazione in Valle Stura, dove centinaia di autotreni fanno sobbalzar le case dei vari Comuni.

Ora il Piemonte e la Provincia Granda sono governati da presidenti eletti nel partito della Lega: loro che un tempo non troppo lontano per via del loro Presidente inneggiavano col detto “Roma ladrona”, spero che avendo ottenuto con meritata stima tal incarico pensino e operino per il bene del Piemonte, specialmente per la Provincia Granda. Le sue genti laboriose e pazienti meritano maggior attenzione.

Ma ora l’Italia è in balia di un vento che soffia sugli intrighi del palazzo. Abbiamo lui, il Cavaliere (senza macchia) con due divorzi alle spalle e scappatelle che fanno indignar il mondo intero... e pensare che era sempre in prima fila nelle occasioni pubbliche a baciar gli anelli a sommi prelati. Quel "ghe pensi mi", certo pensa lui a non mollare la poltrona, ma ai cassaintegrati e licenziati, ai pensionati, ai giovin in attesa di lavoro, chi pensa? Il Padre Eterno.

Povera Italia, io con licenza elementare, mi vien da piangere nel veder si tanto spreco di denaro da chi dovrebbe con etica e moralità dare il buon esempio. Lui, l’uomo delle barzellette e battute sugli avversari, che elargisce migliaia di euro a giovani donne. Lui, che vede tutto rosso: giornali, magistrati, programmi in tv e pure il merlo nero che viene a svernare tutte le primavere nel mio prato.

Come è ingarbugliata e priva di legalità una certa politica ai giorni nostri. Quelle Sacre parole "La legge è uguale per tutti", sono lette da tutti, ma sovente non messe in pratica da chi è stato deputato dal popolo. In Italia c’è troppa politica e poco governo. Lui, il Grande, nonostante il putiferio è sereno e determinato, però chi guida l’Italia dovrebbe esser esemplare anche nel privato. Si parli di temi reali si faccia riforme (per tutti) anziché perdersi in polemiche che fanno bene a nessuno. In sostanza scenda dal predellino e con un briciolo di umiltà si cosparga il petto di ceneri: lasci ad altrui (qualcuno dei suoi) il bastone del comando.     

Fantino Mario Griet          

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