| 31 ottobre 2019, 10:23

Concerti molto da vicino

Concerti molto da vicino

In questi ultimi anni abbiamo notato che la nostra

città manca quasi sempre dai tour indipendenti. Troppe problematiche dal punto

di vista economico ed organizzativo?

Parlando di tour invernali ci possono essere molti

fattori che influiscono su questa mancanza di artisti "indipendenti"

che fanno tappa a Verona e provincia. Sicuramente l’assenza di un locale o di

una location di riferimento con una lunga storia di organizzazione di concerti

è un fattore molto influente. Serve lo spazio fisico per il pubblico e per le

band, la capacità di gestione di tutti gli aspetti legati a un concerto che

richiami dalle 200 alle 3/400 persone con un biglietto da pagare, lo storico di

concerti perché una band di "medie" dimensioni si "fidi" a

suonare in un determinato locale, la capacità di rientrare nei costi. Sono

necessarie molte abilità che si acquisiscono e sviluppano negli anni.

Qualche esempio

virtuoso?

L'associazione Interzona quando aveva sede negli ex Magazzini

Generali era riuscita, negli anni, a raccogliere e sviluppare queste capacità,

insieme a tutta una serie di fattori che permettevano di ospitare tour

indipendenti costantemente. Al momento c'è il Colorificio Kroen che sta

lavorando per proporre una programmazione di musica indipendente in maniera

costante. In ogni caso è un lavoro che funziona sul lungo periodo.

Insieme ad Edoardo

Micheloni e Pietro Pizzoli in questo 2019 hai dato via all'associazione

culturale Da Vicino Concerti. Il vostro intento è quello di realizzare

degli appuntamenti live dove artista e pubblico riescono a stringere un legame

più intimo rispetto al solito concerto. Abbiamo già visto in Italia il sorgere

di progetti simili come ad esempio Sofar Sounds. Pensi sia questa la chiave di

volta per riprendersi il pubblico live?

Premetto che queste modalità di concerti sono ideali

per la musica suonata in maniera «il più acustica possibile» e avvicinano

l'artista al pubblico e viceversa riportando i concerti in un ambiente intimo e

accogliente, quasi come nei salotti europei del 1700. Per chi realmente ama

ascoltare la musica e viverla pienamente questi “house-concert” sono la modalità ideale di ascolto. Penso che questi

concerti più che riprendersi un pubblico lo selezionino e lo educhino

all'ascolto senza distrazioni (cosa ormai rarissima ai concerti) e permettano

anche a chi non è abituato ad andare frequentemente ai live di vivere una situazione

più simile al teatro che al club. 

Come sta Verona secondo te dal punto di vista

musicale? Ci sono realtà che ti hanno ispirato o alle quale ti ispiri per i

tuoi progetti?

Verona e provincia ha aspetti positivi e negativi come molte altre città italiane. Gli aspetti positivi sono che ci sono tre importanti location che permettono di avere "in casa" grandi artisti, nonostante Verona non sia una metropoli come Milano o Roma. L'Arena, il Teatro Romano e il Castello di Villafranca fortunatamente ospitano dei nomi di qualità. Forse il grande problema è che manca totalmente la fascia media cioè i concerti da 300/500 persone soprattutto per la stagione invernale. Personalmente Sofar Verona, nel quale per un periodo ho fatto parte, è stato un bel riferimento in fatto di qualità

Progetti per il futuro con la vostra associazione?

Con settembre abbiamo concluso la nostra

prima rassegna estiva al Giardino Magenta a Villafranca e il prossimo passo è

spostare con l'autunno i concerti a Verona. Il 30 ottobre saremo ospitati dal

311 Verona, in Lungadige Galtarossa, e suonerà Follow the River, un

cantautore genovese ma con influenze di artisti internazionali come Bon Iver,

James Blake e Nick Murphy. Per ora già il trasloco di location è un

bel salto, in futuro ci piacerebbe comunque collaborare con altre associazioni

e realtà del veronese. 

La nostra provincia ha appena assistito ad una delle

estati più rigogliose degli ultimi anni. Tra Rookaforte Festival, Sound Vito,

Mag Festival, Vulcano Festival solo per citarne alcuni sono passati davvero

numerosi artisti. Dai Subsonica a Giorgio Poi, passando per Venerus, Auroro

Borealo e moltissimi altri nomi. Come Stefano e la sua associazione ci sono

ancora tante realtà che seguono il suo ideale, quello del sacrificio e della

costanza. A noi che amiamo la musica però non bastano mai!

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