Storie di persone | 12 agosto 2021, 10:38

Bardolino vista dagli occhi di un portalettere

Bardolino vista dagli occhi di un portalettere

Poste Italiane è sempre al fianco del Paese nel percorso di ripartenza. Una presenza, quella dei 430 portalettere di Poste Italiane per la provincia di Verona, che non è mai mancata. Come ricordato più volte dall’Amministratore Delegato Matteo Del Fante e dal Condirettore Generale Giuseppe Lasco «per noi l’Italia è sempre stata zona bianca. I nostri portalettere e i nostri uffici postali sono stati sempre in prima linea per assicurare ai cittadini i servizi essenziali».

Ogni giorno, nel suo giro per le strade del quartiere, il portalettere incontra nuovamente le famiglie, ma anche i commercianti, i liberi professionisti, gli operatori economici e i ristoratori. In provincia di Verona, infatti, i portalettere raggiungono oltre 418mila nuclei familiari e più di 59mila attività commerciali tra uffici e negozi. Tutti clienti che Poste Italiane ha sempre supportato in questo ultimo difficile anno, consolidando il proprio ruolo nel tessuto sociale ed economico del Paese. 

«Ho fatto richiesta di entrare in Poste dopo la laurea a San Floriano in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche - spiega Sebastiano Scartezzini, 35 anni, portalettere veronese a Bardolino da circa tre anni – fare il postino è un bel lavoro perché ti dà una sensazione di libertà, e allo stesso tempo è necessaria organizzazione per gestire in parziale autonomia la giornata lavorativa. Inoltre, sei a contatto con le persone, ascolti le loro storie, osservi quello che ti succede intorno, e impari a conoscere meglio la realtà in cui vivi. In particolare durante il lockdown dello scorso anno, le persone ti cercavano, non vedevano l’ora di vedere qualcuno, si percepiva il bisogno di chiacchierare, di un confronto, di una parola condivisa. Questo soprattutto nelle zone più isolate, come Rocca del Garda, in un territorio caratterizzato da poche abitazioni sparse e lontane tra loro».

Prosegue: «Il centro storico di Bardolino, più turistico, sembrava un deserto, ogni tanto si scorgeva qualcuno che veniva a curiosare o a scattare qualche foto, una situazione surreale. In giro c’ero solo io con il motorino, e i carabinieri in auto. Ci incrociavamo, giusto il tempo per un saluto da lontano. La scorsa estate c’è stato un inizio di ripresa, ma l’incertezza si sentiva, e, arrivato settembre, tanti operatori turistici hanno chiuso la stagione in anticipo. Alcune catene di hotel hanno tenuto aperta solo una struttura e hanno chiuso le altre. È stato un lungo inverno, e una lunga primavera. Il lago vive di turismo, in particolare proveniente dalla Germania. E ad aprile Bardolino era ancora vuota. Le riaperture sono iniziate a giugno, con l’arrivo dei turisti tedeschi. Quest’estate le presenze vanno un po’ a “ondate”, il fine settimana comunque il paese è pieno di gente. Io parlo con i negozianti e li sento contenti, finalmente i turisti ci sono, anche se non mi sembra che siamo arrivati ai livelli precovid. Anni fa in motorino l’estate dovevo farmi spazio tra la folla per riuscire a consegnare la corrispondenza in centro, ora, con un po’ di attenzione, riesco a passare tranquillamente. A luglio si è finalmente sentita la ripresa, quella vera».

«Da quello che posso osservare grazie al mio lavoro, la ristorazione sta lavorando bene. Mi sembra anche un po’ l’approccio nei confronti del cliente, che viene maggiormente accontentato e coccolato nel tentativo di fidelizzarlo. Tra l’altro, vista la ripresa dei contagi, si teme una nuova chiusura anticipata delle strutture», aggiunge.

«Negli ultimi due anni sono aumentate le consegne dei pacchi dell’ecommerce, la quantità di pacchi consegnati è rimasta costante anche durante quest’ultima estate. Forse qualcuno ha ancora paura di andare al centro commerciale, e poi a certe comodità ci si abitua in fretta»

Non solo le abitudini, ma anche la città è cambiata: «Le persone hanno meno pazienza e si irritano più facilmente. C’è meno diplomazia, siamo sempre più di corsa. Probabilmente è un effetto dell’isolamento, che per fortuna io non ho vissuto perché sono sempre andato a lavorare tutti i giorni»

La ripresa è percepibile anche nei sorrisi nascosti dietro le mascherine durante i giri di consegna sempre svolti nella massima tutela della salute di tutti, mantenendo il giusto distanziamento sociale. In oltre 400 giorni di emergenza sanitaria, i portalettere della provincia di Verona non solo hanno consegnato lettere e pacchi, ma hanno anche offerto servizi innovativi, dando il proprio contributo concreto alla digitalizzazione del Paese. L’Azienda continua a modernizzare l’Italia, fornendo a tutti la possibilità di utilizzare prodotti e servizi in completa sicurezza, tramite il sito internet e una vasta gamma di app. Una missione sociale mai venuta meno a conferma del ruolo sempre più centrale di Poste Italiane nel sistema Paese.