Storie di persone | 04 maggio 2022, 09:01

Federica Pellegrini: «Il mio futuro? È a Verona»

Federica Pellegrini: «Il mio futuro? È a Verona»

Sono passati circa 27 anni dalle sue prime, timide, bracciate in acqua. Aveva sei anni, Federica Pellegrini, quando mamma Cinzia la avviò al nuoto, e da allora non ha mai smesso. Per la “Divina”, come tutto il mondo, ormai, la conosce, l’acqua limpida e l’odore del cloro della piscina hanno sempre significato casa. Un po’ come Verona, dove Federica si è trasferita nel 2006, che di fatto l’ha “adottata”. Negli ultimi 19 anni la nuotatrice veneziana è riuscita a far sognare l’Italia sin da adolescente: prima alle Olimpiadi di Atene nel 2004, quando appena sedicenne riuscì a vincere i 200 metri in stile libero seminando atlete con ben più esperienza, poi con l’oro agli Europei del 2005 e, nel 2008, quando regalò all'Italia il primo oro femminile olimpico del nuoto con tanto di record del mondo.

Tirando le somme (e i calcoli da fare, vista la quantità di medaglie, sono tanti), Federica Pellegrini ha scritto, senza dubbio, la storia di questo sport. A coronare la sua carriera, nel 2021, un altro record: l’ultima Olimpiade a Tokyo, la quinta. Un traguardo mai raggiunto da altre nuotatrici. Il suo costume, Federica l’ha però “appeso al chiodo” lo scorso 30 novembre 2021 ai Campionati italiani invernali, vincendo l’ultima medaglia d'oro nei 200 m stile libero e festeggiando con un tuffo in vasca insieme al presidente del CONI, Giovanni Malagò.

Eppure da allora, nonostante l’addio alle gare, la “Divina” non è meno impegnata di prima, anzi. La “seconda fase” della sua vita, come la chiama lei, è iniziata nell’agosto 2021, con l’elezione a membro del CIO: una carica prestigiosa che le consente di cambiare prospettiva e di non chiudere definitivamente il capitolo “Olimpiadi”. Ad assorbirla oltremodo, però, in questo periodo sono, essenzialmente, due incombenze: il mondo dello spettacolo, che la chiama a gran voce da una trasmissione all’altra, e il matrimonio con il compagno (e allenatore) Matteo Giunta. La proposta, arrivata a novembre 2021, si concretizzerà nella sua Venezia a fine agosto (e più di così non possiamo dirvi). E Verona, in tutto questo trambusto, è un po’ la “stella polare” di Federica, che ci ha confessato di vedere il suo futuro proprio qui, nella città scaligera, che è diventata casa sua.

19 anni di carriera, cinque Olimpiadi, record dopo record. Adesso che ha “appeso” la cuffia al chiodo (almeno dal punto di vista agonistico), che bilancio si sente di fare della sua vita finora?

Bilancio decisamente positivo, sono una persona fortunata e consapevole di esserlo. Il nuoto mi ha dato soddisfazioni straordinarie, ho raggiunto tutti i traguardi più prestigiosi e grazie a questo sport potrò costruire la seconda fase della mia vita, scegliendo di fare cose che mi piacciono.

Nel 2002, quando ha esordito nei campionati italiani assoluti, aveva solo 14 anni e nel 2004 ha partecipato alle prime Olimpiadi. Che ricordi ha di quei primi anni quando ancora non era la “Divina” e come è cambiata la sua vita?

Ripenso alla me stessa quattordicenne con tenerezza e affetto, è un’età molto complessa e quando a 16 anni la mia vita è cambiata, dopo l’argento ad Atene, non è stato per niente facile reggere la pressione. Ho lavorato sui miei punti di forza, e cercato di migliorare le aree di debolezza: con il tempo ho trovato un equilibrio che in quei primi anni facevo davvero fatica ad avere.

Qual è stata la vittoria più sofferta della sua carriera?

Tutte le vittorie sono un po’ sofferte, ma dovessi dirne una resterei su Pechino 2008: venivo dalla delusione dei 400 e ho trovato l’oro olimpico nei 200 con una grande rimonta, quella vittoria ha cambiato la mia carriera e in parte la mia vita.

E quella più soddisfacente?

Direi la doppietta 200 e 400 ai Mondiali di Roma nel 2009 con doppio record del mondo, quello dei 200 peraltro ancora imbattuto: vincere davanti al proprio pubblico che fa il tifo poi non ha prezzo.

Se, invece, le dovessi chiedere qual è stata la piscina più bella in cui ha nuotato (anche non da atleta)?

Quella del Foro Italico a Roma, sia per struttura che per atmosfera. Poi, come dicevo, ho dei ricordi incredibili associati a quella piscina.

Cosa significa per lei nuotare. Come si sente quando è in vasca?

L’acqua è il mio habitat, quando nuoto sento di essere nel posto giusto e quello che ho fatto nella mia carriera è anche figlio di questa naturale predisposizione.

Adesso è entrata a pieno titolo nella Commissione Atleti CIO. Com’è stare dall’altra parte della tribuna e cosa si aspetti da questa esperienza nuova?

Mi sento progressivamente sempre più a mio agio. Spero di mettere la mia esperienza al servizio degli atleti e ottenere cose che migliorino la situazione. Sicuramente mi batterò per i diritti delle donne in ambito sportivo, ci sono ancora troppi aspetti che non vanno e non è accettabile.

Per lei il 2021, al di là dell’addio alle gare, ha significato tanto anche da altri punti di vista: in particolare c’è stata la proposta di matrimonio da parte del suo compagno, Matteo Giunta. Ci può dire qualcosa sulla data in cui celebrerete nozze?

È ancora tutto top secret, il periodo però sarà a fine agosto.

Quest’anno è uscito su Amazon Prime Video anche “Underwater”, il docu-film su di lei e soprattutto sul periodo che ha preceduto le Olimpiadi di Tokyo. Perchè ha deciso di farlo? Si è rivista?

È un progetto a cui tengo molto perché mi ha permesso di raccontarmi in maniera più personale, mi piaceva l’idea di andare oltre l’immagine che molti hanno di me. Rivederlo mi ha emozionato, gli autori hanno fatto uno splendido lavoro ed è sicuramente il modo migliore per capire chi sono.

Per quanto riguarda la televisione, invece, ha ormai un posto di rilievo in Italia’s Got Talent. Che esperienza è, considerando che è uno show lontano da quella che era la sua vita da sportiva molto serrata?

Esperienza fantastica, ho iniziato che ancora nuotavo, quindi non era semplice conciliare le cose, quest’anno me la sono decisamente goduta di più. All’inizio ero preoccupata di andare in un terreno per me poco conosciuto, ma le novità mi attraggono e ho fatto bene a provare. Ho trovato un gruppo di lavoro davvero eccezionale e con il tempo sto acquisendo sempre maggiore padronanza, ormai sono a mio agio anche in un contesto come questo.

Verona che ruolo ha giocato e, soprattutto, gioca ora nella sua vita?

A Verona sono arrivata, dopo un periodo difficile, nel 2006. Qui ho costruito gran parte dei miei successi, ma soprattutto ho trovato il giusto equilibrio. Verona ha le dimensioni giuste che mi fanno stare bene, nelle grandi città mi sento un po’ persa. Nel 2017 ho avuto l’onore di ricevere le chiavi della città e ho preso la residenza, il mio futuro lo vedo qui anche perché è un gioiello che non smette di stupirmi con la sua bellezza.

Poche settimane fa è diventata anche testimonial di Aquardens. Un’occasione per tornare nel suo elemento (ma più rilassata?)

Frequento Aquardens da tanti anni, diventare testimonial è stata una conseguenza quasi scontata. È un luogo magico e tante volte sono venuta qui a rilassarmi dopo periodi duri di allenamenti e gare. L’acqua in qualche modo farà sempre parte della mia vita.

Ultima domanda: come fa a trovare il tempo per gestire sia gli impegni lavorativi che quelli personali? Insomma, si prende una pausa ogni tanto?

Adesso tutto sommato non è così difficile, ho decisamente più tempo libero rispetto a quando nuotavo. Essere una sportiva mi ha insegnato la disciplina e la pianificazione, per conciliare tutti gli impegni dovevo essere molto organizzata e rigorosa. Quella disciplina mi è rimasta quindi non ho particolari difficoltà ad armonizzare le varie esigenze.