Storie di persone | 13 agosto 2021, 10:08

Il “nuotar selvaggio” che riscopre l’Italia

Il “nuotar selvaggio” che riscopre l’Italia

Nato e cresciuto in un piccolo paesino in provincia di Brescia, con alle spalle le prealpi lombarde, Michele Tameni non ricorda un'estate passata senza tuffi nel piccolo torrente dietro casa, la spiaggia delle sue vacanze estive. «Solo crescendo ho avuto la possibilità di cominciare a viaggiare, ma per la prima parte della mia vita le vacanze le ho sempre trascorse a casa. Ho girato l’Europa in lungo e in largo con lo zaino in spalle, sono stato un paio di volte in California per vedere i suoi grandi parchi e ad un certo punto mi sono accorto che in tutti i miei viaggi c’era un denominatore comune, qualcosa che andavo sempre a cercare: la natura».

Una passione realizzata con il passare degli anni, accanto alla quale Tameni, di professione ingegnere informatico, sviluppa un forte interesse per la fotografia e la scrittura. Unendole nasce l’idea di partire alla ricerca di luoghi selvaggi e nascosti della nostra penisola, per raccontarli a parole e immagini. «In Inghilterra  mi sono imbattuto in un volume che parlava di fiumi inglesi dove poter andare a nuotare. Là la gente è più abituata a vedere i fiumi come luogo ricreativo, mentre in Italia è qualcosa di praticato solo da chi, magari, li ha nelle vicinanze, ma è difficile che li si vada a cercare di proposito, complice la nostra mentalità che associa la vacanza al mare o alla montagna intesa come trekking o camminate. Mi sono detto che un volume così si sarebbe potuto pubblicare anche in Italia, dove abbiamo una varietà di paesaggi e un patrimonio naturalistico e  storico che non ha eguali».

Parte da questa considerazione, nel 2012, la ricerca di località italiane che preservassero ancora un’anima selvaggia, dove si potesse nuotare. Esce così, prima in inglese nel 2014 e poi in italiano nel 2016, il volume Wild Swimming Italia, edito da Idea Montagna. «Ho iniziato a fare ricerche online, sul campo e attraverso volumi generici dedicati ai fiumi, al canyoning e al canottaggio, mancando una bibliografia specifica sul tema. Leggevo, prendevo appunti, studiavo le mappe e poi andavo dove pensavo di poter trovare dei luoghi adeguati alla mia ricerca, generalmente chiedendo a persone del posto dove facevano il bagno da giovani, tra sguardi molto sospetti. Ho individuato circa 150 località sparse in tutta Italia, riscoperto le emozioni che provavo da piccolo, l’eccitazione dell’avventura, la curiosità di scoprire cosa c’è dietro una cascata, risalire un fiume e vedere il mondo da una prospettiva diversa, con gli occhi a pelo d’acqua».

L’Italia rivela così un tesoro di località d’acqua dolce in cui nuotare, con le sue valli alpine o appenniniche ricche di fiumi e laghi ancora tutti da scoprire. «È stato un modo per conoscere meglio l’Italia - aggiunge Tameni - che avevo sempre un po’ trascurato».

A Tocatì 2021 Michele Tameni presenterà il suo volume e parlerà di questo nuotar selvaggio, che nel lessico italiano fatica a trovare una corrispondenza precisa e puntuale, insieme a Valentina Fortichiari, prima nuotatrice agonista, poi insegnante e infine viaggiatrice d’acqua che alla penna ha affidato negli anni le sue fantasie. «Dalla mia partecipazione al Festival mi aspetto di ritrovare, seppur in altri ambiti, l’entusiasmo che ha spinto me questa avventura, mi aspetto di riscoprire le emozioni che si provano da piccoli con cose semplici, la voglia di trovare un passatempo, facile e divertente, che sto riscoprendo anche adesso con i miei bambini». Ciò che è iniziato come un gioco nell’acqua approda tra le onde della prossima edizione di Tocatì: ci sono tutti i presupposti  per farsi coinvolgere nell’avventura.