Storie di persone | 15 maggio 2019, 10:22

Lino, il lettore che tutti vorrebbero

Lino, il lettore che tutti vorrebbero

Domani, in occasione della cerimonia annuale del Premio Verona Network in Camera di Commercio, festeggeremo con tutti voi un traguardo per noi davvero importante: siamo arrivati al numero 100 della nostra rivista. Con noi ci sarà anche Lino Bellamoli, il lettore di 93 anni che ha conservato con cura tutti i numeri di Pantheon, dal primo nel maggio del 2008 fino all'ultimo, quello del maggio 2019 che lo vedeva, tra la commozione generale, in copertina.

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Lino Bellamoli, 93 ANNI, grezzanese doc, consigliere comunale negli anni ’70, è da sempre attento osservatore dei cambiamenti socio-economici del territorio e non solo. Trasformazioni che nella sua vita ha brillantemente affrontato e superato, grazie alle convinzioni e alle consapevolezze maturate a contatto con la terra e il suo ciclo delle stagioni della vita. Si ritiene, infatti, con orgoglio «un lavoratore della terra», che ha lasciato a 70 anni per raggiunti limiti di età. Lino ha una grande capacità di intrecciare relazioni con le persone, dono (mai perduto e sempre esercitato) che gli ha permesso di restare aggiornato e sempre “sulla scena” della società. Lo conferma la moglie Mariangela Butturini da 55 anni al suo fianco e con la quale ha avuto tre figli maschi. «E sette nipoti», precisa compiaciuto Lino.

Lino ci risulta che ha sempre letto con grande interesse la rivista Pantheon, fin dal primo numero, uscito a maggio del 2008. Perché?

Anzitutto perché mi piace leggere. Leggo anche altri periodici che mi piace tenere in apposite distinte scatole. Ritengo molto importante conoscere le realtà del territorio e la loro evoluzione. All’inizio il filo conduttore di Pantheon era raccontare la vita della Valpantena e della Lessinia e quindi era seguito da molti cittadini della vallata.

Nel 2014 il giornale ha lasciato la sede di Grezzana (ora la redazione si trova a Verona) per evolvere e diventare il mensile della città. Una scelta efficace?

Credo sia stata una scelta ragionata dalla proprietà e credo che per il giornale abbia rappresentato una trasformazione positiva. Per la Valpantena, come sempre accade quando un’azienda se ne va, questo trasferimento è stato una piccola perdita: Pantheon infatti permetteva molti contatti, un rapporto diretto con la cittadinanza.

In questi 11 anni Pantheon si è rinnovato. Come ha visto questa innovazione?

Bene. Molto interessante è l’editoriale del direttore Matteo Scolari. L’impostazione ha allargato l’orizzonte su personaggi e argomenti spesso sconosciuti, gli articoli sono molto migliorati nel linguaggio e nel contenuto, mentre la copertina non sempre al primo impatto è comprensibile. Io sono rimasto un fedele lettore di Pantheon.

Ci risulta che Pantheon nella Valpantena, territorio di elezione perché ha dato i natali alla rivista, sia ancora molto apprezzato, che cosa suggerirebbe per attirare altri lettori?

Il giornale è molto richiesto da una certa fascia di lettori ma non sono tanti i giovani che lo prendono. A volte mi chiedo: “Qual è oggi il valore sociale di questo periodico?” La società cambia velocemente, forse, sarebbe utile l’approfondimento di alcune situazioni socio-economiche. Probabilmente non basta presentare le nuove iniziative attraverso i personaggi. La rivista Pantheon, che ha ormai ottenuto una sua collocazione tra gli affezionati lettori, potrebbe diventare a pagamento perché, da sempre, le cose acquistate sono le più apprezzate.

Lino da attento osservare della realtà qual è riuscito sempre ad essere le chiediamo di formulare qualche speranza per noi, per la nostra Verona e per il nostro Paese...Bella domanda. Può succedere di tutto! Potremmo cominciare dall’inizio del creato, o dalle due guerre mondiali del Novecento. Oggi c’è molta incertezza su parecchi fronti. Le persone, anche a causa della tecnologia in azienda e fuori diventano sempre più individualiste e poco inclini al bene comune e alle relazioni. Prevale un clima di paura che spinge ad allontanarsi (anche se non fisicamente) dalla società e dai suoi problemi, lasciando fare e questo non è positivo. Questo momento passerà, ma non sappiamo a quale prezzo. Auspico, per il bene delle giovani generazioni e dei miei nipoti, che questo prezzo sia modesto.