Storie di persone | 08 marzo 2022, 10:22

Lucia Scardoni: «La mia ultima (e bellissima) Olimpiade»

Lucia Scardoni: «La mia ultima (e bellissima) Olimpiade»

Scivola sul fondo, ma solo in senso letterale, perché quel fondo in realtà è un’ascesa verso l’alto. Lucia Scardoni, atleta fondista di Bosco Chiesanuova, ha indossato i suoi sci ed è slittata sulle piste di Pechino nelle ultime Olimpiadi Invernali gareggiando nello sprint (29°), 10 km (38°), staffetta 4x5km (8°) e team sprint (13°). 31 anni e una vita sulla neve, Lucia ha portato fino in Cina l’orgoglio della città scaligera.

Lucia, com’è nata la passione per questo sport? Ti sei sempre allenata sulle nostre montagne?

Ho iniziato a sciare quando ho imparato a camminare. Mio papà è sempre stato un fondista e questo sport ce l’ho nel sangue. Senza contare che Bosco Chiesanuova, dove vivo, è un paese radicato nella tradizione dello sci di fondo. Ne sono esempio i fratelli Valbusa e Paola Pezzo, prima della sua mountain bike. Sono tutti passati da lì...e tutti sono passati anche dalle mani di Carlo Vito Scandola, l'allenatore storico dello Sci Club Bosco.  Non ho mai pensato di fare un altro sport: mi è sempre piaciuto, è la mia passione e il mio lavoro. Fin da piccola mi sono allenata sulle piste di San Giorgio in Lessinia, poi ho vissuto per sei anni in Val di Fiemme a Predazzo, sfruttando la neve del Trentino. Ma ora sono di nuovo qui: sono stata contenta di ritornare nella mia terra.

Com’è andata questa tua seconda Olimpiade? Sei soddisfatta dei tuoi risultati?

Sì, sono soddisfatta. Ho dato tutto quello che avevo e quindi non rimpiango nulla. Si spera sempre in qualcosa di più, però questa è stata una stagione un po' difficile...ho fatto fatica all'inizio perché mi sono ammalata e non riuscivo più a guarire, quindi i risultati sono stati un po' sottotono rispetto all'anno scorso. Non sono andata a Pechino con troppe aspettative e sapevo di non giocarmi le medaglie, ma ho lavorato sodo e nel mio piccolo sono riuscita a tirarmi fuori delle belle soddisfazioni. Certo, le Olimpiadi sono partite con l’intensità già alta, ma avevo bisogno di riaccendere il motore. Nel complesso è stata una bellissima esperienza.

C'è stata una gara più difficile a livello fisico e una più a livello psicologico?

Direi che le due corrispondono: quella più difficile sia fisicamente che mentalmente è stata la sprint. Era la prima gara, la più breve. Quel giorno era molto freddo, la neve era molto lenta e quindi si faticava parecchio. Inoltre era uno dei pochi casi dove maschi e femmine correvano lungo lo stesso tracciato. Secondo noi atlete, era giusta per loro ma per le donne è stata abbastanza tosta. Inoltre, anche l’altitudine ha influito: stare a 1600/1700 m non è come correre a 100 m sul livello del mare. Avevo un po’ paura di dare troppo all’inizio e stancarmi tanto alla fine, ma poco dopo la partenza ho trovato il mio ritmo e seppur nella fatica mi sono divertita.

C’è stato un momento nella tua carriera sportiva in cui hai pensato di non andare avanti?

Sì, tante volte...da una parte può sembrare facile perché ti devi solamente allenare, perciò tanti mi dicono “tu fai la bella vita”. In parte è vero, in qualità di atleta della squadra nazionale ci sono da fare i raduni e quando sono a casa posso gestire il tempo facilmente. Dall’altro lato però c'è una tabella di allenamento da rispettare e tanti sacrifici da fare, a livello fisico e non solo. A volte viene voglia di avere una vita o un lavoro “normali”. Negli anni, anche l'ambiente in squadra non è sempre stato bello: a volte ci sono scelte non condivise o che non rispettano la meritocrazia. Ma se ripenso a me stessa, non avrei voluto di meglio. Tutto quello che potevo dare l'ho dato, e i risultati ottenuti per me valgono tanto.

Secondo te lo sci di fondo ha un valore riconosciuto in Italia o meriterebbe di aumentare la sua popolarità a livello agonistico?

Secondo me, in passato arrivavano più risultati dalla nazionale ed era più riconosciuto. Poi con l'andare degli anni le medaglie olimpiche sono diminuite ed è stato un po' abbandonato. Viene visto comunque come uno sport di fatica e perciò la maggior parte delle persone non lo intraprende agonisticamente. 

Un'ultima domanda... parteciperai anche nelle prossime Olimpiadi di Milano - Cortina?

Dal divano sì! In pista non direi. Nel 2026 avrò 35 anni...mi piacerebbe puntare su altri progetti personali. 

Marzo è il mese del tuo compleanno. Non ci resta che farti gli auguri!

Grazie mille!