Storie di persone | 05 maggio 2021, 14:51

Maurizio Ascione Ciccarelli, nuovo presidente Agec: «Sicurezza, sociale, sostenibilità al centro»

Maurizio Ascione Ciccarelli, nuovo presidente Agec: «Sicurezza, sociale, sostenibilità al centro»

L’Agec garantisce sul territorio servizi essenziali per conto del Comune. Si occupa della gestione delle farmacie, delle mense scolastiche, dei cimiteri e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Più che mai fondamentale di questi tempi, vista l’emergenza sanitaria e la crisi economica, Agec deve dimostrare di saper tutelare le fasce più deboli, soprattutto in emergenza abitativa e far sì che tutto il suo apparato funzioni al meglio. Da poco più di un mese, il sindaco di Verona, Federico Sboarina ha nominato i componenti del nuovo consiglio di amministrazione della municipalizzata Agec e l'incarico di nuovo presidente è andato a Maurizio Ascione Ciccarelli, quarantun anni, avvocato dal 2006.

Da vicepresidente a presidente: quali saranno le sue priorità?

Mi permetta una veloce premessa: l’Agec è la public utility di Verona e in questo particolare momento rappresenta un elemento fondamentale della “rete di protezione” che – letteralmente dalla culla alla tomba, come recitano i teorici del welfare state – aiuta la nostra Comunità in questa pandemia. È una responsabilità che tutti i 524 collaboratori, l’intero Cda e il sottoscritto sentono profondamente. La priorità è rendere Agec sempre più adeguata alle grandi sfide che l’attendono sulla base di tre parole d’ordine molto chiare: sicurezza, sociale, sostenibilità.

Il suo mandato sarà in continuità con il suo predecessore o cambierà qualcosa?

La genesi stessa di questo CDA e di questa presidenza indicano chiaramente la volontà di un cambio profondo col passato. Dell’azionista e nostra. Agec deve ritrovare la pace interna – è fondamentale che raggiungiamo coi collaboratori una serenità vera nelle relazioni sindacali dato che senza i nostri dipendenti non possiamo fornire alcun servizio – e deve diventare sempre più efficiente: dalle nostre mani passano servizi delicati ed essenziali, dobbiamo rappresentare il meglio di quanto può offrire il settore pubblico. E in questo, so di contare sull’appoggio di tutta l’Agec.

Di cosa ha bisogno Agec adesso?

Tema fondamentale sarà sviluppare il ruolo “sociale” di Agec collaborando ancora di più con la nostra comunità per offrire soluzioni ai problemi odierni. E poi c’è bisogno di una accelerazione sul tema della sostenibilità ambientale. Dobbiamo cogliere il momento del super-bonus al 110% previsto dal governo nazionale per adeguare gli edifici alle sfide dell’agenda 2030.

Nonostante le difficoltà sembra che Agec voglia guardare avanti, su cosa punterà?

Noi ci impegniamo a migliorare sempre di più la qualità dei nostri servizi che incidono sulla vita reale dei veronesi. Gestiamo la salute, l’alimentazione delle nuove generazioni, la qualità della vita quotidiana nei nostri alloggi, la cura e l’attenzione nei servizi cimiteriali dove dobbiamo coniugare problematiche delicate con una sensibilità doverosa e reale. La prova fornita dai nostri collaboratori in questa pandemia così straziante è stata, me lo lasci dire, eccezionale, di altissima professionalità. Una garanzia, sempre, nonostante il peso psicologico che hanno dovuto sopportare. 

Qual è la sua posizione in merito al degrado delle case Agec in via Marin Faliero? 

Non c’è altra via che non sia “legge e ordine”. Non possiamo più tollerare spaccio, occupazioni abusive, vandalismi: dobbiamo garantire la sicurezza alle tante famiglie perbene che ospitiamo nei nostri alloggi. Ad ogni buon conto, si tratta del patrimonio dei veronesi, frutto delle tasse pagate dai veronesi: abbiamo il dovere di preservarlo.

Agec è a garanzia dei più deboli e così deve rimanere anche se serve un segnale di rinnovamento. La sua nomina va in questa direzione?

Il mandato che il sindaco ha dato al nuovo CDA è chiaro: ci ha chiesto un cambio di passo perché la situazione sociale della città è fortemente peggiorata con la pandemia. Oltre alle fasce deboli del passato ci sono oggi molte famiglie del ceto medio che si sono ritrovate, dall’oggi al domani, senza il lavoro, senza la propria attività professionale, con forti dubbi sul proprio futuro. Dobbiamo essere pronti a dare le risposte adeguate. E questo vale, ovviamente anche per gli atti vandalici o per l’allarme – fortunatamente inesistente – sulla qualità dell’acqua potabile nei nostri immobili. Ma l’Agec c’è, sta facendo e farà la sua parte.