Storie di persone | 25 luglio 2019, 17:10

Pietro Pomari, la nuova stella: lui, la Lessinia, gli sci

Pietro Pomari, la nuova stella: lui, la Lessinia, gli sci

CAMPO CARLO MAGNO (Trento) ha da

poco una nuova bandiera piantata nella neve, accanto al tricolore. È quella

dello Sci Club Bosco, che ai campionati italiani assoluti ha piazzato l'acuto

con la vittoria del titolo nazionale da parte di Pietro Pomari nella 15 km

tecnica classica, categoria Aspiranti.

Pietro, ti

aspettavi questa vittoria?

No, per nulla. La stagione era

partita bene, ma poi ho avuto un calo di forma dopo gli Eyof (European youth

olympic festival, svoltisi in febbraio a Sarajevo, ndr) e non riuscivo più ad

esprimermi come volevo. Ero demoralizzato e l'unica cosa che mi importava era di

finire la stagione.

Come ti sei

avvicinato ai campionati?

Ho cercato di prepararmi al

meglio. Nella staffetta ho sentito subito qualcosa di diverso e non mi capitava

da qualche mese. La notte ho dormito poche ore a causa dell'agitazione e la

mattina dell'individuale ero veramente stanco. All'inizio il ritmo gara era

forte, pensavo che avrei salutato presto le mie speranze. Poi ci sono stati un

rallentamento e qualche intoppo. Alla terzultima salita ho aumentato il passo,

vedendo che gli altri non prendevano l'iniziativa. Alla penultima mi sono messo

in scia ad un avversario, affiancandolo e dando tutto quello che avevo.

Qual è stato il

tuo primo pensiero, una volta tagliato il traguardo?

Ricordo di essere stato molto

confuso. Mi sono messo come al solito di peso sulle racchette e fissavo la

neve. Mi hanno intervistato e sono riuscito a dire solo tre parole che non

ricordo, chiudendo con la frase: «... e sono felice».

E i giorni dopo?

Anche la notte seguente non ho

dormito, avevo continuamente il ricordo della gara in mente. Ho un video della

mia salita finale: penso di averlo riguardato 100 volte, anche al rallentatore.

Dopo questo acuto

cambia qualcosa in te?

Sicuramente la motivazione è

aumentata ancora di più. Prima, ogni tanto, pensavo di non avere i mezzi per

competere con i miei coetanei. Adesso credo di più nelle mie capacità.

Quanto conta la

fortuna nello sport?

Tantissimo. Nello sci, ad

esempio, è importante avere i materiali giusti, sentirsi in un buon periodo di

forma, non cadere e anche trovare il treno giusto.

Con lo studio come

va?

Frequento l'IIs Stefani-Bentegodi

a Buttapietra. Non è facile conciliare, ma ormai ci ho fatto l'abitudine e non

riuscirei a rimanere a casa pensando solo allo studio. Devo anche ammettere però

che gli insegnanti, se sanno che ho la gara alla domenica, evitano di

interrogarmi al lunedì. In questo mi sento aiutato.

Chi ringrazieresti

per questo successo?

Il mio allenatore Carlo Vito

Scandola, col quale mi sentivo quasi tutti i giorni. Ma il merito è di

tantissime persone, dagli allenatori degli anni passati Silvano Dal Ben, Mirco

e Giovanni Pezzo, agli autisti che mi aspettano nei miei molti ritardi. E poi

Gianni Segala, che quest'anno ci ha permesso di allenarci quando mancava la

neve: grazie a lui e allo Ski Team Lessinia abbiamo avuto 1 km di pista di neve

artificiale a Conca dei Parpari per allenarci senza dover andare in un'altra

regione. Ringrazio i miei compagni di squadra e di comitato, con cui mi sono

allenato quotidianamente. E, non per ultimi, i miei genitori, ma pure mio zio

Lino.

Speri in una chiamata

di un corpo sportivo?

A dire il vero ne ho ricevuta

una. Ma non ho avuto ancora conferme in tal senso e finché non è sicuro

preferisco non parlarne.

Cos'è per te la

speranza?

È un sogno che speri si possa

realizzare, anche se non sono sicuro che siano le parole giuste per esprimere

quello che intendo. Per me è poter sciare ad alti livelli e un giorno farlo

diventare un lavoro. Facile dire Mondiali e Olimpiadi: alla fine si punta

sempre in alto, ma vanno tenuti i piedi per terra, continuando a lavorare. In

molti hanno vinto un titolo come me, ma poi non sono arrivati.

Pomari ha iniziato a sciare con il papà a 3 anni. A 6 invece

è entrato nello Sci Club Roverè, che da alcune stagioni si è unito agli altri

club veronesi per formare lo Ski Team Lessinia.