Storie del territorio | 24 marzo 2022, 17:38

Agribi e Ronda, parte il primo corso per i migranti vittime delle tratte

Agribi e Ronda, parte il primo corso per i migranti vittime delle tratte

 A Verona parte il primo corso per i migranti vittime delle tratte. Prenderà il via martedì 29 marzo, promosso dall’ente bilaterale per l’agricoltura veronese Agribi, rivolto alle vittime o potenziali vittime dello sfruttamento e del caporalato. La sede prescelta per il primo corso è quella della Ronda della Carità, organizzazione di volontariato che si occupa di persone senza dimora e dalla quale proviene una parte dei primi venti immigrati che parteciperanno alla formazione.

Il corso rientra nel progetto Farm, cofinanziato dall’Unione Europea, un modello di collaborazione a rete pubblico-privato che coinvolge Veneto, Trentino - Alto Adige e Lombardia e si propone di promuovere condizioni di regolarità lavorativa, contrastando il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura. I percorsi formativi di Agribi coinvolgeranno 120 cittadini di Paesi terzi, suddivisi in sei edizioni tra marzo e aprile, con una formazione generale e una specifica in materia di salute e sicurezza in agricoltura. È previsto un intervento iniziale dell’Università di Verona, capofila del progetto Farm nel territorio scaligero, approfondendo il tema della legalità.

«Dopo i corsi per formare i potatori della vite, che hanno riscosso molto successo, partiamo con un progetto che ci sta molto a cuore, finalizzato alla prevenzione dello sfruttamento in agricoltura  – sottolinea Luigi Bassani, presidente dell’ente bilaterale di cui fanno parte Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil -. Vogliamo togliere spazio alle sacche di illegalità offrendo un’opportunità di formazione, mirata a trovare impiego in agricoltura, a immigrati vittime o potenziali vittime dello sfruttamento».

«Verranno utilizzate metodologie didattiche mirate a una formazione e sarà rilasciato un attestato valido ai fini di legge, allo scopo di rendere più agevole l’inserimento nel mercato del lavoro dei destinatari. A 40 migranti, selezionati tra i 120 sulla base dell’interesse e delle motivazioni, sarà riservato un ulteriore corso di formazione specializzata sulla coltivazione, raccolta e prima lavorazione dei piccoli frutti, che prevede un’indennità di 4 euro all’ora».

Aggiunge Sabrina Baietta, referente del progetto per Agribi: «L’appoggio delle organizzazioni sindacali, attraverso i patronati e gli uffici stranieri, è stato fondamentale per strutturare questi percorsi, così come molto importante è l’apporto delle associazioni che si occupano di inclusione sociale, cioè di persone emarginate e perciò vittime o potenziali vittime dei caporali. Il primo corso ospiterà i migranti assistiti all’interno del progetto Navigare e della Ronda, ma stiamo facendo rete con tante altre associazioni e centri di accoglienza. Ai corsisti daremo l’opportunità di usufruire di una visita medica gratuita che rientra nella campagna di sorveglianza sanitaria dell’ente, mirata a garantire la sicurezza sul lavoro e prevenire gli infortuni verificando che le condizioni di salute degli operai agricoli stagionali siano idonee a svolgere le mansioni assegnate in campagna».

La Ronda della Carità, che conta su 270 volontari impegnati notte e giorno nell’assistenza di chi vive ai margini della strada, ha iniziato la collaborazione con l’ente bilaterale Agribi con il corso per potatori della vite. «Alcuni migranti che hanno preso parte alla formazione hanno già trovato lavoro – spiega Alberto Sperotto, presidente dell’associazione – e perciò abbiamo aderito con entusiasmo anche a questa iniziativa che riguarda le vittime del caporalato. Noi diamo supporto a persone che non trovano accoglienza neppure nei dormitori, perché non possiedono i requisiti minimi come il permesso di soggiorno, e sono perciò le più vulnerabili, perché non possono fare altro che lavorare in nero. Si tratta perlopiù di giovani, dai 18 ai 25 anni, da poco arrivati in Italia, che hanno bisogno di un reddito per ripagare i soldi del viaggio o mandare denaro alle famiglie d’origine».

«L’agricoltura è un settore cruciale, perché è proprio in quest’ambito che tanti migranti in difficoltà diventano prede del caporalato. Se a queste persone riuscissimo a fornire un’opportunità di riscatto, che significa un lavoro regolare, daremmo loro la certezza di un’integrazione sociale e di un progetto di vita. In caso contrario, tutti questi stranieri diventeranno facili vittime non solo dello sfruttamento, ma anche della microcriminalità».