Storie del territorio | 15 luglio 2019, 17:03

Autonomia, eppur si muove. Tavolo di governo il 19 luglio

Autonomia, eppur si muove. Tavolo di governo il 19 luglio

Lo scorso 14 febbraio si è svolto un Consiglio dei ministri durante il quale, tra le altre cose, si è parlato di autonomia regionale. Nel merito la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie Erika Stefani ha illustrato i contenuti degli accordi preliminari stipulati tra il governo e rspettivamente Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.

Il terzo comma dell’articolo 116 - introdotto con la riforma della Costituzione del 2001, riformatrice del Titolo V - disciplina la concessione di maggiori sfere di autonomia alle regioni a statuto ordinario in presenza di determinate condizioni, attraverso un procedimento che culmina con la votazione da parte dei due rami del Parlamento a maggioranza assoluta.

Le regioni con i bilanci in ordine possono chiedere di vedersi assegnate maggiori competenze rispetto a quelle previste normalmente per le ragioni a statuto ordinario. Nonostante il lungo elenco di materie per le quali le Regioni virtuose possono cheidere di avocare a sé le competenze, alcune restano di competenza esclusiva dello Stato ( p. es l'ordine pubblico) .

L’articolo 116 è stato invocato per la prima volta nel 2017, quando i governi di Lombardia e Veneto hanno organizzato un referendum consultivo, al quale in entrambe le regioni il “sì” aveva ricevuto la maggioranza dei voti.

L'esito non era vincolante, ma lo strumento referendario è servito a dare sostegno politico  alla richiesta. L’Emilia-Romagna ha attivato le procedure senza referendum e dopo un voto in consiglio regionale.

Il 28 febbraio del 2017 il governo Gentiloni sottoscrisse con le tre regioni tre distinti accordi preliminari, che individuavano i principi generali, i metodi e un primo elenco delle materie oggetto dell’autonomia, in vista della definizione dell’intesa. Il cambiamento dell'esecutivo e la formazione della nuova coalizione di governo ha messo in stand by l'iter.

Il dossier sull'autonomia differenziata pubblicato dal Senato a luglio 2018 certificava il coinvolgimento di 13 regioni a statuto ordinario su 15. Di queste, Campania, Liguria, Lazio, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria avevano formalmente conferito al loro presidente l’incarico di chiedere al governo l’avvio delle trattative.

L’anno scorso il nuovo governo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle ha promesso che avrebbe concesso l’autonomia alle regioni in regola entro l’autunno, ma l’accordo ad oggi non è ancora stato trovato.

L’anno scorso il nuovo governo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle ha promesso che avrebbe concesso l’autonomia alle regioni in regola entro l’autunno, ma l’accordo ad oggi non è ancora stato trovato. Il tema più controverso sembra essere la scuola, che per il partito guidato da Di Maio dovrebbe mantenere l'attuale impostazione di principio.

Dopo la veemente critica alla festa della Lega ad Oppeano (Vr) da parte del governatore Zaia e la promessa del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini di avere la firma entro l'estate, arriva oggi la convocazione del presidente Giuseppe Conte di un Consiglio dei Ministri per venerdì 19 luglio sull'autonomia.