Storie del territorio | 28 giugno 2019, 17:01

Fondazione Arena, buona la prima?

L’anfiteatro e la sua bellezza in mondovisione, lo scorso 21 giugno, si scontra con le immagini degli ultimi mesi del 2018: lavoratori in sciopero, cartelli su cui si leggeva: “Affondazione Arena”, volti dipinti dalla stanchezza di uno stallo infinito.

Fondazione Arena, buona la prima?

https://www.youtube.com/watch?v=O56jzZV40nI&feature=youtu.be

Appena qualche mese fa i lavoratori erano scesi in piazza con cartelli che prospettavano ben altri scenari: Affondazione Arena si leggeva, sui volti la disperazione per uno stallo infinito. Carenza di programmazione, criticità nella gestione dei contratti e inadeguatezza dei dirigenti i punti oggetto degli scioperi. E poi ancora per completare il quadro: mensilità sacrificate, corpo di ballo liquidato per salvare dal precipizio l'ente.

 

Il 21 giugno l’omaggio a Zeffirelli con una Verona eletta capitale della lirica ha raccontato un festival lirico diverso. Il fascino dell’ultima Traviata del grande maestro. L’anfiteatro e la sua bellezza in mondovisione.

Ma la domanda è d’obbligo: i conti della Fondazione come stanno? Le fragilità passate sono davvero archiviate? Il bilancio consuntivo 2018 approvato di recente parla di un utile di 2,7 milioni che chiude il piano di risanamento 2016-2018 finanziato anche con i 10 milioni della legge Bray, dopo il commissariamento nel 2016. Una svolta luminosa, sembra, dopo tanto grigiore benedetta anche dalla prima con Mattarella. Ma il Piano di rilancio 2019-2022 sogna altri numeri. E non mancano le polemiche.

«I VERTICI BRINDANO CON I SACRIFICI DEI LAVORATORI»

«I vertici brindano con i sacrifici dei lavoratori» attacca Michele Bertucco di Verona e Sinistra in Comune secondo il quale «l’ammontare degli utili sbandierati per l’anno 2018 corrisponde al taglio degli stipendi concordati attraverso il Piano di Salvataggio predisposto dai commissari Fuortes e Polo».

COSA DICE LA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI

Nella documentazione relativa al 2017, la Corte dei Conti parla di una «situazione patrimoniale problematica». Insomma se si sta in piedi, è grazie allo stato che stanzia oltre il 70 per cento del totale dei contributi.

IL DECRETO DEL RILANCIO

Intanto il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che rivoluziona le misure in materia di personale delle fondazioni. Fissa un tetto massimo di 48 mesi anche non continuativi per i contratti a tempo determinato, in deroga al decreto dignità per garantire la tutela dei lavoratori secondo il diritto dell’Unione europea. E poi varie misure per il rilancio delle 14 fondazioni lirico sinfoniche italiane. Quella areniana, lo ricordiamo, conta 250 lavoratori stabili, 900 durante la stagione estiva.

Intanto quasi come metafora della situazione domani debutta il Trovatore di Verdi. Un notturno misterioso rischiarato da fiamme minacciose e bagliori sorprendenti.