Storie del territorio | 25 febbraio 2016, 16:09

I giovani agricoltori che hanno successo

Con il 54% in più di superficie posseduta per azienda e un fatturato più elevato del 75% si può dire che i giovani agricoltura il proprio lavoro lo sappiano fare, e bene.

È decisamente un mestiere per giovani, quello degli agricoltori: le aziende agricole condotte da giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, hanno il 50 per cento di occupati per azienda in più e un fatturato più elevato del 75 per cento rispetto alla media dei colleghi “anziani”.

Dati molto positivi, quelli che il delegato nazionale dei giovani Coldiretti Maria Letizia Gardoni, commentando l’annuncio del Ministro delle Politiche Agricole sull’ operatività delle misure del pacchetto “Generazione Campolibero”, che prevede mutui a tasso zero e fondi per supportare la nascita e lo sviluppo di start up agri-food, ma anche più innovazione con il credito di imposta per il commercio elettronico di prodotti agroalimentari per un valore di 160 milioni tra risorse interne e fondi Ismea-Bei.

«C’è un intero esercito di giovani che hanno preso in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari, innovatori e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri» ha dichiarato Gardoni, che sottolinea anche «dai campi non viene solo una risposta alla disoccupazione e alla decrescita infelice del Paese, ma anche una speranza alla sconfitta dei nostri coetanei che sono costretti ad espatriare».

A 15 anni dall’approvazione delle legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato le campagne, i giovani hanno interpretato in chiave innovativa le  opportunità offerte dal mondo rurale e oggi il 70 per cento delle imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.