Storie del territorio | 30 settembre 2015, 10:27

I “semi” di una nuova didattica

I “semi” di una nuova didattica

Sono una ventina le scuole del nostro territorio riunite nelle “Reti per le competenze – Istituti Comprensivi Verona e provincia”, allo scopo di promuovere una nuova didattica a misura di bambini e ragazzi.

Una nuova didattica nelle scuole, più orientata alle competenze e al raggiungimento di traguardi, che ai “classici” programmi. A richiederla non sono solo le nuove indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (che comprende scuole elementari e medie), uscite nel 2012 e fortemente volute dall’Unione Europea, ma i ragazzi stessi, sempre più vicini alle nuove tecnologie e, di conseguenza, a nuovi modi di apprendere.

Anche la scuola veronese si sta muovendo verso l’innovazione, e lo fa concretamente attraverso la nascita di alcune reti di scuole che lavorano insieme per creare i “semi” della scuola del futuro. «Siamo abituati a un modello scolastico che non funziona più» spiega la dottoressa Laura Donà, dirigente tecnico MIUR presso l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto. «I bambini di oggi sono molto diversi da quelli del passato, hanno esigenze e difficoltà diverse, nuovi modi di leggere la realtà e di apprenderla e individualità che devono essere ascoltate e valorizzate; la scuola deve andare di pari passo con questo cambiamento».

«Il nuovo documento – prosegue Rossella De Vecchi, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo 1 di Pescantina, capofila di una delle reti presenti nel nostro territorio – ci spinge a lavorare su “traguardi finali”, da far raggiungere ai ragazzi con modalità costruite su misura, e su “competenze”, certificate alla fine di ogni ciclo scolastico con una specifica pagella. L’unione tra le tematiche irrinunciabili nella formazione – come quelle presenti nei “vecchi” programmi - e la creatività dell’insegnante, condurrà i ragazzi verso il raggiungimento di obiettivi educativi specifici e di “competenze di cittadinanzache contribuiranno a disegnare il cittadino del futuro».

Ai tradizionali studi viene affiancata una formazione che guarda alla persona nella sua complessità, con particolare attenzione a chi presenta bisogni educativi specifici, disturbi dell’apprendimento, disabilità, ma anche ai cosiddetti “gifted”, alunni con forme di intelligenza eccedenti. Un modo di lavorare diverso, in cui l’apprendimento non è più fornito dall’insegnante attraverso la ripetizione di nozioni, ma è guidato, in modo che sia l’alunno, attraverso la propria curiosità e con le proprie capacità, a raggiungere la conoscenza.

Ne consegue un modo diverso di lavorare per gli insegnanti, che necessitano quindi di formazione. «Nonostante i finanziamenti ridotti, il Ministero dell’Istruzione ha elaborato un piano di formazione per il personale» specifica Laura Donà. «In questo processo sono coinvolte attivamente le scuole, che possono presentare dei progetti in rete con altri istituti. Le reti più meritevoli ricevono un finanziamento per la realizzazione del progetto». Queste reti, che devono racchiudere almeno 5 scuole (una scuola capofila, più altre 4, di cui una di secondo grado), nascono autonomamente, attraverso l’interesse di singoli dirigenti e insegnanti che iniziano a collaborare, e sono messe in connessione tra loro attraverso incontri provinciali, regionali e nazionali.

A Verona e provincia si contano oggi cinque reti ufficialmente riconosciute, ognuna contraddistinta da una scuola capofila (I.C. Montecchia e Roncà, I.C. Nogara Don G. Calabria, I.C.  Pescatina 1, I.C. Verona 17 Montorio, I.C.  Verona 19 Santa Croce), unite sotto un unico logo, quello delle “Reti per le competenze – Istituti Comprensivi Verona e provincia”. Queste realtà si sono incontrate lo scorso 26 marzo, presso le scuole medie G. Verdi di Santa Croce, per condividere impressioni, idee, problematiche e soluzioni, nel worskshop “Scambiamoci le pratiche”, a cui hanno partecipato 165 insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e media. «I partecipanti – anche quelli che ancora non fanno parte delle reti - si sono dichiarati molti contenti dell’esperienza, mostrando un grande interesse verso questa nuova didattica» spiega Isabella Avesani, insegnante e coordinatrice della rete guidata dall’I.C. Verona 17 Montorio.

L’impegno messo dagli insegnanti in questi progetti - va detto - è totalmente volontario: «non c’è alcun obbligo di partecipare alle reti, né viene riconosciuto un compenso extra a chi impiega creatività, passione e tempo per sviluppare le basi della nuova didattica. Lo facciamo perché ci crediamo, e speriamo che siano sempre di più i colleghi “ambasciatori di innovazione” nelle proprie scuole» conclude Isabella Avesani.