Storie del territorio | 30 settembre 2015, 10:25

Il diritto di sognare un mondo migliore

Il diritto di sognare un mondo migliore

L’associazione Monastero del Bene Comune, a Sezano, è impegnata attivamente in percorsi che favoriscono la nascita di un pensiero comune di tutela del nostro mondo, della sua società e di tutti i beni che di esso fanno parte: dall’aria all’acqua, dalla Terra alle sue risorse. 

Esiste un’oasi di pace, tra il verde delle colline della Valpantena, di rara bellezza. Un luogo in cui fermarsi a meditare, ad ascoltare il silenzio, in cui sentirsi accolti e insieme accogliere, ma anche un luogo in cui conoscere, incontrare l’altro e attraverso questo incontro, trovare se stessi. Un’utopia, forse? Eppure questo luogo esiste, ed è aperto a tutti. Si tratta del Monastero dei Padri Stimmatini di Sezano, in cui ha sede il “Monastero del Bene Comune”, un’associazione sui generis (né culturale, né di volontariato, semplicemente “associazione”) nel suo termine più puro: un gruppo di persone unite da visioni comuni che sfugge alle classificazioni, ma che ha intenti ben chiari e, si spera, sempre più condivisibili.

«Ci incontravamo da anni durante le celebrazioni eucaristiche e gli incontri di riflessione sulla Parola. Un gruppo eterogeneo per età, interessi, provenienze» spiega Paola Libanti, socio fondatore e responsabile della parte amministrativa dell’associazione. «Nel 2007 abbiamo iniziato a interrogarci sullo stato dell’economia mondiale. Ne è nato un incontro con Riccardo Petrella, autore del libro “Il diritto di sognare”, dal titolo “Conoscere la finanza per cambiare il sistema”, a cui era invitato anche Pietro Raitano, direttore di Altraeconomia. È stato lui a definire questo luogo il “monastero del Bene Comune”, nome che ci è piaciuto così tanto da essere scelto per l’associazione, nata nel 2009». Obiettivo del gruppo è la difesa dei “beni comuni” come l’acqua, sostenuta con un ruolo attivo in occasione del referendum del 2011 e oggi protagonista della Facoltà dell’Acqua, che qui ha sede, luogo di formazione per insegnanti e quindi, tramite loro, per bambini e ragazzi, in vista del “bene comune”, ovvero il vivere insieme, sulla base della frase di Petrella che è diventata il motto dell’associazione stessa: "L'umanità non è semplicemente l'insieme degli esseri umani, ma sono gli esseri umani che vivono insieme".

Attorno all’associazione gravitano moltissime persone. «Non c’è bisogno di tessera d’iscrizione» specifica Paola. «Chiunque sia interessato a uno dei nostri eventi, è il benvenuto. Proponiamo incontri su diverse tematiche, come economia e finanza, legalità e partecipazione, fedi e culture non solo cristiane. Abbiamo infatti rapporti con la comunità musulmana, con quella buddista, con quella sikh, con lo scopo di educare alla complessità e all’approfondimento» spiega padre Silvano Nicoletto, stimmatino, vicepresidente dell’associazione. «Il monastero era abitato, secoli fa, da monaci benedettini, e noi abbiamo voluto recuperare la tradizione monastica dell’ospitalità. La struttura stessa, con un chiostro non chiuso in se stesso, ma libero su un lato, richiama questa apertura verso il mondo, come se la sua geografia custodisse una vocazione».

L’associazione fa inoltre parte della “Rete delle scuole per il Bene Comune”, a cui aderiscono diverse realtà veronesi che da sempre propongono percorsi all’interno delle scuole e hanno deciso di unirsi per rendere più efficace l’offerta formativa. «Attraverso una collaborazione con docenti-volontari, incontriamo gli studenti, a cui proponiamo di lavorare con noi su uno di questi percorsi: povertà-impoverimento e finanza speculativa-finanza etica; educazione alla legalità, alla democrazia e alla cittadinanza responsabile: i beni comuni, le fonti della vita e la loro mercificazione» spiega Paola Libanti. «La prima settimana di maggio, ogni anno, gli elaborati prodotti dai ragazzi durante l’anno scolastico vengono presentati pubblicamente. Ne escono sempre delle proposte interessanti: chi meglio di un giovane può mettere in discussione con creatività lo stato delle cose?».

La dimensione del sogno, a partire dal libro di Petrella che ha contribuito a dare il via all’associazione, torna spesso qui nel Monastero del Bene Comune. Un sogno, quello di un bene comune che tuteli se stesso e i beni comuni di cui dispone, dall’acqua alla Terra, attraverso ogni essere vivente, che a molti può sembrare utopia, ma che riesce a concretizzarsi in piccoli gesti capaci di produrre cambiamento. «Sosteniamo attivamente la campagna Banning Poverty 2018, per dichiarare illegale la povertà, e ogni due anni premiamo una persona o una realtà con una laurea honoris causa in utopia, dedicata a chi è andato contro corrente per realizzare un sogno. Il primo a riceverla è stato Domenico Vestito, giovane avvocato della Locride che, dopo gli studi a Bologna, ha scelto di tornare nella sua terra per sostenere processi di formazione alla legalità, là dove la malavita si infiltra in tutti gli strati della vita sociale, economica e politica. Domenico è diventato direttore della scuola socio-politica della sua diocesi e oggi è sindaco di Marina di Gioiosa Jonica», comune in precedenza commissariato per infiltrazioni mafiose, e ora pronto a un grande cambiamento. «Qui al Monastero del Bene Comune» conclude Paola Libanti, «è riconosciuto il diritto di sognare, tutti i giorni!».