Storie del territorio | 19 ottobre 2016, 10:19

Il turismo come dovrebbe essere, per tutti

A raccontare di un turismo migliore, possibile, aperto a tutti domenica 23 ottobre saliranno sul palco della Gran Guardia tanti attori che sul territorio promuovono l’accessibilità, in varie forme. L’occasione è il convegno “Il turismo accessibile veronese – modelli di sviluppo”, organizzato da Progetto Yeah!.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono circa 1 miliardo le persone nel mondo con una forma di disabilità. Studi recenti spiegano che il turismo accessibile riguarda circa il 17% delle famiglie italiane, oltre 10 milioni di persone in totale. E allora perché non aprire le porte, metaforiche e fisiche, di Verona e della sua provincia e rendere fruibile a tutti il suo straordinario patrimonio artistico e paesaggistico?

Alla risposta ci pensa il convegno “Il turismo accessibile veronese – modelli di sviluppo”, organizzato da Progetto Yeah!, con il patrocinio del Comune di Verona e dei consorzi InSoave e Verona Network, domenica 23 ottobre alle 18.00 al Palazzo della Gran Guardia.

Rivolto ai tanti operatori turistici del territorio di Verona, il convegno approfondirà le caratteristiche di un turismo “come dovrebbe essere”, adatto a tutti. Un approccio meritevole, certo, ma anche un modo per essere più competitivi sul mercato: la Regione Veneto (studio “L’ospitalità prende forma”, 2015) stima infatti che un turismo capace di coinvolgere chi ha esigenze speciali - dalle disabilità a limitazioni dovute all’età, a particolari necessità alimentari - si tradurrebbe in più di 800 mila visitatori l’anno in viaggio verso il nostro territorio, oltre 1 milione considerando familiari e accompagnatori.

L’ingresso al convegno è libero e gratuito. In sala sarà disponibile il servizio di interpretariato in Lingua dei Segni.

Noi abbiamo intervistato uno dei fondatori di Progetto Yeah!, Marco Andreoli, che domenica sarà sul palco a raccontare la propria esperienza.

L’evento di domenica è pensato anche come workshop, quindi come occasione di imparare.

Certo, noi come Progetto Yeah ci occupiamo di turismo accessibile da anni e da sempre cerchiamo di condividere la buone prassi dell’accessibilità con più persone possibili. Il convegno è rivolto in particolare agli operatori del settore turistico di tutto il territorio di Verona: hotel, agriturismi, parchi tematici, ma anche frantoi e cantine. L’idea che vogliamo trasmettere è che ampliare la propria offerta a persone con disabilità non è solo una scelta meritevole, ma anche e soprattutto un’opportunità economica più ampia di quanto si creda, specialmente nel nostro territorio.

Può farci qualche nome tra quelli che sfileranno sul palco?

Sono numerose le personalità che sul territorio negli ultimi anni hanno fatto passi in avanti nell’ambito dell’accessibilità. Per esempio, a raccontare la propria esperienza ci sarà Chiara Mattiello, sommelier che si occupa di percorsi multisensoriali enogastronomici dedicati anche a persone con disabilità visive. Sarà presente anche un responsabile dell’Hotel Roxy Plaza di Soave, struttura alberghiera che ha aderito a corsi di formazione professionali per migliorare l’accoglienza dei turisti con disabilità. Un’altra testimonianza molto interessante è quella di Marco Ceccherini, presidente dell’Associazione Inchiostro di Bergamo, che presenterà una app multimediale per visite turistiche accessibili a tutti.

Progetto Yeah! aveva organizzato un convegno simile a questo già nel 2014. A distanza di due anni da quella prima esperienza, cosa pensa sia cambiato e cosa, invece, è rimasto uguale?

Dopo il convegno del 2014 abbiamo potuto constatare che quelle che allora erano proposte sono poi diventate realtà, in molti casi di successo. Per esempio, il pacchetto turistico di avvicinamento al vino adatto anche a persone con difficoltà visiva, ideato da noi di Progetto Yeah! con la collaborazione del tour operator Soave Incoming ha riscosso grande interesse, così come i tanti itinerari accessibili attraverso cui scoprire Verona.

È anche vero che a Verona c’è ancora tanto da fare. Anche se più che di strutture, bisognerebbe parlare di mentalità: è arrivato il momento di pensare al turista come a una persona con dei bisogni, che possono essere legati a una disabilità o a esigenze particolari (pensiamo alle neomamme o alle persone celiache). Una scelta che, ripeto, rende anche più competitivi sul mercato.

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