Storie del territorio | 16 luglio 2019, 12:44

Invalsi 2019, ritratto di un'Italia spaccata in due

Invalsi 2019, ritratto di un'Italia spaccata in due

Il giorno 10 luglio 2019, l’Invalsi ha pubblicato il Rapporto sugli esiti delle rilevazioni effettuate tra marzo e maggio 2019. Le rilevazioni invalsi sono previste per le classi III (grado 2) e V (grado 5) della scuola primaria, per le classi III (grado 8) della scuola secondaria di primo grado e per la classe II (grado 10) della scuola secondaria di secondo grado. Materie d'interesse per tutte le classi sono italiano e matematica, l'inglese è invece inserito in prova ai gradi 5, 8 e 10. Novità del 2019 è stata l'introduzione delle prove di italiano, matematica, inglese anche al grado 13, ovvero nell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado.

Oggi l'ufficio scolastico regionale per il Veneto ha pubblicato un report sui risultati ottenuti dalle scuole della regione. Risultati buoni, ottimi in alcuni casi, con picchi al di sopra della media nazionale. Ma ciò che colpisce è l'abisso tra le regioni del centro-nord e il sud dell'Italia. Risultati che calano progressivamente nel corso dell'itinerario scolastico scendendo lo stivale. E così da differenze piccole e in generale non significative tra le scuole primarie, si arriva ad una divergenza significativa in terza secondaria di primo grado.

La scuola primaria

In Italiano, il Nord Ovest nel suo complesso si colloca significativamente sopra la media nazionale, mentre sotto si colloca la macroarea Sud-Isole, così come in matematica. In inglese ad esempio (per la primaria è fissato il livello A1) solo il 13,4% degli alunni in Veneto non raggiunge la soglia minima nel listening, contro un  20% di Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Si palesa già, seppur con lievi sintomi, il grande problema dell'equità del sistema scolastico. Problema sottolineato anche da Roberto Ricci, direttore generale dell’Invalsi, durante la presentazione dei risultati alla camera dei deputati. «La vera inclusione che si realizza oggi in un paese democraticamente avanzato come l'Italia - afferma Ricci - è proprio la qualità degli apprendimenti che i ragazzi riescono a realizzare nel percorso scolastico». E proseguendo con la lettura dei dati ci si accorge facilmente di come non vi sia alcuna equità nel nostro sistema scolastico.

La scuola secondaria di primo grado

Nella secondaria di primo grado, le aree del Nord Ovest e del Nord Est si collocano di nuovo significativamente sopra la media nazionale in italiano, matematica e in entrambi gli aspetti dell’inglese. Al contrario le macro-aree Sud e Sud-Isole si attestano sotto la media nazionale in tutte le prove.

Il Veneto nello specifico è al di sopra della media nazionale (fissata a 200) sia in italiano (209) che in matematica (205). Margini di miglioramento invece nei riguardi della notevole quota di alunni che non raggiunge il livello A2 nelle prove di inglese.

Matematica esaspera le differenze. E dal grafico è chiaro ed evidente che esiste un problema nel nostro paese. In Calabria, ad esempio, 6 ragazzi su 10 non raggiungono i traguardi minimi alla fine delle scuole medie. «Come se arrivassero al primo anno delle superiori con competenze da quinta elementare» commenta Ricci.

Scuola secondaria di secondo grado

In classe seconda della scuola secondaria di secondo grado, interessata alle sole prove

di italiano e matematica, il Veneto vede confermate le buone prestazioni, collocandosi in entrambe le discipline tra le regioni con i piazzamenti più alti, anche tenendo conto della disaggregazione per tipologie di scuola. Sotto la media vediamo nuovamente le macroaree Sud e Sud Isole in entrambe le discipline.

Deve far pensare, tuttavia, che gli esiti in italiano degli Istituti Tecnici del Nord sono in taluni casi sovrapponibili o superiori a quelli dei Licei del Sud o delle Isole, così come i risultati dei Professionali veneti sono in diversi casi paragonabili a quelli dei Tecnici delle regioni meridionali.

Per la prima volta, le rilevazioni Invalsi hanno interessato anche gli alunni dell’ultimo

anno della scuola secondaria di secondo grado, che hanno sostenuto le prove di

italiano, matematica e inglese. E anche qui il quadro che ne esce è disarmante. Si passa dal 70% degli alunni del Nord-Est che raggiunge almeno il livello 3, al 50% degli allievi in Campania, Calabria e Sicilia che si colloca solo ai livelli 1 e 2. E stare al di sotto del livello 3 significa essere privi di quelle abilità e le competenze necessarie ad esercitare un'autentica cittadinanza attiva.

La scuola, a partire dal primo ciclo, si deve interrogare urgentemente sulle tecniche didattiche e sugli ambienti di apprendimento più adatti a colmare le diseguaglianze nei così numerosi alunni. Serve affrontare il problema di ragazzi che non raggiungo la competenza minima nella loro lingua madre al termine di 13 anni di scuola. Anche nell'ottica del progetto di legge sull'autonomia differenziata che, ad oggi, potrebbe rivelarsi un'ulteriore pugnalata ad un sistema, quello scolastico italiano, estremamente fragile.