Storie del territorio | 14 febbraio 2018, 09:54

La montagna accantonata

La montagna accantonata

Le montagne coprono circa il 27% della superficie terrestre (quasi la metà del territorio italiano), e più del 50% della popolazione mondiale dipende dall'acqua che esse forniscono per bere, per cucinare, per irrigare, per la produzione di energia elettrica, per l’industria. Inoltre, poiché esse sono poco abitate (ci vive il 12% della popolazione mondiale), sono diventate un rifugio per specie animali e vegetali che in pianura potrebbero essere già scomparse.

Di Michela Canteri

Insomma, quello che succede sulla vetta più lontana e irraggiungibile influisce sulle forme di vita nelle valli, nei bacini d’acqua dolce e persino nei mari. Eppure, nonostante la sua centralità in ambito ambientale e non, il sistema economico globale sembra averle, se non dimenticate, sicuramente accantonate. La montagna è un ambiente complesso. È difficile viverci, lavorarci, coltivare, investirci. Solo chi possiede una buona dose di resilienza resiste. Quindi è necessario non aspettare oltre.

Chi è investito di questa possibilità e responsabilità deve iniziare a lavorare a fianco delle comunità locali, anche le nostre, per dare loro maggiori strumenti, per allontanare lo spettro dell'isolamento culturale, per permettere lo sviluppo sostenibile, la crescita e la competitività della montagna affinché si valorizzino le risorse naturali e culturali del suo territorio. La montagna, e la Lessinia non fa eccezione, è spesso vista come un'opportunità di godere della natura e del buon cibo in maniera frugale, come se finita la passeggiata e il pranzo in malga si chiudesse il sipario e non restasse altro da fare che andarsene.

In realtà la vita di chi abita in alto è fatta principalmente di passione quotidiana che non cerca clamore, di cieca e testarda resistenza, di folte radici che riconducono sempre e comunque alla terra, aspra, dura. Ma generosa, baciata dal vento, dal sole, dalla neve, dalla pioggia, dalla rugiada, dal tepore della primavera, dai colori succosi dell'autunno. E allora via. Che il vero spettacolo inizi.