Storie del territorio | 16 ottobre 2013, 17:41

L'inverno caldo di Malga San Giorgio

L'inverno caldo di Malga San Giorgio

Sono ore decisive, di grande

tensione e di pathos emotivo per le sorti di Malga San Giorgio. Il destino, per

molti, sembra già scritto. La chiusura definitiva degli impianti di risalita,

ma anche delle strutture ricettive collaterali alle piste, sembra ormai

inevitabile. Il 21 ottobre scade il bando pubblico che Nuova Lessinia Spa, la società

che conta oltre 400 soci e che da circa 12 anni gestisce le attività della

stazione sciistica veronese, ha indetto per cercare di affittare per almeno una

stagione, dal 1 novembre 2013 al 31 agosto 2014, gli impianti di risalita, con

l’opzione per le due strutture ricettive Gaibana e Ice Bar.

Nel caso in cui il bando andasse

deserto potrebbero iniziare alcune trattative con soggetti privati, ma

l’impegno economico richiesto non è affatto esiguo: «Il bando prevede un

affitto stagionale di 100.000 euro per gli impianti e di 7.500 euro per

ciascuna delle due strutture ricettive gestite da Nuova Lessinia Spa» spiega

Claudio Melotti, vicesindaco del Comune di Bosco Chiesanuova «Con questa

entrata potremmo garantire la prossima apertura stagionale e tentare di avviare

un’opera di risanamento della situazione debitoria delle società trovando

eventuali accordi con i fornitori ed eliminando alcuni cespiti in nostro

possesso, di fatto non strettamente legati alla mera attività sciistica».

«Sia la Provincia di Verona che

il Comune di Bosco si sono espressi a favore, non senza un acceso confronto nei

rispettivi consigli, per una liquidazione di Nuova Lessinia, che ad oggi si

trova in seria difficoltà economica» prosegue Melotti «Appena conosceremo

l’esito del bando, convocheremo una assemblea straordinaria dei soci per

confermare o meno i pareri dei due soci sopra citati, ovvero Provincia e

Comune».

La mancata apertura degli

impianti muterebbe senza dubbio gli equilibri economici, sociali e sportivi

dell’intera Lessinia centrale con una ricaduta inevitabile su tutto l’indotto

locale e non solo: «Chiudere San Giorgio vorrebbe dire spegnere quel piccolo

lumino che ancora oggi tiene vivo il turismo sulla nostra montagna» aggiunge il

vicesindaco di Bosco «Verrebbe drasticamente ridimensionato il flusso di

persone che nel fine settimane salgono fin qui per sciare o per passare una

domenica sulla neve. Scomparirebbero le scuole di sci e le attività commerciali

o ricettive che in questi anni hanno investito con coraggio pagherebbero

senz’altro lo scotto in un momento storico già molto delicato».

«Nuova Lessinia Spa ha commesso

degli errori in questi anni, è innegabile, ma non dimentichiamo l’annus

horribilis del 2007 e dal 2008 in poi il mondo si è fermato. Molti non ricordano

anche quello che è stato fatto: la seggiovia, l’acquisto di 23 cannoni spara

neve per l’innevamento artificiale e la costruzione di una cisterna di 10.000

metri cubi per l’approvvigionamento dell’acqua. La sistemazione della rete

elettrica dell’Enel, l’acquisto di due gatti delle nevi e del tapis roulant, la

sistemazione della biglietteria...investimenti per almeno 5 milioni di euro che

hanno tentato di valorizzare al meglio questo luogo».

«Il mio desiderio personale, come

molti dei soci e come molta gente della Lessinia, è che si possa trovare al più

presto una soluzione e che anche la politica extracomunale possa intervenire

per scongiurare una chiusura che avrebbe conseguenze pesanti per il nostro

territorio».

«La Provincia farà di tutto per

far ripartire la stagione sciistica di Malga San Giorgio, sia per l’importanza

che la stazione ha per Verona, sia per l’indotto occupazionale che riesce a

garantire» commenta Ivan Castelletti, Assessore provinciale ai Rapporti

Operativi con Enti e Aziende Partecipate «Allo stato attuale non possiamo

intervenire direttamente con dei finanziamenti da erogare in favore di Nuova

Lessinia Spa perché da oltre tre anni la società chiude il bilancio in passivo

e la normativa nazionale vieta questo tipo di operazione».

«Siamo in attesa di conoscere

l’esito del bando pubblico per capire come procedere. C’era un progetto,

denominato “Montagna veronese”, che avrebbe coinvolto ATF (Funivie Malcesine -

Baldo), Camera di commercio e Provincia di Verona che non siamo riusciti a far

partire ora per mancanza di tempi tecnici» conclude Castelletti «Ci auguriamo

che si possa trovare un traghettatore pubblico o privato per la prossima

stagione che ci permetta di avere il tempo necessario per ripensare al progetto

con basi nuove, razionalizzando il più possibile i costi e impostando delle

strategie future in linea con gli standard turistici nazionali e

internazionali». 

Stati Generali della Lessinia, inizia la seconda fase

Proprio di Turismo e di modelli

vincenti legati a questo settore si parlerà nel primo di una serie di incontri

aperti alla cittadinanza, organizzati da Pantheon, che andranno a costituire la

Fase 2 del progetto Stati Generali della Lessinia. Giovedì 24 ottobre, allo ore

20.45 nella Sala Innoval in via Tavigliana 1/A, a Grezzana, si cercherà di

capire insieme ad alcuni prestigiosi ospiti comunicati nelle prossime settimane

sul sito del giornale, come stiano cambiando le logiche turistiche calate nelle

realtà locali. Stiamo assistendo, infatti, a una serie di iniziative e di realtà

nascenti, basate sul modello di rete, che sono in grado di generare incoming,

anche straniero, e un indotto economico significativo sul territorio. Pensare a

un marchio territoriale di qualità, a un sistema di comunicazione allargato, di

sinergie tra aziende e privati, tutto questo analizzando casi concreti da

riproporre anche in Lessinia.

Secondo incontro, invece, sarà

giovedì 21 novembre sempre nella stessa sede e sempre alla stessa ora, in cui

verrà affrontata la tematica lavoro, soprattutto legata al settore

manifatturiero. Maggiori dettagli sul prossimo numero di Pantheon.