Storie del territorio | 13 novembre 2013, 12:27

Mai più verdi dalla rabbia!

Mai più verdi dalla rabbia!

Yoga

rilassante o grido liberatorio? L’equilibrio e la pace interiore può essere

raggiunta in diversi modi. Dall’America una proposta suggestiva, sfogare la

propria rabbia distruggendo tutto. Ma solo se si tratta di una Anger Room.

Nel telefilm statunitense Anger “Management”, l’ex giocatore di baseball Charlie è un terapista che, con i suoi metodi poco convenzionali e discutibili, si occupa della gestione della rabbia, un disturbo di cui lui stesso ha sofferto. Tra le tecniche più insolite ritroviamo: far rimanere svegli i propri pazienti per 36 ore consecutive al fine di liberare le proprie inibizioni, oppure una passeggiata in campagna intorno ad un maneggio. Non tutti tuttavia possono permettersi un terapista come Charlie. Dall’America arriva dunque una proposta più economica ed alquanto efficace: lo stress e la rabbia repressa accumulate durante il giorno possono essere curate semplicemente entrando in una apposita stanza e demolendo indistintamente tutto ciò che vi si trova all'interno, senza limiti.

La “Anger Room” nasce dall’idea di Donna Alexander, che ha

realizzato la prima “stanza della rabbia” nel 2008 all’interno del proprio

garage. Un’idea che aveva fin dall’età di sedici anni. Donna l’ha realizzata

fondando pochi anni dopo la propria compagnia a Dallas, con il fine di

promuovere una cura per la rabbia e lo stress in modo alternativo alla medicina

tradizionale e alla psicologia moderna, un esperimento che dagli Stati Uniti si

sta espandendo anche oltreoceano. Secondo i fondatori del progetto, colui che è

sottoposto a continue pressioni e sbalzi di umore ritrova il proprio equilibrio

più facilmente lasciando andare il proprio istinto e l’indole aggressiva

piuttosto che subire estenuanti ore di terapie da uno psicologo, con un certo

risparmio anche sul piano economico. Molti di coloro che hanno testato la Anger

Room lo possono confermare, come si legge dal blog della società, utilizzato

dagli utenti per raccontare le proprie giornate estenuanti.

Ma in cosa consistono queste “stanze della rabbia”?

Solitamente si tratta di un piccolo locale, arredato con mobili low-cost, che

riproduce una cucina o un comune salotto, composto dai più svariati oggetti:

tavoli, televisioni, telefoni, palloncini o sacchi da box, a seconda delle

esigenze di ciascuno. Al cliente vengono forniti guanti di protezione,

caschetto, occhiali di sicurezza e, fondamentale, una mazza da golf. Una volta

pronti, si può entrare nella stanza allestita. Le regole sono poche: la

maggiore età e la presenza di una sola persona nella stanza (non sono ammessi

nemmeno animali). I clienti più frequenti? Mamme stressate o manager.

Ovviamente tutto ciò ha un costo: i clienti hanno la possibilità di usufruire

di tali stanze per un minimo di cinque minuti a 5$ fino ad un massimo di

venticinque minuti a 75$ per persona. La direttrice ha tuttavia confermato che

«molte persone spesso durano solo tra i due e tre minuti», un tempo sufficiente

dunque per scaricare tensione e irritabilità. Come un vero hotel, la Anger Room

propone sul proprio sito web varie offerte last-minute di stanze arredate

pronte per essere distrutte a prezzi variabili. Un business in continua

espansione.

Non mancano ovviamente le critiche. Alcuni sostengono che

questa attività sia al contrario particolarmente pericolosa in quanto comporta

una istigazione alla violenza e all'aggressività, come dimostrano i molti video

presenti in rete. Gli psicologi inoltre specificano che spesso tali stati d’ira

possono poi trasformarsi in depressione e tristezza, a causa dell’emersione di

forti emozioni. La sensazione di libertà e compiacimento che si prova nello

sfogare la propria frustrazione su oggetti si trasformerebbe dunque in un senso

di vuoto e inquietudine. Alcuni, molto scettici sul progetto di Donna

Alexander, hanno dichiarato «Perché non andare a correre o iscriversi ad un

corso di boxe?». Come ha sottolineato l’ideatrice del progetto in un'intervista

la sua compagnia non vuole proporre una terapia medica e ha smentito le

critiche dichiarando che «qualcuno può pensare che queste persone siano

psicopatiche, ma nessuno può dire di non essersi mai arrabbiato, altrimenti il

pazzo sarebbe proprio lui».