Storie del territorio | 07 marzo 2022, 10:00

Museo Archeologico Nazionale, agli albori della creatività umana

Museo Archeologico Nazionale, agli albori della creatività umana

Una nuova istituzione culturale è arrivata in città, per mettere in mostra la creatività umana fin dai suoi albori. Il Museo Archeologico Nazionale di Verona è aperto al pubblico dal 18 febbraio, con la prima sezione dedicata a Preistoria e Protostoria, dal titolo “Agli albori della creatività umana”. L’ex carcere asburgico di San Tomaso, adiacente all’omonima chiesa affacciata su Ponte Nuovo, è divenuta la casa per i più preziosi reperti archeologici del territorio veronese. Mancava infatti in città un museo che accogliesse i reperti delle ricche campagne di scavi decennali nella nostra provincia.

Il pezzo forte dell’esposizione, divenuto anche il logo del museo, è “lo sciamano”: una pietra dipinta in ocra rossa, rinvenuta nella Grotta di Fumane, fra le primissime raffigurazioni note che l’uomo abbia fatto di sé. «Racconta il pensiero simbolico: l’uomo ha coscienza del proprio io, e racconta sé stesso» spiega Federica Gonzato, che ha curato il progetto scientifico dell’esposizione. Nella sezione già visitabile si percorre un viaggio fra Paleolitico, Neolitico, Età del Rame e del Bronzo, senza però allontanarsi dai luoghi noti della provincia: Lazise, Bovolone, Lugo di Grezzana.

I reperti disponibili sarebbero sufficienti per aprire altri dieci musei. «Abbiamo scelto di non rendere l’esposizione troppo pesante» spiega la direttrice Giovanna Falezza. «Vorremmo fosse un’istituzione viva, da rinnovare ciclicamente mettendo in mostra oggetti che si trovano nei magazzini».

Già dall’autunno dovrebbe essere visitabile anche la sezione dedicata all’Età del Ferro, poi si proseguirà con un percorso fino all’epoca romana. I fondi, oltre 3 milioni di euro, necessari per restaurare e mettere a norma l’edificio che si sviluppa su tre piani, arrivano dal Ministero della Cultura.

La promessa è che non rimarrà una bellissima isola nel contesto cittadino. Il dialogo fra Museo e istituzioni civiche «è sempre stato molto fattivo» dice l’assessora alla Cultura di Verona Francesca Briani, assicurando una «relazione strettissima con l’importante patrimonio museale civico veronese».