Storie del territorio | 15 novembre 2013, 10:45

Responsabilità al volante

Responsabilità al volante

I dati degli

incidenti sulle strade italiane tendono al ribasso, ma i numeri sono ancora

alti, e Verona non è da meno. La cultura della guida sicura è di difficile diffusione,

ma nella nostra città si lavora per far sì che a partire dalle scuole ci sia

una maggiore consapevolezza. Abbiamo incontrato il Comandante Luigi Altamura e

abbiamo visitato l'edizione 2013 di Giovani in Strada, l'evento di educazione

stradale andato in scena lo scorso 15 ottobre.

*tutti i dati

dalla relazione “luglio 2003-luglio 2013 – 10 anni della patente a Punti” della

Polizia Municipale di Verona

Proprio nei giorni in cui Pantheon andava in

stampa, sul nostro sito internet www.giornalepantheon.it ha

spopolato questa notizia: “un automobilista veronese di 36 anni è stato

denunciato all'autorità giudiziaria perché alla guida con un tasso alcolemico

di oltre 3 grammi di alcool per litro di sangue, a fronte di un limite massimo

di 0,5 g/l. Gli agenti hanno intimato l'alt ma il conducente non è nemmeno

riuscito a fermarsi correttamente, rischiando di salire su un marciapiede per

l'incapacità di controllare il veicolo”. Un assist notevole per l'apertura del

primo piano dedicato alla sicurezza e all'educazione stradale.

È la Polizia Municipale che ha lanciato l'allarme:

sono in aumento a Verona i conducenti sorpresi alla guida in condizioni

psicofisiche alterate. Dall'inizio dell'anno sono già stati superati i 300

casi, con punte di oltre 40 nei mesi di marzo e luglio. Il fatto preoccupante è

che se il coraggioso conducente con il tasso a 3 grammi è stato fermato prima

di commettere un sinistro, per la maggior parte dei casi questo accade dopo

l'incidente, quando oramai gli effetti del danno sono anche irreparabili. È pur

vero che i dati degli incidenti, nel primo semestre del 2013 sono calati

rispetto al 2012, ma i bollettini hanno evidenziato 830 incidenti: ancora

tanti. L'Italia, nel 2012, ha chiuso con un totale di 184.500 incidenti, di cui

il numero dei morti, anche dopo trenta giorni dagli eventi, è stato di 3650

mentre i feriti sono stati addirittura 260.500, perché comprendenti anche chi,

suo malgrado, non è in macchina al momento dell'impatto, come pedoni e

ciclisti. La cultura della sicurezza stradale si è sì diffusa rispetto a dieci

anni fa, ma i comportamenti corretti dovrebbero avvenire indipendentemente dal

fatto che sulla strada che percorriamo si trovino autovelox, velok o qualsiasi

altra diavoleria studiata per rallentare la guida. Non si tratta di terrorismo.

Se i 1967 incidenti rilevati solo a Verona nel 2012 sembrano relativamente

pochi, basti pensare che l'Italia non ha ancora raggiunto gli obiettivi europei

che imponevano un calo del 50% dei morti sulle strade entro il 2010, e si

colloca al quattordicesimo posto. Servono leggi più severe? Serve una più

costante e precisa informazione ai giovani? Forse serve solo un po' di

buonsenso.

Giovani in Strada.

La sicurezza che passa dalle scuole.

Nel 2012, rispetto all'anno precedente, si è

riscontrata una diminuzione del numero di incidenti con lesioni di persone del

-10,2%, ma a perdere il maggior numero di punti (e non solo perché le

decurtazioni sono doppie, ndr) sono i giovanissimi: le cifre dicono 6497 punti

a patente per gli under 20. Solo a Verona, le violazioni commesse da

neopatentati sono state 1916. È fondamentale l'educazione, che per tanto tempo

è mancata, soprattutto sui banchi di scuola. Ecco perché l'Automobile Club

Verona, in collaborazione con il Comune e l'Ufficio Scolastico Provinciale, ha

organizzato anche quest'anno “Giovani in Strada”, evento di educazione e

sicurezza stradale.

Per un giorno, il Palazzetto dello Sport e la zona

adiacente, si sono trasformati in una cittadella del safe drive con laboratori,

prove pratiche, workshop e testimonianze atte a diffondere nelle nuove

generazioni la cultura della guida sicura. Circa 2000 i ragazzi coinvolti,

provenienti da 19 istituti differenti di istruzione secondaria superiore, che

hanno potuto sperimentare tutte le declinazioni della guida: dalle biciclette

messe a disposizione dal servizio bike sharing della città, alle microcar; dai

ciclomotori alle automobili, fino alla vera e propria guida sicura con simulazione

di frenata bagnata assistiti da esperti e professionisti. Grazie alla

partecipazione di numerose Forze dell'Ordine, gli studenti hanno inoltre potuto

partecipare a workshop (piccoli seminari, ndr) su molti argomenti correlati

alla sicurezza sulla strada. I Vigili del Fuoco e il personale medico del 118

hanno simulato degli interventi sul campo spiegando anche alcuni rudimenti del

primo soccorso, la Polizia Stradale era presente con il Pullman Azzurro dove

sono stati proiettati filmati che testimoniassero la pericolosità della guida

in stato di ebbrezza o sotto l'effetto psicotropo delle droghe, ma era

possibile fare formazione anche per quanto riguarda l'uso del casco, la

conoscenza e cura degli pneumatici e molto altro.

Moltissimo successo ha riscosso il simulatore di

ribaltamento, che ha permesso di sperimentare direttamente cosa significhi

capottare e uscire dalla vettura “a testa in giù”. «In realtà per alcuni dei

miei compagni» ha detto Martina, studente di terza superiore «questa uscita è

prima di tutto un'occasione per stare lontano dai banchi di scuola. Tuttavia

quando siamo rientrati, dopo la mattinata, molti si sono ricreduti e hanno

veramente riflettuto su quanto ci è stato detto». «Durante il corso in

autoscuola» ha ricordato invece Thomas, sudente di quinta superiore da poco

patentato, «non abbiamo toccato in modo approfondito il tema della sicurezza.

Qui, in una mattinata, ti rendi conto di come funzioni invece la strada. Non ti

perdona niente, basta un solo errore e potresti pagarlo molto caro».

L'intervista

Prima di tutto

prevenzione

Il Comandante

della Polizia Municipale di Verona, Luigi Altamura, conosce bene i rischi della

strada e sa che tutto deve sempre partire dalla prevenzione. Anche in una città

come la nostra, dove sia a livello pratico che comunicativo, si sono messe in

piedi moltissime iniziative per la diffusione della cultura della sicurezza

stradale.

Lo scorso maggio, nel corso della 2^ Settimana

della Sicurezza Stradale, è stato fatto un vero e proprio controllo a tappeto degli

attraversamenti pedonali sia per evidenziare i comportamenti scorretti, sia per

capire tutte le possibilità di rischio; a giugno è stato lanciato un allarme a

medici e farmacisti per aiutare le Forze dell'Ordine informando con cura i

pazienti su quali farmaci possano procurare effetti indesiderati e pericolosi

per la guida; durante l'estate lo stesso Altamura ha partecipato a Roma a

“Viabilità Italia” per allestire le dovute misure in vista degli esodi estivi,

il 15 ottobre scorso la Municipale ha collaborato in modo attivo alla

realizzazione di Giovani in Strada.

Comandante Altamura, è stato un anno intenso,

iniziato a gennaio con le riforme al Codice della Strada e l'introduzione della

patente europea. Cosa ne pensa? L'Italia è pronta a recepire questi

cambiamenti?

Ho qualche dubbio, che abbiamo palesato a livello

di ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr) e comandanti su due

aspetti. Il primo riguarda le patenti che da quest'anno non potranno mai essere

rinnovate, ma alla scadenza saranno emesse nuove. Questo potrebbe favorire

qualcuno ad atti illeciti. È un adeguamento nato a livello europeo, ma in

Italia forse andava scritto in maniera diversa. Il secondo dubbio riguarda la

creazione della patente AM al posto del Certificato di Idoneità alla guida dei

ciclomotori. Questo non per la patente AM in sé, quanto invece per

l'impossibilità, oggi, di ottenere il patentino con corsi nelle scuole, ai

quali la Polizia Locale ha sempre partecipato. Una mancanza grave proprio a

Verona, uno dei primi comuni a introdurre la prova pratica. E che dire del

contatto tra Polizia e ragazzi? Un approccio completamente saltato!

Oltre ai giovani, avete lavorato molto

sull'educazione e il controllo delle categorie “a rischio”. Cosa è emerso dalla

Settimana della Sicurezza Stradale focalizzata sui pedoni?

Il nostro scopo era quello di portare attenzione

sul pericolo che i pedoni corrono soprattutto nelle città. Abbiamo aderito con

molte iniziative, come quella del “Progetto 8 punti” ovvero la decurtazione di

8 punti dalla patente di chi non da precedenza al pedone in fase di

attraversamento. I risultati sono stati molto buoni. Ci tengo però a precisare

che il pedone è anche indisciplinato, e quindi l'educazione deve essere doppia:

sia dentro che fuori dalle vetture.

Tra le categorie deboli anche i ciclisti. Sfatiamo

un mito: sono ancora vigenti le decurtazioni dei punti della patente per

infrazioni commesse in sella alla bicicletta?

No, non ci sono più, pertanto chi possiede una

patente di qualsiasi tipo e commetterà infrazioni che prevedono la

decurtazione, non avrà nessuna decurtazione in quanto per quel veicolo non è

prevista. Anche il ciclista è un utente debole, ma spesso deve venire educato.

Provi a mettersi ad un qualsiasi semaforo la domenica mattina e conti i ciclisti

che si fermano al rosso. Anche oggi ho ricevuto l'ennesima protesta dei

negozianti di Corso Porta Nuova che lamentano come sul lato non dotato di pista

ciclabile i ciclisti la facciano da padrone. Certo, fa più notizia sanzionare

un ciclista: nel luglio 2007 una mia pattuglia ne sanzionò uno che stava

telefonando. Finimmo su tutti i giornali etichettati come “fuori di testa”. Non

è così. Verona è una città splendida per spostarsi in bicicletta, ma il

veronese medio preferisce la carreggiata alla pista ciclabile, dimenticando che

quando c'è, è un obbligo utilizzarla.

Qual è l'infrazione su cui vi trovate ad

intervenire più spesso?

La sanzione più ricorrente nel 2012 è stata la

violazione ai varchi della ZTL con circa 90mila violazioni, i divieti di sosta

sono stati 45mila e il transito sulle corsie bus è arrivato a circa 43mila,

poco più delle multe per mancato pagamento della sosta sui parcheggi blu

(42mila). Il fenomeno più preoccupante, in aumento, è la circolazione senza

copertura assicurativa. Chi procura un incidente grave o gravissimo e non ha

copertura, reca danni enormi, non solo fisici. La vittima avrà un risarcimento

chissà come e chissà quando attraverso l'associazione “Vittime della Strada”

che lo Stato spesso non finanzia.

Cosa ne pensa professionalmente e personalmente a

proposito del diffondersi a macchia d'olio delle colonnine del VeloOk?

Fondamentalmente sono contrario agli

spaventapasseri, non mi sono mai piaciuti neanche da bambino. Se vogliamo

riempire di spaventapasseri il territorio avremo dei benefici a breve e medio

termine, ma sicuramente a lungo termine quei benefici non ci saranno più.

Quando l'amministrazione comunale ha deciso di installarli ho posto come

condizione di munirli di autovelox dentro. I risultati ci danno ragione. Sulla

Tangenziale Nord c'è stato un incredibile decremento di incidenti e un

decremento della velocità media: quelli che superano i 100km/h su 30 giorni

erano 10mila e adesso sono 339. Abbiamo sempre lavorato con massima

trasparenza: se c'è l'autovelox, sopra c'è la nostra pattuglia che controlla,

anche se non prevista. Resto contrario allo spaventapasseri, ma il cassone con

la roulette russa mi sta bene.

Le faccio una domanda personale: ha figli?

Sì, ma non ancora in età da patente.

E cosa farà quando toccherà a loro diventare nuovi

utenti della strada?

Ho già deciso che per il ciclomotore passeranno

sul cadavere del sottoscritto. Ne ho viste troppe in questi anni, ho avuto dei

decessi anche fra conoscenti stretti, quindi preferisco fare una bella istruzione

sulla macchina, prenderne anche una scassata per le prime esperienze, ma sul

ciclomotore ho delle grosse perplessità. Ritengo che il valore della vita vada

al di là della mobilità. Io e mia moglie faremo come i tanti genitori che al

sabato sera sono davanti alla Gran Guardia ad aspettare i figli per riportarli

a casa. In fila ci sarà anche il Comandante.

Istituire il reato di “omicidio stradale”

Lorenzo Guarnieri era un ragazzo fiorentino che

all'età di 17 anni venne investito e ucciso da un quarantacinquenne ubriaco e

drogato. Oggi l'Associazione che porta il suo nome, assieme all'Associazione

Gabriele Borgogni, a quella Amici e Sostenitori della Polizia Stradale e in

collaborazione con il Comune e la Municipale di Firenze, ha proposto un disegno

di legge per istituire il reato di Omicidio Stradale. La proposta riguarda le

lesioni o la morte provocate da un guidatore in stato di ebrezza (tasso

alcolemico sopra gli 0,8 g/l) o sotto l'effeto di droghe.

Nel testo si richiede la revoca definitiva e

permanente della patente; l'aumento della pena fino a 8-18 anni e un giorno di

carcere o di misura restrittiva anche con patteggiamento e rito abbreviato;

l'arresto in flagranza di reato; l'istituzione del nuovo reato di omicidio

stradale. Tutte procedure oggi non previste nel Codice Penale.

Sul sito www.omicidiostradale.it è possibile firmare la

petizione per la proposta di legge, che ad oggi conta 72.216 adesioni. Sempre

all'interno del sito è contenuto il testo completo della proposta, ed è

possibile prendere contatto con i portavoce di questa iniziativa