Storie del territorio | 15 febbraio 2014, 12:11

Ricchezza da valorizzare

Ricchezza da valorizzare

Dopo lo “Speciale Estate” dello scorso anno, Pantheon torna a parlare di forti. I riflettori si accendono ora sul Forte Monte Tesoro, la cui proprietà è stata di recente trasferita a titolo gratuito dal Demanio al Comune di Sant’Anna d’Alfaedo. Vediamo insieme le fasi salienti di questo traguardo.

Situato in località Corrubio nel comune di Sant’Anna d’Alfaedo, il forte Monte Tesoro, ormai dismesso da anni, fu costruito a scopo difensivo a partire dal 1905 e nel 1911 avvenne il completamento dei lavori. Come per gli altri forti presenti sulla linea difensiva dei Monti Lessini, tra cui Santa Viola e San Briccio (vedi Pantheon 40, 41, 42), dal Monte Tesoro non partì mai un colpo e nel 1915 furono rimossi i cannoni.

Il forte, articolato su più livelli e delimitato da un ampio fossato, conserva ancora le tipiche caratteristiche estetiche, come la muratura in pietrame a vista e le finestrature. La sua maestosità è ben visibile, tanto da occupare un’area che conta circa 20 ettari, e si trova immerso in una folta vegetazione che ricopre l’intera sommità dell’omonimo monte. Una tale grandiosità costretta in uno stato di abbandono, non poteva non destare interessi da più parti, specie a Sant’Anna d’Alfaedo.

Risale a poco tempo fa, precisamente al 3 dicembre dello scorso anno, il tanto auspicato passaggio di proprietà al comune di Sant’Anna, voluto da tempo e gioiosamente conquistato dall’attuale amministrazione. Come confida il vicesindaco Raffaello Campostrini «è stato un lungo cammino, e da anni ormai c’era la voglia di ottenere un accordo. Ora possiamo finalmente affermare di aver raggiunto un traguardo importante, in cui abbiamo tanto sperato». L’amministrazione, guidata dall’attuale sindaco Valentino Marconi, ha premuto l’acceleratore del processo relativo al passaggio, beneficiando della legge 42 del 5 maggio 2009, riguardante la sdemanializzazione dei beni statali. Come continua Campostrini infatti, «la cessione è avvenuta gratuitamente, e il comune non ha dovuto spendere nulla».

Nonostante non sia stato speso un centesimo per realizzare il passaggio, sono state spese molte energie per poterlo conseguire. Il raggiungimento di un accordo infatti, è stato possibile soprattutto grazie all’approvazione di uno specifico e dettagliato programma di valorizzazione di tutta l’area riguardante il forte, condizione indispensabile per la sottoscrizione. «Abbiamo raggiunto una sorta di “promessa” di impegno, suddividendo il lavoro anno dopo anno in un tot di step».

Gli “step” a cui fa riferimento il vicesindaco, partono dalla pulizia e dalla messa in sicurezza della struttura, fino al recupero ambientale e naturalistico di tutta l’area interessata. «Ogni anno il comune dovrà rendicontare alla Regione Veneto e al Demanio cosa è stato fatto, tramite una relazione dettagliata dello stato di avanzamento degli interventi di conservazione e fruizione del forte», precisa Campostrini. Un impegno solenne e certamente non semplice, visti i tempi che corrono. «L’esigenza primaria è di trovare una sinergia con il territorio, rendendo il forte un’attrattiva turistica e culturale. Le idee non mancano, e ci siederemo a un tavolo per valutare le prospettive concrete di utilizzo. Auspico in una buona riuscita del progetto, perché capita troppo spesso di possedere delle ricchezze che si danno per scontate, senza rendersi conto della loro importanza. Si tratta di un patrimonio della comunità, ed è un luogo che appartiene a tutti».

Il forte Monte Tesoro è pressoché sconosciuto a molti, fatta eccezione per gli abitanti di Sant’Anna e delle zone limitrofe. Ciò che sfugge sono soprattutto le sue potenzialità architettoniche, messe in risalto dall’architetto Fiorenzo Meneghelli, massimo esperto nel campo del restauro di edifici storici, del recupero e della valorizzazione dell’architettura militare e non solo, che ha espresso il suo entusiasmo per l’accordo stipulato e la collaborazione di più parti per conseguire un obiettivo comune. Su delega del comune, si è occupato di realizzare uno studio del programma di valorizzazione del manufatto. Come confida, «pochi sanno che a livello difensivo il forte Monte Tesoro è il migliore esempio di fortificazione moderna delle Alpi, ed è stato preso come modello per tutti i successivi interventi in Veneto e Lombardia». Una ricchezza che merita di essere valorizzata e, prosegue l’architetto Meneghelli, «da inserire in un percorso storico-culturale ed ambientale, come parte di un insieme di luoghi di interesse come le Cascate di Molina e il Museo Botanico, il Museo Preistorico e Paleontologico di Sant’Anna d’Alfaedo, il Ponte di Veja, il Monte Corno d’Aquilio». Con un effettivo recupero, «si consentirebbe al forte di diventare il luogo della memoria della Grande Guerra nell’area lessinica, arricchendo il grande spazio di cui dispone con attività di carattere museale, culturale e didattico. Dare valore a un luogo significa far crescere anche gli altri luoghi della Lessinia, creando un connubio tra la dimensione storica e quella ambientale».

Tra forti, boschi e trincee, la nostra Lessinia possiede un patrimonio storico straordinario che diviene importante solo se valorizzato.