Storie del territorio | 23 dicembre 2015, 16:46

Si parte (sempre) dalla terra

Il ruolo centrale dell’agronomo e del forestale per la sostenibilità, sicurezza alimentare e tutela del paesaggio e della terra. Di questo ma anche di tutte le sfide dell'innovazione si è parlato ieri, martedì 22 dicembre, all'incontro presso l'Accademia dell'Agricoltura Scienze e Lettere di Verona dove è intervenuto il presidente mondiale degli agronomi Andrea Sisti.

Un ruolo sempre più centrale, innovativo e impegnativo. È quello degli agronomi e forestali, che oggi sono chiamati a creare valore, portare innovazione, aumentare l’attenzione e la sensibilità verso i consumatori e il territorio. Questi i temi emersi nella giornata di ieri presso l’Accademia dell’Agricoltura Scienze e Lettere di Verona durante l’incontro “Sostenibilità, sicurezza alimentare e tutela del paesaggio: la ricetta del presidente mondiale degli agronomi Andrea Sisti” organizzato dall’Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Verona all’Accademia dell’Agricoltura Scienze e Lettere. Dopo i saluti di Claudio Carcereri De Prati, presidente Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona hanno introdotto i lavori Gianluca Carraro, presidente Federazione Regionale Ordini Dottori Agronomi e Dottori Forestali del Veneto e Luca Crema, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Verona.

“La nostra professione – ha sottolineato il presidente Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali e, dallo scorso settembre, al vertice della World Association of Agronomists (la compagine mondiale degli agronomi, circa 550mila iscritti in tutti i continenti, 22mila in Italia) - per la sua preparazione è quella che riesce meglio di tutte a saper tradurre l’impatto delle produzioni sul territorio, la sua organizzazione, cioè il paesaggio, e saper capire le esigenze dei consumatori quindi proporre quella produzione che oggi ha un valore diverso da quello per cui noi per molti anni ci siamo formati. Oggi sono tanti i valori che noi abbiamo contribuito a sviluppare,  dalla sicurezza delle persone, all’etica, perché mangiare prodotti che possano rappresentare dei territori dà anche simbologia di appartenenza”.

Il mondo è cambiato nelle città e nelle campagne. La professione dell’agronomo e del forestale è legata ai temi dello sviluppo rurale, della consulenza aziendale, del ruolo degli agronomi nel contrasto ai cambiamenti climatici ma anche e in veste di project manager delle reti di imprese agricole e agroalimentari.

“Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a cambiamenti importanti nella nostra agricoltura – ha evidenziato Andrea Sisti - Chi avrebbe mai pensato che nelle stalle oggi ci dormono le persone? Accade oggi negli agriturismi. Noi lo diamo per scontato ma questa rivoluzione c’è stata e soprattutto nelle aree più marginali questo rappresenta una condizione in cui le aziende agricole possono mostrare ancora una loro caratterizzazione. Così come la trasformazione dei prodotti che un tempo avveniva principalmente fuori dalle attività agricole e oggi la capacità di elaborare il cibo è diventato un patrimonio degli agricoltori. Anche su questi cambiamenti ha contribuito il nostro sapere, la nostra consulenza e progettazione. Così per i boschi, le foreste. La coniugazione tra il mantenimento produttivo dei boschi e la sostenibilità ambientale e naturalistica è stato un altro principio che ha accompagnato la nostra storia professionale”.

L’associazione mondiale degli agronomi è impegnata nel progetto “Global Farm 2030”, che coinvolge i 25 più importanti atenei del pianeta e si rivolge alla comunicazione, informazione e formazione dei professionisti di tutto il mondo su temi come le buone pratiche agricole e la lotta ai cambiamenti climatici.

“La sfida degli agronomi per il futuro – ha aggiunto Sisti - è incentrata sull’innovazione. Fra le innovazioni più utili nel prossimo futuro ci sarà l’agricoltura di precisione e l’uso di tecnologie informatizzate, per migliorare le capacità delle imprese agricole grazie all’uso di satelliti e droni”.